In un recente articolo si ragionava sulla mediaticità dei virologi, personaggi emersi grandemente in seguito all’emergenza Coronavirus. In Italia sono molti a fare la loro apparizione in televisione: Burioni, Brusaferro, Capua, ma i nomi sono tanti e, cosa del tutto prevedibile, non sempre condividono le stesse idee. Intere nazioni in questo periodo stanno stravolgendo le proprie abitudini, vedendo i propri introiti economici più che dimezzati, seguendo i “dettami” di queste figure. Ci si può fidare?
La classifica dei virologi
Recentemente “Scopus“, importantissimo database che raccoglie abstract e ricerche a livello scientifico, ha rilasciato una classifica inerente alla competenza dei virologi nel mondo. Tale ricerca si basa su un indice stabilito convenzionalmente, detto “h-index”. L’indice “h” ha come parametri elementi importanti nella comunità scientifica, che indicano la competenza e l’affidabilità di uno specialista e la sua credibilità nel mondo:
- Titoli accademici
- Numero di pubblicazioni scientifiche
- Numero di citazioni dei loro lavori da parte di altre pubblicazioni scientifiche
Tramite questi tre valori oggettivi si stabilisce un punteggio, ovvero l’h-index, che permette di stilare una classifica tra tutti i virologi, sia italiani che internazionali. I risultati sono sorprendenti ed allo stesso tempo imbarazzanti. Va precisato che in questa classificazione un punteggio “sufficiente” o comunque accettabile per un esperto in materia è non meno di 50. Dai 100 punti in su si può dire di avere a che fare con un esperto, o comunque uno studioso le cui numerose pubblicazioni sono state oggetto di altri studi e confermate dagli stessi. Gli indici più alti appartengono a Didier Raoult, direttore dell’ Istituto malattie infettive di Marsiglia e al virologo Anthony Fauci, responsabile della task force alla Casa Bianca (punteggi rispettivamente di 175 e 174).
Virologi italiani bocciati
I risultati della ricerca parlano chiaro per quanto riguarda l’Italia. I virologi che siamo abituati a vedere tutti i giorni in televisione presentano un punteggio irrisorio, molto al di sotto della media. Qui di seguito se ne propongono alcuni:
- Giovanni Rezza: 59
- Massimo Galli: 51
- Andrea Crisanti: 49
- Ilaria Capua: 48
- Walter Ricciardi: 39
- Pier Luigi Lopalco: 33
- Roberto Burioni: 26
- Maria Rita Gismondo: 22
- Silvio Brusaferro: 21
- Fabrizio Pregliasco: 14
- Giulio Tarro: 10
Eccezione va fatta per due esperti italiani: Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano, e Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri. Pur presentando due indici molto alti (rispettivamente 167 e 158), non sono stati chiamati come consulenti durante questa emergenza, periodo in cui le decisioni di carattere sanitario e politico sono dipese dalla supervisione dei virologi . Ovviamente non si vogliono ridurre queste persone ad un mero dato riportato su una tabella, allo stesso tempo però è giusto fare una riflessione.
Sembra infatti che quei virologi di cui ci siamo fidati in questi mesi di quarantena e di pandemia non siano ritenuti affidabili, o quantomeno competenti, a livello internazionale. Sono anche le stesse persone che hanno ricercato popolarità e attenzioni, sollevando un polverone di confusione e disaccordo. Proseguendo con la fase due è necessario sempre più che le voci di questi personaggi non ricerchino l’attenzione dei media e viceversa, in modo da poter ritornare ad una graduale normalità.
Jacopo Senni