Quando la Citroen Ds diventa materia scolastica

-“Mariuccio, cos’hai fatto oggi a scuola”? “Ho studiato la storia della Citroen Ds, papà”

Citroen DS (Google)
Citroen DS (Google)

Se (un improbabile) mio figlio un giorno dovesse dirmi questo, probabilmente correrei in oreficeria a comprare una medaglia d’oro alla maestra. Sicuramente se la meritano i dirigenti scolastici di un istituto primario montessoriano di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, che hanno coinvolto i bambini in un progetto interdisciplinare che comprende arte, storia, recitazione, fisica, informatica ed ha come protagonista la storia della Citroen Ds, dalle prime bozze su creta del suo ideatore, il geniale scultore Varesino Flaminio Bertoni, che giovanissimo emigrò in Francia,  dove divenne autore di capolavori a quattro ruote sempre per il marchio del Double Chevron (2 Cv, il furgone Type H, la Traction Avant e l’Ami6, quest’ultima, obiettivamente, un pò meno capolavoro), alla presentazione nel 1955 dove stupì il mondo con le sue soluzioni tecniche ed estetiche del tutto fuori dall’ordinario ancora oggi, tra cui le sospensioni idropneumatiche, freni a disco e il cambio semiautomatico alla sua evoluzione che arrivò all’introduzione dell’iniezione elettronica nel 1969, con la versione 21 i.e.Pallas fino al 1975, anno dell’uscita di produzione.

Il progetto, dall’azzeccato nome “l’idea prende forma” analizza a fondo anche le vicende umane delle persone che ruotavano attorno alla Dea (soprannome derivato dalla pronuncia francese del nome Ds, Deese, Dea appunto), oltre a Bertoni Andrè Citroen, il fondatore del marchio ed Andrè Lefevbre, progettista della meccanica, che chiese a Bertoni la realizzazione di una carrozzeria che ricordasse la goccia d’acqua per la sua perfetta aerodinamica che potesse coadiuvare le sue idee motoristiche (tra cui un 1.8 boxer ed addirittura uno ad architettura stellare, come gli aerei) che vennero accantonate per ragioni di costi costringendo al ricorso del vecchio motore 1.9 della Traction, portato a 75 cv, che non era esattamente un fulmine di guerra.

Il progetto si è concretizzato il 13 Maggio con una rappresentazione teatrale in cui i bambini, tutti novelli Bertoni, hanno raccontato al pubblico il suo coraggio stilistico ed umano (ad esempio si rifiutò di firmare, nel 1940, un atto di fedeltà alla Francia, cosa che gli costò il carcere) attraverso il teatro delle ombre, con sagome ritagliate dal cartone e costruite con la stampa 3d.

Complimenti a tutti, dai docenti che hanno saputo far si che gli alunni conoscessero un pezzo di storia non solo automobilistica ma anche sociale, attraverso un bel progetto che ha saputo unire storia, arte e tecnologia. E tutto ciò nel bistrattato meridione, alla faccia di chi lo critica ai bambini, che si sono dimostrati curiosi, stupiti della linee della Ds e bravi nella preparazione e realizzazione dello spettacolo.

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