La diminuzione dei turisti negli USA, in particolare provenienti dal Regno Unito, è diventata evidente negli ultimi mesi e sta preoccupando seriamente il settore turistico. A marzo 2025, i viaggiatori britannici diretti verso gli Stati Uniti sono calati del 14,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo brusco calo potrebbe essere il segnale iniziale di una tendenza più duratura, alimentata da diversi fattori, tra cui le politiche migratorie restrittive e la retorica aggressiva del presidente Donald Trump. Le sue affermazioni contro altri Paesi, accusati di “imbrogliare” gli Stati Uniti, e gli episodi di deportazione di turisti hanno influito negativamente sulla reputazione degli USA come destinazione accogliente, scoraggiando i viaggiatori internazionali.
La diminuzione dei turisti negli USA riflette un clima di sfiducia crescente
Alcuni eventi recenti, come l’arresto e la detenzione di una backpacker britannica, Rebecca Burke, per quasi tre settimane da parte delle autorità di immigrazione statunitensi, hanno alimentato ulteriormente la preoccupazione tra i viaggiatori. La sua esperienza, condivisa sui media, ha spinto la giovane a consigliare ai suoi connazionali di evitare di recarsi negli Stati Uniti. Questa vicenda ha messo in luce il crescente malcontento tra i turisti stranieri, che temono per la propria sicurezza e per la possibilità di essere trattenuti senza motivo durante i controlli all’ingresso.
Le previsioni per l’estate 2025 sono altrettanto inquietanti. Secondo gli esperti, la diminuzione dei turisti negli USA potrebbe estendersi anche ai mesi più caldi dell’anno, poiché molte persone prenotano le proprie vacanze con largo anticipo. Tuttavia, il calo dei viaggiatori non si limita ai soli turisti britannici. Anche altri visitatori provenienti dall’Europa occidentale, come tedeschi e spagnoli, hanno mostrato segni di ritirata: i turisti tedeschi sono diminuiti del 28,2%, mentre quelli spagnoli hanno visto un calo del 24,6% rispetto all’anno precedente. In generale, i viaggi internazionali verso gli Stati Uniti sono scesi dell’11,6%, una tendenza che solleva interrogativi sul futuro del turismo verso questo Paese.
Una delle ragioni principali di questa diminuzione potrebbe essere attribuita alla retorica protezionistica di Trump, che ha dipinto molti Paesi come nemici degli Stati Uniti, alimentando un clima di sfiducia. La politica economica basata su tariffe e accuse di “imbrogli” verso altre nazioni ha contribuito a far percepire gli Stati Uniti come un Paese meno accogliente. La reazione dei turisti non si è fatta attendere: secondo uno studio di VisitBritain, la percezione di una destinazione come “accogliente” è uno dei fattori più importanti nella scelta di una meta per le vacanze. Se questa accoglienza manca, i viaggiatori preferiscono orientarsi verso altri Paesi.
Il turismo d’affari statunitense sotto pressione
Inoltre, le difficoltà riscontrate dai turisti stranieri durante i controlli di immigrazione non fanno che peggiorare la situazione. Molti viaggiatori temono che, nonostante abbiano tutti i requisiti necessari, possano essere respinti o trattenuti dalle autorità. Questo tipo di incertezze potrebbe influenzare negativamente anche eventi internazionali di grande importanza, come la Coppa del Mondo di calcio del 2026, che si terrà in parte negli Stati Uniti, e le Olimpiadi di Los Angeles del 2028.
Se i turisti europei, per esempio, temono di non riuscire ad entrare nel Paese, potrebbero decidere di rinunciare a visitare gli Stati Uniti anche per eventi di grande richiamo.
Anche il turismo d’affari, settore che tradizionalmente rappresenta una parte consistente dei flussi di visitatori, potrebbe subire un colpo. Le incertezze legate alle politiche di immigrazione, unite alla difficile situazione economica globale, potrebbero spingere le aziende a limitare i viaggi internazionali.
Sebbene al momento non si siano registrati cali significativi nel settore business, gli analisti temono che la situazione possa cambiare rapidamente. La riduzione dei flussi turistici potrebbe anche influire sull’economia di Paesi come il Regno Unito, dove molte compagnie aeree hanno registrato un aumento del traffico grazie all’afflusso di turisti americani.
In generale, la diminuzione dei turisti negli USA potrebbe spingere molti viaggiatori a scegliere alternative più sicure e meno problematiche. Le difficoltà e la percezione di un ambiente meno accogliente potrebbero portare i turisti a optare per destinazioni che garantiscono una maggiore tranquillità. Inoltre, le compagnie di viaggi e le agenzie turistiche stanno già monitorando con attenzione questa tendenza, poiché se il calo dovesse persistere, alcune rotte aeree potrebbero essere ridotte, con ripercussioni sull’economia legata al turismo internazionale.
Il futuro del turismo negli Stati Uniti dipenderà, quindi, in larga parte dalla capacità del Paese di riprendersi da questa crisi di immagine e di tornare a presentarsi come una destinazione sicura e accogliente. Fino ad allora, molti turisti sembrano intenzionati a scegliere altre destinazioni, più familiari e meno rischiose.
Elena Caccioppoli