L’Italia si trova di fronte a una crisi che morde profondamente le tasche dei cittadini, creando un divario crescente tra chi ha e chi non ha. Le disuguaglianze sociali ed economiche stanno aumentando ad un ritmo preoccupante, e questo fenomeno genera inevitabilmente la profonda crisi abitativa che interessa sempre più famiglie del nostro Paese.
Nel tessuto ormai logoro dell’Italia contemporanea, la crisi economica continua a mordere, mentre le disuguaglianze crescono inesorabilmente. Mentre alcuni cercano di manipolare i dati per far sembrare “normali” situazioni di sofferenza abitativa, e il governo sembra preferire ignorare l’elefante nella stanza, finalmente i dati reali sono stati resi pubblici. Questi dati, sebbene con un ritardo inaccettabile, gettano luce sulla cruda realtà, sfondando il velo dell’ipocrisia che circonda questa situazione.
Emergono dati inequivocabili: più dell’80% delle nuove sentenze di sfratto è dovuto a morosità, mentre solo il 6,72% riguarda necessità dei proprietari. Nel corso del 2022, sono state eseguite oltre 30.000 esecuzioni forzate, traducendosi in 150 famiglie gettate per strada ogni giorno. Nella maggior parte dei casi, non c’è stato alcun intervento pubblico per sostenere coloro che si trovano in difficoltà economica, sociale e sanitaria.
Il 2022 ha visto un aumento del 200% nelle richieste di esecuzioni forzate, indicando un potenziale ulteriore aumento delle azioni forzate da parte delle autorità nell’anno a venire.
Da segnalare che a partire dal 2023, i fondi per il sociale degli affitti e per la morosità incolpevole non saranno più disponibili, poiché sono stati cancellati dal governo nella legge di bilancio precedente. Questo aggiunge ulteriori preoccupazioni all’eliminazione del contributo per l’affitto fino a 280 euro al mese, precedentemente incluso nel reddito di cittadinanza.
Una panoramica dei dati evidenzia chiaramente che la crisi abitativa è una questione che coinvolge l’intero Paese, dalla punta più a Nord a quella più a Sud. Gli effetti devastanti della deregolamentazione degli affitti brevi e turistici sono evidenti in molte città italiane.
Ad esempio:
- Richieste di esecuzione a Milano sono aumentate del 647,90%, a Perugia del 2511,11%, a Firenze del 275%, a Roma del 200,55%, a Massa Carrara del 405,48%, a Terni del 316,44%, ad Ancona del 379,28%, a Fermo del 535,56%, a Palermo e Messina di oltre il 330%, a Vercelli del 396,43%, ad Aosta del 307,46%, e a Varese del 381,40%.
- Gli sfratti eseguiti con la forza pubblica sono aumentati in modo allarmante a Venezia del 587,07%, a Milano del 611,63%, a Napoli del 287,81%, a Roma del 364%, a Messina del 321%, a Padova del 342,71%, a Firenze del 340%, a Trieste del 257,15%, e a Bolzano del 221,05%.
In passato, avevamo descritto questa situazione come una “bomba ad orologeria” nell’anima delle nostre città. Oggi, sembra che il conto alla rovescia sia iniziato. Il governo Meloni può ancora ignorare questa realtà? È importante ricordare che la maggioranza ha sottolineato la necessità di rifinanziare i fondi cancellati, e il Ministro Salvini ha promesso di agire in questa direzione in risposta a interrogazioni delle opposizioni. Tuttavia, nella NADEF, la questione rimane irrisolta. È evidente che il governo e la maggioranza stanno percorrendo una strada incerta.
È il momento di mobilitarci con determinazione. La crisi abitativa è un problema che riguarda l’intera nazione, e dobbiamo unire le forze per trovare soluzioni che assicurino una casa dignitosa per tutti i cittadini italiani.