La drammatica situazione migratoria in Tunisia, obitori e cimiteri senza più posti

Situazione migratoria in Tunisia sempre più drammatica

La situazione migratoria in Tunisia si sta facendo ogni giorno sempre più intensa e drammatica. Dopo gli obitori, anche i cimiteri hanno esaurito i posti a disposizione. Le autorità ne stanno costruendo di nuovi per ospitare i corpi dei migranti annegati nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa. Nei primi mesi di quest’anno si è stimato un aumento del 300% delle partenze rispetto allo stesso periodo dello scorso anno nella sola regione di Sfax, una città portuale tunisina. In tale area, secondo la Mezzaluna Rossa tunisina, dall’inizio del 2023 i cadaveri restituiti dal mare sono stati più di 300.

La situazione migratoria in Tunisia causa morte e disperazione. Da gennaio 2023, più di 35mila migranti sono sbarcati nelle coste italiane, circa quattro volte di più rispetto allo stesso periodo del 2022. La Tunisia ha sostituito la Libia come principale punto di imbarco, a causa di una stretta sulle partenze da parte delle autorità libiche. Ad incoraggiare le partenze dalla Tunisia è anche la poca distanza che separa alcune parti della costa tunisina da Lampedusa, circa 150 chilometri. Secondo l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, infatti, 20.000 sarebbero partiti dalle coste tunisine, mentre 15.000 dalle coste libiche.

Più partenze significano più morti. Dall’inizio del 2023 sono stati trovati oltre 300 cadaveri nelle coste di Sfax, portati a riva dalle correnti marine. I funerali sono all’ordine del giorno, volti a ridurre la pressione su ospedali e obitori. Tali strutture, infatti, hanno esaurito lo spazio disponibile per accogliere i corpi. Il problema passa poi ai cimiteri, i quali anche loro hanno ormai finito lo spazio per la sepoltura. Le autorità tunisine affermano che ci vogliono più mezzi adibiti al trasporto di cadaveri e vi è la necessità di costruire nuovi cimiteri.

Da febbraio la situazione migratoria in Tunisia è peggiorata ulteriormente

La situazione in cui i migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana che vivono in Tunisia è peggiorata dopo una presa di posizione del presidente tunisino Kais Saied. Tra i numerosi motivi che spingono sempre più persone a imbarcarsi, ci sono anche le affermazioni di Saied, il quale ha recentemente dichiarato che l’immigrazione irregolare fa parte di un complotto internazionale volto a cambiare la Tunisia.

Tali affermazioni hanno portato a perquisire intere zone in cui vivevano i migranti, i quali sono stati successivamente sfrattati. Le associazioni umanitarie presenti in quelle aree sostengono che molte delle persone sfrattate sono salite a bordo di imbarcazioni di fortuna per dirigersi in Europa.

Come suddetto, più partenze significano più morti. Se aggiungiamo che Italia e Malta, obbligate dal diritto internazionale a soccorrere i migranti nel Mediterraneo centrale, non fanno sempre il loro dovere, la situazione non ha le condizioni per poter migliorare.

I numeri sono molto più alti di quelli registrati

Silvia Di Meo, membro di Memoria Mediterranea, un’associazione che cerca di identificare le persone scomparse nel mediterraneo, ha dichiarato che, sulla base delle segnalazioni che tale associazione riceve dalle famiglie dei migranti, le persone morte nel Mediterraneo che non sono mai state ritrovate sono molto di più rispetto a quelle rinvenute.

Inoltre, sempre stando alle parole di Di Meo, le autorità di competenza non si impegnano ad identificare le persone disperse “perché richiederebbe un’assunzione di responsabilità e il riconoscimento di vari crimini”.

Partenariato tra UE e Tunisia contro l’immigrazione irregolare

Il Commissario europeo per gli Affari Interni, Ylva Johansson, si è recentemente recata in nel Paese nord-africano per sottolineare la volontà di rafforzare il partenariato migratorio sottoscritto da UE e Tunisia. Tale rafforzamento, in materia di lotta al traffico di esseri umani, comprende:

Questo partenariato permetterà di convogliare gli sforzi di UE e Tunisia volti a contrastare la migrazione irregolare.

Inoltre, le due parti hanno affermato di voler istituire un secondo partenariato, il Talent Partnership, volto a promuovere la migrazione legale. Questo partenariato dovrebbe essere sottoscritto a favore di alcuni settori occupazionali e a contrasto del rischio di fuga dei cervelli.

Alessandro Rossi

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