Katowice è uno dei centri urbani più importanti della Slesia, in Polonia.
Ad oggi è anche uno dei posti più inquinati di Europa.
L’inquinamento è causato dal carbone e dalle sue miniere. Queste, infatti, hanno trasformato un villaggio del XVIII secolo in un centro totalmente industrializzato, danneggiando molto l’aria che si respira.
Le miniere di carbone: fonte di inquinamento per la città di Katowice e simbolo di molte generazioni
Se ben ci pensiamo, esistono precisi passaggi storici propulsori di rivoluzioni umane. L’industrializzazione è stata l’alba della società moderna, ma ormai è chiaro che la natura non sa reggere a lungo l’artificialità dell’uomo.
Un esempio ce lo dà proprio la città di Katowice, in Polonia.
Il territorio presentava, durante gli anni della rivoluzione industriale, una grande quantità di miniere carbonifere, pronte ad essere adoperate e sfruttate al massimo.
Le innumerevoli miniere sono diventate quindi il centro di maggior produzione di elettricità in Polonia.
Col passare dei decenni, il paesaggio naturale del luogo è mutato gradualmente, assorbendo fabbriche e strutture industriali di vario genere.
La giornalista Valèrie Gauriat, di Euronews, ha indagato sul dualismo della città polacca. Certo, le miniere stimolano il lavoro ma susseguono, in contemporanea, molti danni ambientali.
Il paradosso c’è. L’ aria è irrespirabile, ma le miniere restano un simbolo della città per tante generazioni.
La città di Katowice: tra inquinamento e la vita delle persone
Molte persone hanno espresso il loro parere rispetto le condizioni in cui versano.
Da una parte, l’inquinamento a Katowice è palpabile anche nelle zone limitrofe, come leggiamo da una testimonianza:
L’estrazione e la combustione del carbone provocano molti problemi di salute, soprattutto a causa della polvere di carbone e delle particelle fini che ci soffocano. Gli standard di sicurezza vengono regolarmente superati. Lo sentiamo nelle nostre bocche, nei nostri occhi, nei nostri nasi.
Non possiamo proprio sottovalutare la stima dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che conta circa 50 000 decessi a causa del forte inquinamento presente nelle città polacche.
D’altra parte però, queste zone non possono più fare a meno del carbone. Bisogna considerare che l’estrazione del materiale e il successivo lavoro nelle industrie metallurgiche, danno occupazione ad una grande fetta di popolazione in Polonia:
90 000 persone vivono di questo.
Una scelta mirata: Cop24 a Katowice
Nel 2018, (dopo l’Accordo di Parigi del 2015), è stata scelta la città di Katowice per ospitare una delle più importanti conferenze sull’ambiente: la COP24.
Così, in questa città, si è tenuta la ventiquattresima Conferenza delle parti della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici. I rappresentanti di oltre 190 paesi si sono confrontanti durante l’incontro per giungere a dei compromessi equi.
Di certo, le contraddizioni non sono mancate, come i silenzi, i giochi di potere e i trucchi che questo tipo di incontri riservano.
Insomma, come la maggior parte dei Paesi industrializzati, Katowice sa che le cattive condizioni ambientali sono un avvertimento forte. In fondo, finché dall’alto non arriveranno degli obblighi chiari, risulta difficile intravedere del cambiamento sostanziale.
E poi, abbiamo come il sentore che, questi obblighi saranno resi necessari dalla natura stessa.
Influssi e Green Economy
La Green Economy è un piano d’azione che il futuro necessita. Per questo, a Katowice, la vita nell’industria è accompagnata da una rivoluzione culturale.
Ad esempio, il Museo della Slesia nasce all’interno di una miniera.
Molti artisti-minatori hanno esposto le loro opere proprio lì, come Jan Nowak, e non solo.
Negli ultimi anni, Katowice ha cercato di trasformare i punti di attrazione della città.
Michal Kurtyka, segretario di Stato al Ministero dell’Ambiente, spiega che ci sono più lavoratori nel campo automobilistico che in quello minerario.
E aggiunge:
Ci sono nuovi servizi, la gente scommette sulla ricerca, sullo sviluppo e sulle nanotecnologie. Nella Slesia delle vecchie miniere, ora abbiamo una zona culturale, un centro congressi, un teatro di opera lirica, e persino un museo che descrive la storia di questa regione.
Dietro ad ogni evento in città, si nasconde un bisogno economico.
È importante cambiare viso, stando però attenti a non lasciare intatta la sostanza delle cose.
Ci auguriamo che nei prossimi anni, e con decisioni che guardano al bene comune, la situazione in Katowice sia differente.
Per la città, ma anzitutto per le persone che ci vivono e ne respirano l’aria.
Maria Pia Sgariglia