In questi giorni sta facendo scalpore l’iniziativa del sacerdote Vitaliano Della Sala, parroco della Chiesa SS. Pietro e Paolo, la quale si trova in provincia di Avellino. In un post su Facebook, egli ha mostrato la sua nuova idea di presepe con due mamme, volto a simboleggiare il senso di inclusività verso tutte le famiglie, indipendentemente dai componenti. Il movimento Pro Vita non ha esitato nemmeno un attimo per dire la sua e, ha reputato “blasfemo” e “vergognoso” il presepe del sacerdote, avente come obbiettivo l’inclusione della comunità LGBT
Un presepe con due mamme, l’iniziativa del parroco
Nella Chiesa SS Pietro e Paolo, in Capocastello di Mercogliano, provincia di Avellino, è stato esposto un presepe con due mamme, voluto dal parroco Vitalindo della Sala. Quest’anno il sacerdote ha puntato al concetto di “inclusività” per costruire il suo presepe che, sembra respingere l’idea tipica tradizionale. Il presepe non vede la figura di Giuseppe accanto al bambin Gesù e Maria ma, accanto a Maria c’è un’altra donna. Sembra difficile da credere che la Chiesa abbia usato il presepe come mezzo per trasmettere un messaggio forte alla comunità, tradendo così la tradizione:
“la realtà è che oggi ci sono altri tipi di famiglie e noi li dobbiamo trattare tutti allo stesso modo, con rispetto. D’altra parte è lo stesso Papa Francesco a dire che la Chiesa non deve escludere nessuno.”
Anche il parroco sembra essersi convinto del fatto che non esiste più la famiglia “tradizionale” ma, solo una famiglia in cui il principio fondamentale è l’amore e il rispetto per gli altri. Valori che possono essere trasmessi da tutti, sia da due mamme, sia da un papà e una mamma, sia da due papà.
Don Vitaliano Della Sala, non è la prima volta che stravolge il presepe tradizionale. Già in passato aveva utilizzato questa tipica rappresentazione natalizia per trasmettere messaggi forti, legati all’attualità. In passato aveva posizionato Gesù Bambino su un gommone per evidenziare la problematica legata all’accoglienza dei migranti o, aveva posto accanto la mangiatoie due scarpe rosse, volte a simboleggiare la lotta contro la violenza sulle donne. Un parroco a dir poco speciale, disposto a sacrificare la tradizione per comunicare con la comunità e sensibilizzarla nel miglior modo possibile.
La scelta di quest’anno, vuole simboleggiare la vicinanza verso la comunità LGBT e per questo ha deciso di creare un presepe con due mamme, per eliminare il pregiudizio che per anni la Chiesa ha avuto nei confronti degli omosessuali.
L’attacco di Pro Vita al presepe con due mamme
Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, alla visione del presepe con due mamme, non ha saputo rinunciare a dire la sua opinione. Infuriato da quanto visto ha dichiarato: ”
“È pericoloso, oltre che vergognoso e blasfemo, il presepe Lgbt allestito a Capocastello di Mercogliano, dove don Vitaliano Della Sala ha inscenato la natività con due mamme, da un punto di vista culturale si vogliono così ‘santificare’ pratiche illegali in Italia.”
Poi, come se non bastasse, con il suo solito sarcasmo tagliente, ha fatto un appello al parroco, invitandolo a smantellare il presepe:
“Oggi due mamme, e domani? Ci saranno due papà o due transgender che si ‘percepiscono’ donne in un presepe che vuole così legittimare l’utero in affitto? Ci chiediamo se il vescovo di Avellino, monsignor Arturo Aiello, sia al corrente di tutto ciò e ci aspettiamo provvedimenti immediati.”
È assurdo come un gesto del genere sia motivo di discussione. Quest’anno, la Chiesa ha voluto dare il buon esempio incitando tutta la comunità ad essere più inclusivi nei confronti della comunità LGBT, da sempre fortemente criticata e esclusa anche da banalissimi eventi o situazioni. Trattati come degli appestati, penso che non ci sia cosa più bella nel vedere la Chiesa mostrarsi inclusiva nei confronti degli omosessuali e abbracciare tutti indipendentemente da chi scelgono di essere o da chi scelgono da amare. Un messaggio forte e diretto con la speranza che servirà ad ampliare le idee di coloro che ancora si aggrappano alle tradizioni per giustificare la loro paura del diverso.