Riabilitare la memoria storica di migliaia di donne assassinate in passato per stregoneria. Il nobile gesto viene ufficializzato da un provvedimento del parlamento regionale della Catalogna. “Non erano streghe, erano donne”, sentenzia l’organo catalano, ingiustamente condannate, giustiziate e represse nel corso della storia per stregoneria”; un modo per “nobilitarle e rivendicarle”, dichiarandole “vittime di persecuzione misogina”. Parole forti accompagnate dalla consapevolezza che la riabilitazione di queste donne possa aiutare anche ai giorni nostri, con nuovi strumenti di analisi e consapevolezza nella gestione della parità di genere e nella lotta contro violenza e femminicidi.
Si parla di donne, per l’appunto, ma etichettate come streghe in Catalogna tra il XV e il XVII secolo, con l’unica colpa di non essere sposate, di appassionarsi e dedicarsi agli studi scientifici, di elaborare studi e teorie medicali anche con le piante e aiutare altre donne a praticare l’aborto. Tutte cose per cui essere trucidate. Secondo gli storici, tra il 1400 e il 1750 furono processate per stregoneria tra le 80mila e le 100mila persone. Circa l’80 per cento erano donne.
La decisione politica
La decisione politica di condanna e riabilitazione non è stata così unanime. La risoluzione era stata proposta dalla deputata Jenn Díaz, del partito indipendentista di sinistra Esquerra Republicana de Catalunya (ERC), che aveva suggerito di riabilitare la memoria di centinaia di donne perseguitate e uccise ingiustamente, segnalando come anche oggi vengano additati e discriminati i modelli di donna che non rientrano nei canoni del sistema patriarcale. Anche la deputata Basha Change, del partito anticapitalista Candidatura d’Unitat Popular (CUP), ha detto che la caccia alle streghe «non è una cosa del passato» e che è necessario diffondere la verità e «fare giustizia».
La proposta è stata votata da ERC, JXC, CUP, dal Partito Socialista catalano e da En Comú Podem, una coalizione di forze vicine a Podemos, di sinistra; il partito centrista Ciudadanos si è astenuto, mentre hanno votato contro i conservatori del Partit Popular Català e i deputati di Vox, di estrema destra, secondo cui il parlamento avrebbe dovuto occuparsi di questioni più urgenti.
Questioni più urgenti
Una miopia quest’ultima considerazione. Proprio alla luce del fatto che la rievocazione riaccende i riflettori sul problema culturale della considerazione delle donne. La risoluzione del parlamento infatti va oltre: invita gli enti locali della comunità catalana a inserire tra le vie delle città i nomi di più di 800 donne perseguitate e uccise per stregoneria, come «esercizio di revisione storica» da parte delle istituzioni. Prevede anche che si dedichino studi più approfonditi sulla cosiddetta caccia alle streghe «con una prospettiva di genere» diversa e che il tema venga incluso nei programmi di storia.
Tanta roba, direbbe un adolescente. E forse chissà che per la prossima elezione politica, non dobbiamo sentire di nuovo un “sto lavorando perché ci sia un Presidente donna in gamba, non in quanto donna”. Una specifica stucchevole, una nota a margine che puzza di magnanimità.
Marta Fresolone