La crudeltà nascosta dietro al divertimento su TikTok

divertimento su TikTok

L’era digitale ci ha regalato strumenti straordinari per esprimerci, condividere gioie e scoprire nuove forme di divertimento. Ma cosa accade quando il divertimento su TikTok si tramuta in crudeltà? Questa è la realtà inquietante che si cela dietro a uno dei fenomeni più controversi dei social media.


Dal suo debutto nel 2016 sotto il nome di Musical.ly, l’applicazione di condivisione di video TikTok, conosciuta come “Douyin” in Cina, ha rapidamente conquistato un vasto pubblico, in particolare la Generazione Z. Tuttavia, dietro la maschera di innocuo intrattenimento, si celano preoccupazioni che non possono essere ignorate.

Nell’ultimo periodo, uno specifico account TikTok ha attirato un numero crescente di follower grazie alla condivisione di un video che ha raggiunto la strabiliante cifra di 81,7 milioni di visualizzazioni. In questo video, tre donne si divertono al karaoke, una scena apparentemente normale che diventa un problema quando ci si rende conto che tra loro c’è Xiao Xiao, una donna di 36 anni che soffre di una malattia rara, la Sindrome di Seckel.

Il problema non è tanto la viralità del video, che ha portato un sorriso a molti spettatori, ma piuttosto la psicosi collettiva scaturita dalla sua diffusione, condiviso senza alcuna riflessione sulla malattia di Xiao Xiao. Questo ha dato vita a tendenze che si sono concentrate in modo preoccupante sull’aspetto fisico particolare di Xiao Xiao.

Sebbene su TikTok cinese ci siano video che documentano la vita quotidiana di Xiao Xiao e della sua famiglia, i video più noti sono quelli in cui viene provocata, presa in giro e costretta a reagire negativamente. Questi video hanno alimentato il bullismo, creando una situazione altamente inquietante. Una semplice ricerca sul social network rivela termini come “dobby girl” o “dobby” (in riferimento all’elfo di Harry Potter) che rimandano quasi esclusivamente a Xiao Xiao.

Ancora più inquietante è il fatto che alcuni utenti abbiano iniziato a imitare Xiao Xiao, cercando di replicare la sua acconciatura e la sua rabbia. Alcune persone si sono persino travestite come lei, suggerendo di usare il suo aspetto come costume per Halloween. Sono stati creati filtri che consentono agli utenti di assumere le sembianze di Xiao Xiao, dai suoi capelli al suo volto, in un atto di totale mancanza di empatia.

Oltre a Xiao Xiao, la sua amica Wolong, una donna di 28 anni con disabilità, sta diventando popolare sul web. Purtroppo, sappiamo poco di lei, tranne che la sua famiglia si è trasferita vicino a quella di Xiao Xiao dopo il crollo della sua casa natale in una zona rurale della Cina. Secondo la madre di Wolong, la sua partecipazione ai social ha migliorato la sua vita, rendendola più socievole e interattiva con gli altri. L’obiettivo è quello di sensibilizzare le persone sulle disabilità, specialmente nelle zone più remote della Cina, dove le persone con disabilità sono spesso emarginate.

Tuttavia, tutta questa esposizione ha portato a un aumento del bullismo, con la creazione di pagine fan dedicate a Xiao Xiao e post che ne ridicolizzano le caratteristiche estetiche e la sua rabbia. Queste azioni sono dolorosamente lontane dall’essere espressione d’amore. Wolong, purtroppo, subisce lo stesso trattamento, con frasi come “Vivi, ridi, Wolong” e altre simili. Le loro peculiarità diventano spesso oggetto di scherno, dimenticando quanto queste situazioni possano essere frustranti per coloro che le vivono.

È fondamentale comprendere che creare contenuti senza considerare le conseguenze sulle persone coinvolte, sia nella vita reale che in quella virtuale è estremamente dannoso. Sui social media, tutti noi abbiamo un pubblico e una responsabilità. Il potere delle condivisioni è enorme, e il nostro raggio di influenza può espandersi in modo imprevedibile. Far sembrare normale o innocuo il travestimento da una persona con una rara malattia è una forma di insensibilità che mina gli sforzi per educare il pubblico sulla sensibilizzazione delle disabilità.

Impariamo a pensare prima di agire, a considerare il peso delle nostre azioni sui social media e a ricordare che l’inclusione richiede consapevolezza. Senza una comprensione più profonda, rischiamo di vedere sempre più persone come Xiao Xiao sfruttate per il divertimento a spese della loro dignità e della nostra umanità.

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