La danza a Kibera è una via di fuga, una speranza, e una testimonianza della forza della resilienza umana. Nella più grande baraccopoli dell’Africa, dove la povertà e la sovrappopolazione fanno parte della realtà quotidiana, la danza si è trasformata in un faro di luce per i giovani che sognano un futuro diverso. In questo angolo nascosto di Nairobi, la danza a Kibera è molto più di un’arte, è una forza trasformatrice che sta cambiando vite e comunità.
Nel cuore della sterminata baraccopoli di Kibera, la più grande dell’Africa e una delle più grandi al mondo, in un ambiente caratterizzato da povertà e sovrappopolazione, un uomo ha deciso di portare la luce della danza. Michael Wamaya, un keniota che ha studiato danza in Europa, è tornato nella sua terra natale nel 2008, in un momento di crisi e tensioni, per fare la differenza nella vita dei bambini di Kibera.
La dura realtà di Kibera
Kibera è una realtà cruda e difficile da immaginare. Con oltre due milioni e mezzo di abitanti, occupa solo il 5% della superficie di Nairobi, ma rappresenta più della metà della sua popolazione. La sovrappopolazione e la povertà rendono questo luogo una sfida straordinaria per la crescita dei bambini. Molti vivono con meno di un dollaro al giorno, e l’accesso all’elettricità e all’acqua potabile è un lusso che pochi possono permettersi.
Michael Wamaya: da Ballerino a mentore
Michael Wamaya è diventato ballerino per necessità a soli 13 anni, dopo la morte del padre, per aiutare la sua famiglia economicamente. Ha studiato danza in Europa, ma ha sentito il richiamo della sua comunità in un momento in cui il Kenya attraversava momenti di crisi. Ha iniziato a insegnare danza classica come attività extracurricolare per i bambini orfani e vulnerabili di Kibera.
In assenza di strutture adeguate, ha trasformato spazi scolastici in studi di danza improvvisati, dove i giovani ballavano a piedi nudi su pavimenti irregolari. Nel 2017, grazie a raccolte fondi e donazioni, Wamaya ha aperto il suo centro di danza, chiamato Project Elimu, che significa “conoscenza” in kiswahili. La missione del progetto è chiara: offrire uno spazio sicuro ai bambini, allontanandoli dalla strada e dalla povertà.
Danza come terapia e crescita personale
Oltre a insegnare danza, il centro di Project Elimu cerca di colmare la mancanza di spazio e opportunità che i giovani di Kibera affrontano ogni giorno. La danza viene utilizzata come uno strumento terapeutico per aumentare la fiducia e l’autostima dei partecipanti. Il programma di balletto mira a esplorare il potenziale umano e la creatività degli studenti, e ha portato a una diminuzione dei tassi di abbandono scolastico e gravidanze adolescenziali.
Il fondatore del centro, Michael Wamaya, è stato nominato tra i dieci finalisti del Varkey Foundation Global Teacher Prize 2017, un riconoscimento per il miglior insegnante del mondo. Sebbene non abbia vinto, la sua dedizione e il suo impatto sulla comunità sono stati evidenti.
Un luogo sicuro e una comunità che cresce
Oltre alla danza classica, Project Elimu offre ora corsi di danza africana, jazz e altre discipline come la boxe e lo skateboard. Rimane comunque un luogo sicuro e gratuito per i giovani di Kibera, nonostante non riceva ancora aiuti governativi. Il centro accoglie sempre più ragazzi con disabilità, dimostrando l’apertura e l’inclusione della sua missione.
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L’impatto sociale di Project Elimu si estende ben oltre la danza stessa, coinvolgendo molte famiglie e residenti locali. La comunità che si è formata attorno al centro include artigiani che confezionano scarpette da ballo e tutù per i giovani ballerini. Gli spettacoli pubblici degli studenti sono momenti molto attesi e partecipati.
Michael Wamaya ha una visione chiara per il futuro:
“La vita nello slum è dura, e se ci vorrà il ballo per cambiare le cose quaggiù, lo farò fino alla fine.”
In un luogo come Kibera, dove la speranza è spesso difficile da trovare, Project Elimu continua a illuminare il cammino dei giovani, offrendo loro un luogo dove sognare e credere in se stessi.