La filosofia oggi: tra libertà e meraviglia

La filosofia, oggi

filosofia oggi

La complessità del mondo ci interroga sul luogo, gli attori, il compito e il significato della filosofia oggi.

È arrivato il tempo di porsi la domanda sul ruolo della filosofia oggi e l’unico modo per farlo è fare filosofia.

Probabilmente una delle domande più difficili che si possano porre a chi si occupa di filosofia è: cos’è la filosofia?

Certo, l’etimologia aiuta sempre in questi casi e partire da quella meravigliosa espressione, amore per il sapere, aiuta ed affascina.

Ma solitamente l’interrogativo nel richiedente rimane e i più avventurosi arrivano ad ammettere: ok, ma quindi, cos’è?

Difficile darle una definizione perché chi si occupa di filosofia non solo la pratica, ma la abita. La veste. Come un vero e proprio abito (habitus) che si indossa e che calza talmente bene da dimenticarsi di averlo. Da dimenticarsi come ci si sentiva prima di indossarlo.

Eppure è non solo utile ma necessario che coloro che vestono e indossano la filosofia inizino a rispondere a questa domanda. Forse scomoda, ma fondamentale. Anche a rischio di partire con degli esempi (cosa che di certo Socrate non apprezzerebbe).

Rispondere oggi è necessario soprattutto perché serpeggia ormai in ogni dove la credenza che si possa far a meno della filosofia.



La ricerca del perché:

L’atteggiamento di convinzione che si possa fare a meno della filosofia non è di certo figlio dei nostri giorni. Forse, però, si è intensificato ai nostri giorni. Questo perché la tendenza collettiva è di vivere le nostre azioni, l’occupazione del nostro tempo e – in generale – la vita attraverso la domanda: perché?

Attenzione però. Il nostro perché non indica la causa prima della nostra azione, ma lo scopo. Il fine. In breve, se noi seguiamo un corso o delle lezioni, se per caso cambiamo lavoro, il perché che ci poniamo e che spesso ci viene posto indica: a quale scopo stai facendo questo corso? Cosa ti farà ottenere? Cosa ti farà guadagnare?

E altrimenti, il perché a cosa servirebbe? Tralasciando lezioni filosofiche sulle cause aristoteliche si potrebbe chiedere: cosa ti ha spinto, da principio, a fare questo corso? Il semplice fatto, magari, che mi fa stare bene. Che mi incuriosisce.

Basta? Sì, basta.

La filosofia oggi, come ieri:

Di nuovo la filosofia. Ed ecco che torna Aristotele:

la filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile.

Se la filosofia non serve a nulla perché non è serva di niente e nessuno, significa che può donarci la libertà. Slegarci da quella schiavitù dei fini nella quale gli individui si stanno sempre più contorcendo.

É tempo che si smetta di guardare alla filosofia come ad un disciplina esageratamente astratta, assurdamente complessa e oscuramente inaccessibile.

Probabilmente una delle cause di questo allontanamento dalla filosofia è la visione odierna che la vuole staccata, se non opposta alla scienza.

Nei secoli passati gli scienziati erano filosofi. I filosofi si occupavano di politica. I filosofi indagavano per primi i processi dell’educazione, smascheravano le incongruenze della società, interrogavano l’essere, ponevano sul banco degli imputati la morale. Sfaldavano certezze, costruivano valori, si permettevano di chiedere conto a dio della sua esistenza.

Dove dovrebbero essere ora questi filosofi? O meglio, chi dovrebbero essere? Noi.

Noi che abbiamo smesso di porci domande e di meravigliarci del mondo, degli uomini, del fuori e del dentro di noi stessi.

Gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia.

Sempre Aristotele.

Maggiore è la complessità del mondo in cui si vive e maggiore è la necessità della filosofia. É questo ciò con cui dobbiamo fare i conti oggi. É questo l’insegnamento della filosofia.

A cui, nemmeno questa volta, sono riuscita a dare una definizione.

Caterina Simoncello

 

 

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