Nel mondo dei diritti umani, un importante passo avanti è stato compiuto recentemente quando la Corte Europea ha accolto il ricorso delle lavoratrici del sesso contro la criminalizzazione delle loro attività.
Nell’ambito dei diritti umani e della lotta per la giustizia sociale, il 31 agosto 2023 è una data che segna un momento significativo. La Corte Europea dei Diritti Umani ha annunciato di aver accolto un caso presentato da 261 migranti, queer e lavoratrici del sesso contro il governo francese. Il caso riguarda la legge del 2016 che criminalizza l’acquisto di servizi sessuali in Francia. Questa decisione arriva in un momento cruciale per i diritti delle lavoratrici del sesso in Europa e rappresenta un passo importante verso la protezione dei loro diritti e della loro dignità.
La Corte Europea dei Diritti Umani, che fa parte del Consiglio d’Europa, ha dichiarato il caso ammissibile a seguito di un esame approfondito. Ciò significa che la Corte riconosce la validità delle preoccupazioni sollevate dalle lavoratrici del sesso e dai loro sostenitori riguardo alla legge francese che rende illegali gli incontri sessuali retribuiti. La decisione rappresenta una vittoria iniziale per coloro che sostengono la decriminalizzazione del lavoro sessuale e il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici del sesso.
La decisione della Corte si basa sull’articolo 34 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, che riconosce il diritto di presentare ricorsi individuali contro violazioni dei diritti umani. In questo caso, le lavoratrici del sesso sono state riconosciute come potenziali vittime di violazioni dei diritti umani, sottolineando la necessità di affrontare le questioni legate al loro lavoro in modo equo e rispettoso dei diritti umani.
Erin Kilbride, ricercatrice sui diritti delle donne e sui diritti LGBT di Human Rights Watch, ha sottolineato l’importanza di questa decisione. Ha affermato:
“Ricerche credibili mostrano costantemente che la criminalizzazione aumenta gli attacchi fisici, la violenza sessuale e gli abusi da parte della polizia nei confronti di persone che vendono sesso”.
Questa dichiarazione riflette la preoccupazione per i rischi a cui le lavoratrici del sesso sono esposte a causa della criminalizzazione del loro lavoro.
Il caso ha ricevuto attenzione internazionale anche per il contesto in cui è stato pronunciato. La decisione della Corte è stata annunciata il giorno successivo alla presentazione di una mozione al Parlamento europeo che propone la criminalizzazione dell’acquisto di servizi sessuali in tutti gli Stati dell’Unione Europea. Questa proposta ha sollevato preoccupazioni tra coloro che ritengono che leggi simili abbiano dimostrato di mettere in pericolo le donne e altri gruppi emarginati.
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La bozza finale della relazione del Parlamento sulla regolamentazione della prostituzione nell’UE, identificata come 2022/2139(INI), ha raggiunto un importante traguardo nel processo decisionale europeo. Dopo essere stata approvata dalla commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere a giugno, è stata sottoposta al Parlamento il 30 agosto.
Uno dei punti chiave della relazione è l’appello per la criminalizzazione dei clienti in tutti i paesi dell’Unione Europea, rendendo illegale sollecitare, accettare o ottenere servizi sessuali in cambio di una remunerazione. Tuttavia, mentre questa proposta è stata avanzata con l’intenzione di affrontare le questioni legate alla prostituzione, solleva preoccupazioni significative riguardo agli impatti sui diritti umani, in particolare per le donne, le persone queer, i migranti e altri gruppi marginalizzati.
La relazione ha suscitato una serie di critiche e opposizioni, provenienti anche da organizzazioni internazionali come il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP). Organizzazioni della società civile, tra cui Human Rights Watch, Amnesty International e la International Planned Parenthood Foundation, si sono unite alle voci contrarie alla criminalizzazione.
Nonostante l’approvazione preliminare della relazione, vi sono opinioni divergenti sulla sua efficacia e sulla sua capacità di affrontare le questioni legate alla prostituzione in modo equo e rispettoso dei diritti umani. La rivista sanitaria The Lancet ha definito il rapporto “fuorviante” e ha invitato il Parlamento europeo a respingerlo. Al contrario, si è suggerito di prendere esempio dalle organizzazioni della società civile delle lavoratrici del sesso, come l’Alleanza europea per i diritti delle lavoratrici del sesso, per sviluppare politiche più inclusive e orientate ai diritti umani.
La ricerca condotta in tutta Europa ha costantemente dimostrato che il cosiddetto “modello nordico”, che criminalizza l’acquisto di servizi sessuali, può avere effetti controproducenti. Questo modello spinge il lavoro sessuale nell’illegalità, aumenta la violenza da parte della polizia e dei clienti, criminalizza le donne che lavorano insieme per la loro sicurezza e crea ulteriori ostacoli all’accesso ai loro diritti alla salute, all’alloggio e alla giustizia.
Un esempio tangibile proviene dalla Francia, che ha introdotto il modello nordico nel 2016. Questa legge ha portato al timore di essere arrestati tra i clienti, costringendo le lavoratrici del sesso di strada a spostarsi in luoghi appartati e pericolosi. Di conseguenza, si è verificato un drammatico aumento dei casi di femminicidio tra le lavoratrici del sesso, con 10 omicidi registrati in Francia in soli sei mesi nel 2019.
Il ricorso presentato alla Corte europea dei diritti umani da una coalizione di 261 prostitute e dalle organizzazioni che le sostengono è una testimonianza della lotta delle lavoratrici del sesso per i loro diritti e la loro dignità. Dopo aver esaurito tutte le vie legali nazionali in Francia, questo caso è stato portato davanti alla Corte europea, il che in sé è un risultato notevole, considerando che la Corte “respinge circa il 90% di tutte le domande ricevute. La decisione della Corte avrà un impatto duraturo sul futuro della regolamentazione della prostituzione in Europa e sulla protezione dei diritti umani delle lavoratrici del sesso.