La fine della Girlboss: come il femminismo si è trasformato in Soft-Power

Girlboss

“Nel turbolento vortice della cultura femminista, il Girlboss è caduto dal suo piedistallo. Ciò che era un’icona di successo e indipendenza si è trasformato in qualcosa di completamente diverso, aprendo le porte a un nuovo paradigma femminile. Ecco come il Femminismo ha abbandonato il Girlboss per abbracciare un soft-power tutto nuovo.”


Nell’epoca moderna, l’evoluzione dei movimenti e delle tendenze sociali è un fenomeno in continua trasformazione. Un concetto che ha catturato l’immaginazione collettiva per un certo periodo è stato quello delle “girlboss”. Queste donne, spesso appartenenti alla generazione degli elder millennials, si erano guadagnate un posto nella cultura popolare per la loro abilità imprenditoriale, la dedizione al lavoro e la determinazione a prosperare nel mondo degli affari. Tuttavia, nel corso degli anni, il termine “girlboss” ha subito una trasformazione radicale.

All’inizio, le girlboss incarnavano una visione di femminismo che le vedeva sfidare gli uomini sul loro stesso terreno, lottando per il successo economico e il potere. Per loro, l’obiettivo era diventare più ricche e influenti degli uomini, dimostrando così di essere femministe. In un mondo in cui le disuguaglianze di genere erano ancora una realtà palpabile, molte vedevano in questa mentalità imprenditoriale un mezzo per scalare la piramide sociale e ottenere il riconoscimento che meritavano.

La figura più emblematica di questa visione era Sophia Amoruso, la fondatrice di Nasty Gal, che aveva anche scritto un libro che ha ispirato una serie TV intitolata “Girlboss.” In quei tempi, questa idea aveva un impatto significativo, incoraggiando giovani donne a cercare il successo imprenditoriale.

Tuttavia, nel corso degli anni, il concetto di girlboss è andato svuotandosi del suo significato originale, diventando un meme usato con sarcasmo e ironia. Un nuovo movimento femminista, più radicale e distruttivo, ha cominciato a criticare il sistema economico vigente, ritenendo che una società veramente equa debba superare il modello economico occidentale, creato da uomini e basato su dinamiche patriarcali. Le girlboss sono state ora accusate di sostenere il capitalismo e il patriarcato.

Un esempio di questa trasformazione è il mondo degli influencer, dove molte donne sacrificano la loro privacy per guadagnare visibilità e vendere prodotti. Il termine “girlboss” viene ora spesso associato a concetti come “gatekeep” e “gaslight,” sottolineando come le nuove generazioni lo vedano in modo critico.

Così, il girlbossing è stato gradualmente sostituito da un’ideologia che abbraccia uno stile di vita più lento e rilassato. Le priorità sono cambiate, con un maggiore focus sul benessere personale, la salute fisica e il tempo libero. Le ragazze della Gen Z stanno promuovendo questa rivoluzione, rifiutando l’idea che il successo imprenditoriale sia l’unica strada per la realizzazione personale. La generazione Z vuole essere felice, spensierata e comoda, coltivando i propri interessi e riscoprendo il loro lato più femminile e sentimentale. Questa è l’era della “cozy girl” o “soft-girl.”

Un altro cambiamento significativo riguarda il matrimonio, che sta vivendo un revival tra le giovani generazioni. Molte ragazze parlano di voler sposarsi giovani e di essere felici nel ruolo di mogli o fidanzate che non lavorano. Tuttavia, ci sono voci critiche che considerano queste scelte come un ritorno a modelli antiquati, simili al concetto di “trad-wife” promosso da alcuni settori estremisti.

La questione al cuore di questa trasformazione è se queste scelte siano davvero indipendenti o se siano influenzate dal sistema di potere dominante, basato sul genere. In un’epoca in cui le risorse mentali e fisiche sembrano esaurirsi, con stipendi in calo e costi in crescita, molti potrebbero vedere queste scelte come una forma di autodifesa. Il mondo è un ciclo infinito di rottura e restaurazione, e forse ogni generazione aggiunge un briciolo in più di consapevolezza a questo processo.

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