La crisi in Yemen è sempre più pericolosa dopo gli attacchi di USA e GB

crisi in Yemen

La crisi in Yemen ha raggiunto nuovi livelli di tensione, con gli Stati Uniti e il Regno Unito che hanno lanciato raid notturni contro obiettivi Houthi nelle regioni sotto il loro controllo. Questa escalation è una risposta agli attacchi del gruppo filo-iraniano contro navi nel Mar Rosso, ampliando una delle crisi più gravi in una delle regioni più instabili del Medio Oriente. Gli impatti di questo conflitto si estendono globalmente, con conseguenze significative per l’economia e la sicurezza marittima.

Confronto navale e impatti economici

In una notte di intensa azione militare, le forze armate degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno condotto raid contro molteplici obiettivi Houthi nelle aree controllate dallo Yemen, scatenando un ampliarsi del conflitto in una delle regioni più instabili del Medio Oriente. La crisi in Yemen e la sua escalation senza precedenti è una risposta agli attacchi del gruppo Houthi contro le navi nel Mar Rosso, considerati una “vendetta” nei confronti di Israele per la sua campagna militare a Gaza.

Gli attacchi hanno costretto le principali compagnie petrolifere e di navigazione di tutto il mondo a sospendere il transito attraverso una delle rotte commerciali marittime più cruciali al mondo, con potenziali conseguenze devastanti per l’economia globale. Il prezzo del greggio risulta infatti già in rialzo.

Le navi da guerra della Marina degli Stati Uniti hanno intercettato decine di droni e missili lanciati dai ribelli Houthi nelle ultime settimane. Questi attacchi hanno provocato interruzioni nel traffico marittimo, influenzando alcune delle più grandi compagnie petrolifere e di spedizioni a livello mondiale.

In risposta, gli Stati Uniti, insieme a oltre 20 nazioni, hanno avviato l’operazione ‘Prosperity Guardian’ per salvaguardare la navigazione nella regione. L’Italia, come confermato dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha garantito il suo sostegno alla missione, contribuendo con la fregata Virginio Fasan per compiti di supporto associato.

Chi sono i ribelli Houthi?

Il movimento Houthi, noto anche come Ansarallah (Sostenitori di Dio), è emerso negli anni ’90 sotto la guida di Hussein al-Houthi, sostenitore di un risveglio religioso ispirato allo Zaidismo, un ramo dell’Islam sciita. Il movimento mirava a rappresentare gli Zaiditi, emarginati dopo l’ascesa del regime sunnita nel 1962. Nonostante la morte di Hussein al-Houthi nel 2004, il movimento è persistito. Sfruttando il malcontento pubblico nel 2011, hanno preso il controllo della provincia di Saada, protestando contro il supporto del presidente Ali Abdullah Saleh all’invasione statunitense dell’Iraq.



Dopo aver preso il controllo di parti di Sanaa nel 2014, i ribelli Houthi hanno intensificato il conflitto, portando all’intervento di una coalizione guidata dall’Arabia Saudita nel 2015. La guerra, con circa 250.000 vittime stimate, ha coinvolto potenze regionali, con l’Iran a sostegno dei ribelli Houthi. Sviluppi recenti indicano un miglioramento delle capacità militari Houthi, inclusa la produzione potenziale di armamenti di precisione a livello nazionale in particolar modo nel periodo dell’attuale crisi in Yemen.

Risposta globale e misure difensive

A dicembre, i ribelli Houthi hanno lanciato missili balistici a medio raggio contro Israele, aumentando le tensioni. La recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che condanna gli attacchi Houthi al largo delle coste yemenite sottolinea la preoccupazione della comunità internazionale.

Gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Australia, il Bahrein, il Canada, la Danimarca, la Germania, i Paesi Bassi, la Nuova Zelanda e la Corea del Sud hanno affermato congiuntamente il loro impegno a difendere la libertà di navigazione contro le minacce e la crisi in Yemen. L’Italia, sebbene non partecipi agli attacchi aerei, fa parte della coalizione europea che lavora per alleviare le tensioni nel Mar Rosso.

Giustificazione del Presidente Biden

Il presidente Joe Biden ha affermato che gli Stati Uniti, il Regno Unito e i loro alleati hanno lanciato gli attacchi recenti come risposta agli attacchi Houthi che minacciano la navigazione globale. Queste azioni mirate hanno lo scopo di preservare la libertà di navigazione e contrastare le minacce Houthi in una delle vie d’acqua più critiche del mondo. Biden ha sottolineato la necessità di difendersi dagli attacchi Houthi e mantenere la sicurezza di questa vitale rotta commerciale marittima, che la crisi in Yemen sta minando pericolosamente.

Sostegno internazionale e preoccupazioni Saudite

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha giudicato gli attacchi contro gli obiettivi Houthi necessari e proporzionati, considerando i continui attacchi Houthi nel Mar Rosso e la necessità di fermare la crisi in Yemen. L’Arabia Saudita ha espresso grande preoccupazione, esortando a evitare ulteriori escalation. La comunità internazionale, rappresentata da oltre 40 nazioni, è unita nella condanna delle minacce Houthi contro la navigazione commerciale e i marinai.

Risposta Houthi e impatto globale

Il portavoce Houthi Mohammed Abdulsalam ha confermato l’intenzione di colpire le navi legate ad Israele nel Mar Rosso, condannando gli attacchi aerei come un’aggressione ingiustificata contro lo Yemen. Il presidente turco Erdogan ha accusato gli Stati Uniti e il Regno Unito di cercare una strage nel Mar Rosso, criticando ciò che ha percepito come un uso sproporzionato della forza.

Diplomazia in corso e prospettive future

La situazione della crisi in Yemen è in evoluzione, con sforzi diplomatici in corso per ridurre le tensioni nel Mar Rosso. Il mondo osserva mentre le potenze globali navigano tra le complessità del Medio Oriente, cercando di bilanciare le preoccupazioni per la sicurezza con la cooperazione internazionale per garantire la libertà e la stabilità della navigazione marittima.

Lucrezia Agliani

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