La crisi climatica compromette la produzione dell’olio d’oliva

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fonte: www.michelagiuffrida.it

L’industria dell’olio d’oliva, da tempo considerata uno dei pilastri dell’agricoltura italiana, si trova in una fase di profonda trasformazione. La crisi climatica compromette la produzione dell’olio, mettendo a repentaglio non solo la stabilità economica dei produttori, ma anche la qualità e la disponibilità di uno degli alimenti più iconici della dieta mediterranea.


L’industria dell’olio d’oliva in Italia sta affrontando una delle sue sfide più significative nel 2023. Esaminare attentamente le ragioni dietro il calo della produzione di olio d’oliva, significa mettere in evidenza i fattori climatici e gli eventi avversi che hanno contribuito a questa crisi. Inoltre, è fondamentale soffermarsi sull’impatto dei prezzi crescenti del mercato dell’olio d’oliva e le conseguenze sul comportamento di acquisto dei consumatori.

Crisi nella produzione di olio d’oliva italiano

L’anno 2023 è un periodo di grande preoccupazione per i produttori di olio d’oliva in Italia, con una prevista riduzione della produzione che oscilla tra il 50% e addirittura il 100%, secondo un’analisi condotta dalla Cia Agricoltori Italiani. Questo calo significativo è stato attribuito a diversi fattori, di cui il primo è stato il clima anomalo. Il caldo insolito che ha colpito le regioni olivicole italiane durante i mesi di maggio e giugno ha causato un fenomeno noto come “cascola”, la caduta prematura dei frutti di olive, impedendo loro di maturare adeguatamente.

Un altro elemento critico che ha influito negativamente sulla produzione è stato l’attacco della mosca, iniziato a fine luglio, con una perdita stimata tra il 40% e il 50% del raccolto. Questo problema ha gravemente compromesso la quantità di olive disponibili per la spremitura, aggravando ulteriormente la crisi dell’olio d’oliva.

Il ruolo dei cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici hanno svolto un ruolo significativo in questa crisi. Il presidente provinciale della Cia Agricoltori, Matteo Carboni, ha sottolineato come gli effetti climatici abbiano influito negativamente sull’olivicoltura italiana. In particolare, inverni sempre più miti seguiti da gelate primaverili tardive hanno danneggiato la coltivazione. Le frequenti e intense piogge hanno compromesso la fioritura e l’impollinazione delle olive, mentre un’estate con temperature eccezionalmente elevate, superando i 30 gradi Celsius, ha ulteriormente danneggiato la produzione.

Il risultato di questi fattori è stato un calo drastico nella quantità di olive mature disponibili per la raccolta. L’impollinazione scarsa e le temperature estreme hanno portato al precoce distacco dei frutti dagli alberi, contribuendo ulteriormente al crollo della produzione.

Impatto sui prezzi dell’olio d’oliva

Il 2023 sarà probabilmente ricordato come l’anno dei record nei prezzi dell’olio d’oliva. Un rapporto di Ismea ha evidenziato che la scarsa produzione durante la stagione attuale, combinata alle preoccupazioni per la prossima raccolta in Spagna, ha fatto aumentare i prezzi all’ingrosso in maniera senza precedenti nei primi sei mesi dell’anno.

Il prezzo all’ingrosso dell’olio extravergine di oliva (EVO) è cresciuto del 49%, in linea con quanto osservato in Spagna, dove il prezzo medio dell’extravergine ha superato i 6 euro al chilo, un livello mai raggiunto prima. Anche in Grecia e Tunisia, i prezzi medi dell’olio d’oliva hanno registrato aumenti superiori al 50% in giugno, allineandosi alle tendenze spagnole.


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L’industria dell’olio d’oliva in Italia sta affrontando una crisi senza precedenti nel 2023, causata da una combinazione di fattori climatici avversi, compresi cambiamenti climatici, temperature estreme, piogge intense e l’attacco della mosca. Questi eventi hanno portato a una drastica riduzione della produzione di olio d’oliva, con un impatto significativo sui prezzi. Gli aumenti dei costi hanno influenzato negativamente il comportamento d’acquisto dei consumatori, con una diminuzione delle vendite di olio extravergine e un aumento delle vendite di olio di sansa di oliva, il segmento più economico del mercato. Resta da vedere come l’industria si riprenderà da questa crisi e come influenzerà il mercato dell’olio d’oliva nel prossimo futuro.

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