La Cina tagli i tassi, censura i dati sulla disoccupazione giovanile

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La Cina tagli i tassi, censura i dati sulla disoccupazione giovanile

In un’economia cinese a mezz’asta, e dopo un tasso record, il governo ha deciso di non pubblicare più i dati sulla disoccupazione giovanile. Dati che risultano catastrofici: un quarto dei giovani è disoccupato. La crescita non è mai stata così debole dal 1976.

Come porre fine alle cattive notizie economiche? Semplicemente cessando di distribuirle. Niente numeri, niente disoccupati. Niente disoccupati, niente disoccupazione. E’ questa l’equazione escogitata dalla Cina per evitare l’imbarazzo provato dopo la pubblicazione di dati troppo alti sulla disoccupazione giovanile.

Martedì 15 agosto Pechino ha semplicemente deciso di sospendere la loro pubblicazione mensile. Una misura drastica e molto concreta in un regime poco conosciuto per la sua trasparenza. Il provvedimento arriva dopo il livello record degli ultimi mesi e una nuova serie di indicatori febbrili per luglio.

Questa decisione, presa in un contesto economico complesso, solleva interrogativi e preoccupazioni sulla trasparenza e sulla reale situazione economica del Paese. La decisione della Cina di sospendere la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione giovanile, che a giugno aveva raggiunto il livello record del 21,3%, ha sorpreso molti osservatori.

La decisione, annunciata con sobrietà dal portavoce dell’Ufficio nazionale di statistica (NBS), Fu Linghui, è stata giustificata adducendo un’imperfezione nel sistema di calcolo. Promettendo, inoltre, che una volta perfezionato il metodo statistico, riprenderanno la pubblicazione. Fatto sta che lascia un vuoto nella comprensione della situazione economica dei giovani della seconda economia mondiale.

A luglio, il tasso di disoccupazione della popolazione attiva nel suo complesso è quindi leggermente aumentato rispetto a giugno, attestandosi al 5,3%. Quanto a quella dei giovani, impossibile da sapere dopo la nuova censura cinese. A giugno avevano raggiunto un livello record: il 21,3% dei 16-24enni era disoccupato.

Il tasso di disoccupazione è calcolato solo per le aree urbane in Cina, fornendo già un quadro parziale della situazione. La sospensione della pubblicazione di queste cifre cruciali oscura ulteriormente la realtà, generando dubbi sul vero stato dell’economia cinese e lasciando analisti e politici senza dati essenziali.

Contesto economico delicato per la Cina

La sospensione arriva in un momento di rallentamento economico e di aumento della pressione sulla seconda economia mondiale. Il tasso di disoccupazione complessivo è leggermente aumentato a luglio, raggiungendo il 5,3%. I dati negativi quando i mercati stanno scrutando il settore immobiliare, che con il settore delle costruzioni rappresenta da tempo un quarto del PIL (prodotto interno lordo) cinese. Inoltre, i dati negativi dell’attività del settore immobiliare e delle vendite al dettaglio, aumentano la pressione per misure di sostegno all’economia.

La crescita della produzione industriale è rallentata al 3,7% dal 4,4%, secondo gli ultimi dati diffusi, mentre la domanda di esportazioni è crollata dopo che le banche centrali statunitensi ed europee hanno alzato i tassi di interesse per raffreddare l’inflazione. Gli investimenti in fabbriche, immobili e altre immobilizzazioni sono aumentati del 3,8%, in calo rispetto al 3,4% di giugno.

Uno dei più grandi sviluppatori nel paese a lungo ritenuto solido, Country Garden, non è stato in grado di far fronte a due pagamenti di interessi sui prestiti ed è a rischio di insolvenza. Queste battute d’arresto sollevano timori di contagio. Lo sviluppatore pubblico Sino Ocean Group ha annunciato di essere inadempiente sul rimborso degli interessi.

 


La pubblicazione dei dati sulla disoccupazione giovanile in Cina non rappresentano soltanto mero dato statistico. Bensì, simboleggiano una realtà economica preoccupante, segnata da una ridotta trasparenza e da tensioni di fondo in vari settori dell’economia. La fiducia dei consumatori è debole, i prestiti alle famiglie sono al livello più basso dal 2009 e i problemi nel settore immobiliare sono una delle principali fonti di preoccupazione. La banca centrale cinese ha adottato misure per ridurre i costi di finanziamento, ma la situazione rimane fragile.

Secondo Capital Economics, la decisione di sospendere i dati sulla disoccupazione giovanile subito dopo aver raggiunto un livello record non ispira fiducia. La People’s Bank of China ha tagliato il tasso di interesse su un prestito di una settimana alle banche all’1,8% dall’1,9%.

Robert Carnell di ING sostiene che i tagli di oggi suggeriscono che la preoccupazione delle autorità per lo stato della macroeconomia sta crescendo. Ma ciò non significa che stiano per intraprendere misure politiche non ortodosse. La crescita economica è scesa allo 0,8 per cento rispetto al trimestre precedente nei tre mesi terminanti a giugno dal 2,2 per cento del periodo gennaio-marzo. Ciò equivale a una crescita annua del 3,2%, che sarebbe tra le più deboli della Cina da decenni.

Il governo del leader cinese Xi Jinping sta cercando di rilanciare l’attività economica senza ricorrere a uno stimolo su larga scala. Forse per paura di riaccendere un aumento dei livelli del debito che temono siano pericolosamente alti. Ciò è ostacolato da un crollo nel vasto settore immobiliare cinese a seguito di controlli governativi più severi sui livelli di debito degli sviluppatori. Gli acquirenti sono riluttanti a impegnarsi quando sono preoccupati per la possibile perdita di posti di lavoro e se la costruzione di appartamenti per i quali pagano potrebbe essere sospesa.

Il Partito Comunista al governo sta cercando di ravvivare la fiducia delle imprese e dei consumatori promettendo di aiutare gli imprenditori. Ma deve ancora annunciare spese importanti o altri cambiamenti politici. Il governo di Xi, inoltre, sta cercando di ravvivare l’interesse tra gli investitori stranieri. Ma i gruppi imprenditoriali affermano che le aziende stanno reindirizzando o ritardando gli investimenti a causa dell’incertezza sul loro status a seguito di un’espansione delle regole anti-spionaggio e degli appelli di Xi e altri leader all’autosufficienza economica nazionale .

Le esportazioni a luglio sono crollate di un margine insolitamente ampio del 14,5% rispetto all’anno precedente. Il vice leader del paese, il premier Li Qiang, ha espresso a maggio la fiducia che il paese possa raggiungere l’obiettivo di crescita annuale del partito al governo di “circa il 5 per cento”. La crescita nella seconda metà dell’anno dovrebbe essere nettamente più forte della prima metà per raggiungere questo obiettivo.

 

Felicia Bruscino 

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