Il 25 aprile dovrebbe essere una festa nazionale, non di una parte politica, con buona pace della sinistra. Ma la destra proprio non vuole saperne di condividere l’anniversario, non lo sente suo. Così sindaci e consiglieri comunali di destra stanno tentando di “scoraggiare”, quando non addirittura di vietare, manifestazioni e cortei in memoria della liberazione dal nazifascismo.
Il caso di Seveso
Siamo in provincia di Monza-Brianza. Qui L’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) ha denunciato che la sindaca leghista Alessia Borroni ha vietato il corteo per la festa della Liberazione e addirittura escluso l’associazione partigiani dagli interventi alla cerimonia istituzionale.
“Ci hanno messo il bavaglio“, ha scritto l’associazione in una lettera inviata al prefetto, nella quale si protesta contro “lo stravolgimento del programma istituzionale“. La sindaca leghista fa spallucce: “Non abbiamo fatto scelte politiche… L’Anpi? Devono accettare le scelte di chi amministra rispettando la legge“.
Vige la censura
Pare che non si possa scrivere “25 aprile” a Carpi. Nei pressi del cimitero cittadino, lungo un viale alberato, i volontari dell’Anpi avevano appeso una quarantina di bandiere tricolori con la scritta “25 aprile”. Ebbene, “mani anonime” le hanno strappate.
Va sottolineato, perché singolare per non dire grottesco, che questi sedicenti nazionalisti hanno strappato delle bandiere nazionali su cui c’era una semplice scritta, non esattamente delle bandiere rosse con tanto di falce e martello.
La strategia della destra
Non solo divieti o censure, la destra gioca la propria battaglia sul campo di quello che si potrebbe definire un “oscurantismo 2.0”. Cioè svilisce, delegittima, oscura -per l’appunto- la Liberazione attraverso l’organizzazione di manifestazioni, cortei o eventi paralleli.
È il caso di tanti comuni che vedremo tra poco. Ne è un esempio la scelta del vicepremier Matteo Salvini di presentare il proprio libro a Milano il 25 aprile, proprio in concomitanza con il grande corteo antifascista.
Fascisti, da carnefici a martiri
A Bergamo la prefettura ha autorizzato che nel giorno della Liberazione venga officiata nel cimitero cittadino una messa per i caduti della Repubblica Sociale Italiana. Ora, che i morti non abbiano bandiere è un fatto, ma che proprio il giorno in cui si celebra la causa del decesso -cioè la Liberazione- ci si debba ricordare di loro, è una provocazione bella e buona. Non solo. Il consigliere comunale di FdI Filippo Bianchi ha chiesto che nel cimitero venga affissa una targa per i fascisti giustiziati dai partigiani.
Un’altra provocazione
Andiamo in Abruzzo, precisamente a Montesilvano, sindaco è il leghista Ottavio De Martinis. Il Comune ha annunciato che il “giorno in cui ricorre il 79esimo anniversario della Liberazione sarà anche il giorno in cui il Comune inaugurerà piazza Indro Montanelli, con la restituzione alla città del Monumento ai Caduti“.
Il Monumento ai Caduti di Montesilvano è dedicato ai caduti di tutte le guerre. Ciò fa sorgere spontaneo un sospetto, più che una domanda: perché tirarlo in ballo proprio in un giorno così iconico?
In quanto all’inaugurazione di piazza Indro Montanelli c’è poco da dire: l’uomo Montanelli si farebbe una grassa risata, il maestro di giornalismo che era ci scriverebbe un pamphlet.
Pratello R’esiste
È il nome dell’evento più partecipato di Bologna, che ricorre ogni anno per la festa della Liberazione proprio in Via Pratello. Quest’anno il capogruppo di FdI in Comune, Stefano Cavedagna, ha chiesto di spostare altrove la manifestazione: “Basta con il solito caos, i residenti sono stanchi, meglio un luogo diverso, come il Parco Nord“. Non basta, i meloniani vorrebbero addirittura che la festa venisse rimandata a fine mese… Pratello, resisti!
I coloni italici dell’agro pontino
A Pomezia è scoppiata la polemica. La sindaca FdI Veronica Felici ha negato piazza Indipendenza all’Anpi per la manifestazione, concedendola all’Associazione Coloni Fondatori, che ha come obiettivo “la valorizzazione del ruolo dei primissimi coloni dopo la decisione di Mussolini di bonificare l’agro pontino a sud di Roma”.
Il senatore Peppe De Cristofaro (Sinistra Italiana) ha sollevato la questione, che è finita in Parlamento con un’interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi.
Il 12,5 aprile
A Vercelli il 25 aprile si sdoppia. Ci saranno due manifestazioni: una organizzata dal prefetto, l’altra dall’Anpi. L’anno scorso il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, protestò perché l’Anpi aveva scelto Gad Lerner come oratore, considerato “troppo rosso”.
Motivo per cui quest’anno la scelta dell’oratore è toccata alla Prefettura che, senza consultare nessuno, ha virato sul professore Edoardo Tortarolo, del Dipartimento di studi umanistici dell’Università del Piemonte Orientale. Una scelta non condivisa dall’Anpi, che darà vita a un altro evento.
Il presidente provinciale, Giacomo Ferrari, ha criticato l’autoritarismo della Prefettura: “La Prefettura, che da molti anni lasciava la scelta dell’oratore ufficiale all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, ha deciso di attivarsi e cercarselo in autonomia, purtroppo senza informarne in anticipo l’Anpi.”
I nazisti esistono ancora
Per loro la destra non prende in considerazione divieti o censure: nel giorno della Liberazione, i neonazisti Do.ra. di Varese andranno in tre cimiteri del varesotto per rendere onore ai caduti della Rsi. Iniziativa che si incastra in mezzo ad altre due provocazioni: il 20 aprile, giorno della nascita di Hitler, hanno fatto una festa; il 28 aprile faranno una parata a Dongo e Giulino di Mezzegra per ricordare il duce e Carletta Petacci.