Le aule scolastiche di tutto il mondo sono il luogo in cui le giovani menti vengono plasmate in modo profondo e duraturo. Un aspetto spesso trascurato di questo processo educativo è il ruolo cruciale svolto dalle ideologie attraverso i libri scolastici.
Nelle aule scolastiche di tutto il mondo, i libri di testo hanno svolto un ruolo di primo piano nel plasmare le menti dei giovani. Spesso considerati semplici strumenti di apprendimento, in realtà svolgono una funzione molto più profonda: trasmettono una visione del mondo e contribuiscono a definire il rapporto dei giovani con la realtà che li circonda.
Il manuale scolastico, al di là della sua funzione didattica, è un veicolo di ideologie. Esso, in modo più o meno esplicito, veicola una rappresentazione della società in cui è stato prodotto, insieme a una visione del mondo ben definita. Non si limita a riflettere la realtà, ma la organizza e la legittima. In questo modo, i libri scolastici influenzano la formazione delle identità individuali e collettive, contribuendo a plasmare il pensiero degli studenti.
La potenza di questi libri risiede nella loro capacità di plasmare la percezione della realtà da parte degli studenti. L’approccio con cui vengono insegnati e il contenuto che trasmettono influenzano in modo significativo lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale degli studenti. Se l’istruzione si basa su presupposti errati, i libri di testo possono diventare uno strumento per rafforzare un sistema di dominio.
Un aspetto cruciale è l’ideologia eurocentrica che permea molti libri scolastici. Questa visione del mondo è radicata nella convinzione secolare che le culture occidentali siano superiori alle altre. L’Occidente è spesso presentato come il centro della storia mondiale, il modello di sviluppo economico e l’ideale da seguire o, addirittura, da imporre.
Tale complesso di superiorità porta spesso a valutare le altre culture in base ai criteri occidentali, ignorando le loro differenze e peculiarità. Questo può portare a semplificazioni e stereotipi dannosi. Ad esempio, molti libri scolastici occidentali rappresentano le culture africane come primitive e sottosviluppate, relegando la loro storia al colonialismo e alla schiavitù.
Omissioni e distorsioni contribuiscono a falsare la storia dei popoli del “Terzo Mondo” prima dell’arrivo degli europei. Questi popoli vengono presentati come incapaci di creare istituzioni o civiltà soddisfacenti da soli, alimentando il mito della superiorità occidentale.
Anche la rappresentazione dei popoli nativi delle Americhe spesso non tiene conto della loro resistenza attiva alla conquista europea e delle loro tecniche di sopravvivenza. Inoltre, il massacro di queste popolazioni è spesso edulcorato, riducendolo a “non avevano armi abbastanza sviluppate”.
La colonizzazione e le forme di schiavitù vengono presentate come portatrici di benefici per le popolazioni soggiogate, ignorando le atrocità commesse.
Tutto questo contribuisce a creare generazioni di studenti che considerano le culture non occidentali come inferiori, problematiche o addirittura minacciose. Emergono comportamenti discriminatori, razzisti e la convinzione del “salvatore bianco”, che vede l’Occidente come l’unico faro di civiltà.
L’assenza di rappresentazioni di scienziati, intellettuali e artisti non occidentali in ambiti come l’arte, la filosofia e la letteratura perpetua ulteriormente questa visione distorta del mondo. Gli autori non bianchi sono spesso ignorati o relegati a note a piè di pagina.
Questi libri scolastici creano giovani incapaci di identificarsi in figure positive al di fuori del dominio occidentale. Per le minoranze etniche, il campo delle opportunità si restringe e si perpetua una gerarchizzazione sociale basata su criteri razziali.
In un momento in cui il dibattito pubblico è avvelenato da tensioni identitarie e disinformazione, è cruciale esaminare attentamente come tali tematiche siano affrontate nell’istruzione. L’educazione dovrebbe promuovere un’appropriata analisi critica, inclusiva e basata sui fatti, attraverso l’inclusione di voci diverse e una riflessione ponderata.
La lotta contro la xenofobia inizia nelle scuole, e la riforma del sistema educativo è essenziale per affrontare queste problematiche. È tempo di porre fine alla perpetuazione di ideologie dannose nei libri di testo e promuovere una visione del mondo più inclusiva e rispettosa delle differenze. Solo allora potremo sperare di costruire un futuro in cui le menti dei giovani siano libere da pregiudizi e pronte a abbracciare la diversità del mondo che li circonda.