Lo stupro come arma di potere: da Circeo a Palermo, una ferita che non si rimargina

Cultura dello stupro: non una di meno, insieme contro la violenza sulle donne

Basta! Diciamo NO alla cultura dello stupro

48 anni dopo il Massacro del Circeo, la storia si ripete a Palermo: una ragazza di 21 anni viene violentata da un branco di ragazzi. Due episodi di efferata brutalità che, seppur distanti nel tempo e nello spazio, sono accomunati da un’unica, tragica matrice: la cultura dello stupro.

Il Massacro del Circeo: 29 settembre 1975. Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due giovani donne, vengono rapite e sequestrate nella villa di San Felice Circeo di proprietà della famiglia Ghira. Per due giorni, le due amiche subiscono torture e violenze inaudite da parte di tre ragazzi della Roma bene: Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira. Rosaria non sopravvive alle sevizie. Un delitto che sconvolse l’Italia, aprendo uno squarcio su una realtà di misoginia e sopraffazione fino ad allora tenuta sotto silenzio.

Palermo, 2023: una ragazza di 21 anni viene aggredita e violentata da sette coetanei in un bar. La dinamica del branco, la ferocia dell’aggressione, l’eco di un dolore che non si placa. La storia di Palermo riecheggia quella del Circeo, mostrando come la cultura dello stupro sia ancora ben radicata nella nostra società.

Perché ancora oggi?

Stereotipi di genere, misoginia e sessismo alimentano un clima di permissività verso la violenza sulle donne. Le vittime vengono colpevolizzate, messe in discussione, sbeffeggiate. La loro parola viene messa in dubbio, mentre i carnefici vengono dipinti come mostri isolati, deresponsabilizzando una società che li ha nutriti. La violenza sulle donne è una drammatica realtà che affligge la nostra società.

Spesso, i media raccontano questo fenomeno in modo sensazionalistico e spettacolare, con dettagli cruenti e immagini forti che non aiutano a comprendere la gravità del problema e rischiano di rivittimizzare le donne. Talvolta, si mettono addirittura in discussione i loro comportamenti, alimentando il senso di colpa e la vergogna e dissuadendo altre donne dal denunciare.

Inoltre, spesso manca un’analisi approfondita delle cause profonde della violenza, come la cultura dello stupro e la misoginia, concentrandosi unicamente sul singolo caso di cronaca. Ma l’offerta di una formazione specifica per i giornalisti sul tema della violenza di genere, l’adozione di un linguaggio rispettoso e non colpevolizzante e una maggiore attenzione all’analisi delle cause profonde del fenomeno potrebbero bastare, da soli, a superare questo aspetto?

Perché la lotta contro la violenza sulle donne è ancora una sfida complessa?

Si tratta sicuramente di passi importanti, ma non sono sufficienti per sconfiggere la violenza sulle donne. Perché? La cultura dello stupro è profondamente radicata nella nostra società. È presente in molti aspetti della nostra vita quotidiana, dalla pubblicità ai film, e influenza il modo in cui pensiamo e parliamo delle donne. Per sconfiggere la violenza sulle donne, è necessario un cambiamento culturale profondo che vada oltre i media.

Inoltre, le donne che subiscono violenza spesso non denunciano. Le ragioni sono diverse: paura, senso di colpa, vergogna, mancanza di fiducia nelle istituzioni. Per incoraggiare le donne a denunciare, è necessario rafforzare il sistema di sostegno alle vittime e creare un clima di maggiore accoglienza e supporto. Le leggi contro la violenza sulle donne non sono sempre sufficienti. In alcuni casi, le pene per i reati di violenza sulle donne sono troppo basse. Inoltre, il femminicidio non è ancora riconosciuto come un reato autonomo in tutti i paesi. È pertanto fondamentale rafforzare le leggi e le misure di protezione per le donne.

Dalle strade alle istituzioni: la lotta per il cambiamento

Le donne che hanno subito violenza hanno bisogno di un sostegno concreto. È fondamentale che abbiano accesso a servizi di assistenza psicologica e legale gratuiti e facilmente accessibili, che le aiutino ad affrontare il trauma e a ricostruire la propria vita. Inoltre, possono aver bisogno di percorsi di reinserimento sociale per ritrovare un lavoro, una casa e una rete di supporto. È importante anche realizzare campagne di sensibilizzazione per informare le donne sui loro diritti e sulle risorse disponibili per aiutarle.

La lotta contro la cultura dello stupro e la violenza sulle donne richiede un impegno comune da parte di tutti: istituzioni, media e cittadini. Solo con un cambiamento culturale e un rafforzamento del sistema di sostegno alle vittime potremo sconfiggere questa piaga.

Perché la memoria del Massacro del Circeo e di tutte le altre violenze non sia vana.

Perché nessuna donna debba mai più subire una simile atrocità.

Perché il rispetto e la dignità di ogni essere umano siano finalmente una realtà.

Perché il futuro sia davvero libero dalla violenza. 

Veronica Esposito

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