Un teatro completamente deserto e un attore sul palcoscenico. Comincia così la malinconica vicenda di Giovanni Mongiano, artista classe 1949, che sabato 8 aprile si è presentato in scena per rappresentare il suo spettacolo Improvvisazioni di un attore non trovando di fronte di fronte a sé nemmeno uno spettatore. Sala deserta.
Scontata per tutti sarebbe stata la reazione: di fronte all’evidente flop si chiude il teatro e si torna a casa, magari salvando il sabato sera in un ristorante o in un bar. Sorprendentemente, però, il regista decide di andare avanti, di non demordere, di portare in scena il proprio atto come aveva precedentemente previsto. Lo recita tutto, non saltando neanche una battuta, investendo tutte le sue capacità e la sua passione, come sempre. Lo spettacolo termina sotto gli occhi attoniti degli unici presenti, la cassiera e il tecnico: non ci sono applausi in sala, nessun commento o richiesta di un bis. Non c’è nessun altro del resto.
Nel sabato sera il sipario si chiude e le luci si spengono nel silenzio del teatro di provincia. L’attore va a casa, ha fatto il suo dovere.
Aldilà della commovente passione di Giovanni Mongiano per la propria arte sorprende, in un’epoca di continua e sfrenata auto celebrazione, l’umiltà di un gesto di tale portata.
Perennemente posti sui palcoscenici del web abbiamo fatto della nostra vita un incessante spettacolo alla ricerca del compiacimento altrui. Raccontiamo al nostro personale pubblico ogni nostro atto, ogni nostra vicenda, tutta la nostra vita. Nell’ossessiva condivisione dei nostri istanti, come fossimo attori a tempo pieno, forse ci siamo dimenticati dello spazio da dedicare alle passioni che fanno bene prima di tutto a noi stesi, le passioni in quanto tali. C’è chi l’ha chiamata anima, chi con altri nomi, da Giovanni Mongiano forse dovremmo imparare a prenderci cura di quella parte di noi che prescinde dalla portata del giudizio altrui, che non è esposta, che è intimo benessere.
Il deserto di fronte a Giovanni Mongiano è una lezione di vita e uno spettacolo che forse, almeno ogni tanto, dovremmo tutti tenere a mente: un buon attore è chi interpreta la parte facendola parte di sé. Il consenso degli altri, invece, non sempre è sufficiente.