La deresponsabilizzazione delle élite ai tempi del Coronavirus

La deresponsabilizzazione delle elite ai tempi del Coronavirus

La pandemia di Coronavirus ha messo in luce un problema che affligge ormai da anni il mondo della politica: la deresponsabilizzazione delle élite.

La distorsione del termine élite

Il termine “élite” ad oggi fa storcere il naso alla maggioranza che lo considerano per lo più un termine che indica la casta, quella classe di privilegiati che si riempie la pancia a spese dei poveri cittadini.
Tale demolizione o distorsione etimologica si deve principalmente ai partiti populisti, protagonisti della politica del nuovo millennio.
Nonostante di tali termini non sempre se ne sviscera il significato, tutti abbiamo un’idea generale di cosa essi significhino e di come agiscano ed influenzino la vita istituzionale.
La politica ha cambiato linguaggio e sono principalmente i partiti di opposizione appartenenti alle ali più estremiste a giovarne, ma non solo.

Un “cittadino come voi”

Come affermato precedentemente il linguaggio è uno strumento potente quando si tratta di mistificare la realtà.
Il politico populista decide quindi di utilizzarlo nella fidelizzazione dei suoi adepti, affermando che egli è “tale e quale a loro”; frustrato dal sistema che non dà  risposte e soluzioni  adeguate.
Si parla dunque “alla pancia” dei cittadini, si utilizzano argomenti che toccano i loro cuori, sempre con superficialità, professando utopiche quanto lineari soluzioni.
La casta, il sistema, le élite diventano il nemico numero uno del populista, un’appartenenza che egli stesso rifugia.

Ecco che egli riesce a creare la “grande bugia”, negando e ripudiando la sua posizione di “superiorità” nei confronti delle masse e di conseguenza deresponsabilizzandosi.

La deresponsabilizzazione delle élite

Il politico populista non è più (apparentemente) appartenente alla casta. Da tale assunto può iniziare ad agire come ogni normale cittadino, senza il timore che le sue azioni possano essere incriminate.
Si può quindi procedere a diffondere notizie false, dati sbagliati, si può abusare della propria posizione istituzionale e dei mezzi che essa offre, senza dover dare la minima spiegazione. Si può cavalcare la paura, giocare in maniera spregiudicata.
Se non si è élite, si è massa e quindi non si ha alcuna responsabilità o almeno essa è ridotta.

La deresponsabilizzazione delle élite ai tempi del Coronavirus

E cosa succede applicando questa forma mentis quando ci si trova ad affrontare una crisi come quella che stiamo vivendo?
Il Coronavirus non sembra aver spazzato via il populismo. Il concetto di élite come gruppo a cui viene affidato il potere per governare ma anche la responsabilità da parte dei cittadini non sembra essere tornato alla ribalta.
Contrariamente, in tanti paesi europei e non, abbiamo osservato atteggiamenti schizofrenici e appunto deresponsabilizzati da parte degli esponenti di questa cultura politica.
Inizialmente, abbiamo visto Donald Trump, Boris Johnson, i cari populisti nostrani negare la pericolosità del virus, rinfrancando la popolazione fin quando non si sono ritrovati migliaia di morti sulla coscienza.
Dopodiché, si è proceduto alla ricerca di un capro espiatorio; in un’altra nazione, in un’organizzazione internazionale, in un’altra fazione politica, senza ovviamente puntare mai il dito contro le scelte miopi fatte.
Si è così corsi ai ripari, con misure massicce che in alcuni paesi stanno sortendo fortunatamente il proprio effetto.

I populisti alla carica

Nella terza fase, quella che stiamo affrontando in questo momento, in cui si sta cercando di comprendere come pianificare il futuro e come saranno i mesi che ci aspettano, i populisti tornano alla carica.

 Comprendono (sfruttano?) la frustrazione di settimane di deprivazione e la volontà dei cittadini di tornare alla “normalità”.
Di recente Trump e Bolsonaro hanno iniziato ad appoggiare le proteste contro il lockdown. Quest’ultimo ha continuato a definire, durante il suo ultimo discorso pubblico il Coronavirus  “una montatura dei media”

Al fine di supportare la sua affermazione, ovviamente non giustificata dai reali dati del contagio, ha deciso di licenziare il Ministro della Sanità brasiliana.

Stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti, le cui proteste partite dal Michighan, hanno coinvolto altri stati come Arizona, Montana, Florida, Washington , Texas e Colorado, dopo il lasciapassare dello stesso Presidente Trump.

La deresponsabilizzazione delle élite in questo momento potrebbe provocare più danni che in qualsiasi altra situazione.

Si tratterebbe dello sviluppo di nuovi focolai, di nuovi contagi, di nuovi morti, che non possiamo più permetterci.

Arianna Pepponi

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