La dedica di Giulia: “a chi non ce l’ha fatta a laurearsi”

“Dedico la laurea a tutti gli studenti che non ce l’hanno fatta, che hanno l’ansia o che hanno preferito la morte”. Con questa dedica Giulia Grasso ha concluso la sua tesi di laurea in Lettere Antiche.

Giulia Grasso

Questa ragazza nel momento più esaltante del percorso accademico ha voluto ricordare chi quel percorso non è riuscito a concluderlo, e ha sottolineato che esiste una realtà che non è rappresentata dalle mille notizie di lauree prese in tempo e successi vari.

 

La dedica

Ecco le parole della 23enne barese postate su Instagram:

Il giorno della mia laurea non ho postato alcuna foto, né ho repostato nessuna storia. Ma ora voglio parlarne un po’ . Ho dedicato la mia tesi agli studenti universitari che sentono, o sentivano, di non farcela. A quelli che non ce l’hanno fatta. Perché ogni giorno sentiamo notizie riguardanti studenti che si laureano in tempo record, di ragazzi che frequentano due facoltà, e chi più ne ha più ne metta.

Prosegue Giulia:

Io invece ho voluto dedicare tutti i miei sforzi, e solo chi mi ha accompagnata in questo percorso sa quanto a volte sia stato difficile, a quelle persone che hanno preferito rinunciare, che sono state soffocate dall’ansia, che sono arrivate a preferire la morte piuttosto che a dover dire di non riuscire ad affrontare l’università italiana. Perché nessuno parla mai di loro. Perché nessuno pensa mai a chi non ce la fa più, a chi si porta quell’esame dietro per anni e non perché non studia, ma perché qualcuno ha deciso che quella domanda sulla nota a piè di pagina di uno dei tre libri da 500 pagine a cui non ha saputo rispondere, vale la bocciatura.




La realtà tenuta nascosta

Il percorso universitario è ostacolato da mille problematiche e ci sono difficoltà e sofferenze che spesso vengono sottovalutate o ignorate.

Molti studenti devono lavorare per mantenersi fuori sede perchè la crisi economica che ha colpito le famiglie non consente loro di poter mantenere un figlio all’Università.

Spesso poi gli esami diventano degli ostacoli insormontabili e lo studente si ritrova vittima di uno stress che compromette la sua salute fisica e psicologica. Sempre più numerosi sono gli studenti che soffrono di ansia e attacchi di panico e purtroppo abbiamo tutti sentito di qualche caso di suicidio.

Superare lo stigma e la vergogna per questo tipo di problemi è fondamentale e tutti gli studenti in difficoltà dovrebbero potersi rivolgere a figure professionali che possano sostenerli in momenti così delicati. La dedica di Giulia è importante proprio perchè ha acceso la luce su una tematica troppo spesso tenuta nascosta.

Avere un supporto psicologico gratuito all’Università sarebbe un grande segno di inclusione, nessuno dovrebbe sentirsi perso.

I dati di abbandono degli studi

La carriera accademica può essere poi ostacolata dai mille problemi che la vita ci pone davanti e quindi arrivare alla laurea e un successo molto più grande di quello che si può pensare.

Secondo i dati Eurostat del 2016 sono stati più di 3 milioni i giovani europei che hanno abbandonato gli studi universitari. L’Italia è ai primi posti in questa classifica negativa, con oltre 500mila studenti che hanno lasciato gli studi prima di conseguire la laurea.

A questo punto bisognerebbe chiedersi se l’Italia e le sue istituzioni stiano facendo abbastanza per gli studenti. Considerate le difficoltà nel trovare un lavoro dopo il conseguimento del titolo la risposta è chiaramente negativa.

A chi non ce l’ha fatta, a chi ha mollato, a chi non si è sentito all’altezza, a chi ha trovato solo porte chiuse, a chi non crede più in se stesso, a chi ha pianto notti intere pensando a quell’esame, a chi non è riuscito a respirare per l’ansia, a chi si è dato la colpa di ogni fallimento, a chi ha preferito morire invece che fallire ancora. A me, che alla fine ce l’ho fatta.

Complimenti e congratulazioni alla Dottoressa Grasso per aver raggiunto il suo obbiettivo, ma soprattutto per la sua bellissima dedica. Grazie di aver sollevato questo argomento con grande sensibilità e altruismo.

Alessandro Milia

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