La Sicilia continua a fare i conti con una crisi idrica senza precedenti. Province come Enna e Caltanissetta, fino ad arrivare ad Agrigento sono in ginocchio, costrette a razionamenti dell’acqua a causa della prolungata siccità che ha ridotto drasticamente le riserve idriche. La gestione dell’acqua è al centro di un conflitto tra amministrazioni locali, mentre i cittadini si trovano a fronteggiare gravi disagi nella vita quotidiana.
Il cuore del conflitto: la diga Ancipa
La diga Ancipa, situata sul fiume Troina, è al centro delle tensioni per quella che sta diventando una delle crisi idriche più complesse da affrontare tra le province di Enna e Caltanissetta. Con una capacità originaria di oltre 30 milioni di metri cubi, l’invaso è sceso a meno di 290mila metri cubi disponibili. Questo ha spinto i sindaci di cinque comuni della provincia di Enna – Troina, Cerami, Gagliano Castelferrato, Nicosia e Sperlinga – a protestare con fermezza. Sabato scorso, hanno occupato l’impianto di potabilizzazione per cercare di interrompere l’erogazione verso Caltanissetta e San Cataldo, ma senza successo.
La cabina di regia per l’emergenza idrica aveva deciso di ripristinare l’erogazione verso i comuni del nisseno, aggravando la situazione per i comuni dell’ennese che dipendono interamente dall’Ancipa. Fabio Venezia, sindaco di Troina e deputato regionale del PD, ha sottolineato come la decisione abbia portato i livelli idrici dell’invaso a una soglia critica, sufficiente per soli sei giorni.
Disagi quotidiani per i cittadini tra Enna e Caltanissetta
La carenza d’acqua ha trasformato la vita quotidiana. Nei comuni colpiti di Enna e Caltanissetta, i residenti devono adattarsi a orari limitati per l’erogazione: sveglie notturne per riempire serbatoi, lavatrici avviate in orari scomodi, e bar costretti a servire caffè in bicchieri di plastica. Gli ospedali, le scuole e le attività commerciali affrontano problemi logistici legati alla scarsità d’acqua, mentre nelle città si moltiplicano i serbatoi privati sui tetti delle abitazioni.
Le infrastrutture idriche esistenti, già in pessime condizioni, aggravano la crisi. Secondo l’Istat, oltre il 50% dell’acqua trasportata dalle tubature siciliane va perduto per via di dispersioni. Questa inefficienza strutturale è stata denunciata dal “Comitato Senz’Acqua Enna”, che chiede interventi immediati per modernizzare il sistema.
Soluzioni temporanee e scontri istituzionali
Caltanissetta, pur avendo individuato nuove falde acquifere a Butera, non è ancora in grado di sfruttarle a causa di una conduttura rotta. Questo ha costretto le autorità regionali a proseguire il rifornimento dalla diga Ancipa come misura temporanea. La situazione ha però inasprito i rapporti tra le province di Enna e Caltanissetta, con accuse reciproche e richieste di soluzioni definitive.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha cercato di rassicurare i cittadini, promettendo l’installazione di dissalatori mobili entro l’estate e nuovi interventi sulle infrastrutture. Tuttavia, critiche sono arrivate dall’opposizione, che accusa la Regione di non aver agito per tempo e di aver lasciato che la crisi degenerasse.
Un piano di bacini di accumulo per affrontare il problema
Coldiretti ha proposto un piano di invasi con pompaggio per contrastare l’emergenza idrica in Sicilia e nel Meridione. Questo progetto, definito sostenibile e immediatamente cantierabile, prevede la costruzione di laghetti per raccogliere e conservare l’acqua piovana, limitando l’impatto delle piogge torrenziali. L’obiettivo è raddoppiare la capacità di raccolta dell’acqua e garantire riserve sufficienti nei periodi di siccità.
Un problema nazionale
La crisi idrica siciliana, che non si limita solamente alle province di Enna e Caltanissetta – che rimangono però le più problematiche – riflette una problematica più ampia che colpisce tutto il Meridione. Secondo Coldiretti, la siccità ha provocato un calo significativo nella produzione agricola: meno grano per la pasta e il pane, meno olio d’oliva e una riduzione del 13% nella produzione di vino. L’assenza di piogge e la cattiva gestione delle risorse rischiano di compromettere l’economia e il benessere delle regioni del Sud Italia.
Una gestione più efficace è necessaria
L’emergenza idrica in Sicilia non è solo un problema climatico, ma anche gestionale. La mancanza di pianificazione e di investimenti adeguati ha reso la crisi più acuta. Se non verranno adottate soluzioni strutturali a breve termine, altre aree, come Palermo, potrebbero presto trovarsi nella stessa drammatica situazione di Enna e Caltanissetta.