“Casa” è lì dove stai bene, è quel luogo in cui senti di essere nel posto giusto e in cui ti rasserena il pensiero che non vorresti essere altrove.
Per questo “casa” è la persona che riesci a guardare negli occhi senza paura né vergogna, è quel punto in cui ti rechi sempre per guardare il mare, è quella stanza, nella tua memoria in cui ritrovi tutto quello che ti fa dire: “sono a casa”.
Ciascuno, ciascuna di noi ha la sua casa: e i notai con le loro pratiche, credetemi, centrano ben poco! Niente è segreto, intimo più della propria casa, più del luogo in cui ci si sente a casa e niente, a volte, è più sfuggente… perché a volte “casa” è proprio la valigia sempre pronta per un altro viaggio, è proprio sulla strada che allontana e che avvicina, è proprio tra i passi di una possibilità o di un nuovo tentativo.
Forse c’è chi si affanna a cercare quel posto degno di essere “casa” senza mai raggiungerlo; forse c’è chi adora la ricerca di una “casa” più di come adorerebbe la casa stessa e forse c’è chi è a “casa” ovunque: perché il Mondo è “casa”, la Natura è “casa”, il cielo che funge da tetto è “casa”, sapere di esserci e di essere parte di un Qualcosa di meraviglioso è “casa”.
Christopher McCandless, Thoreau e chissà quanti altri e quante altre, avevano intuito che la loro “casa” era tra gli alberi, in mezzo al verde, parte di una Natura che è “casa”, che è sicurezza e che è scommessa: quella di riuscire a sentirsi a “casa”. E a quanto pare, questo è stato intuito anche dall’architetto Aibek Almasov: un’intuizione concretizzata con il progetto della Casa nel Bosco.
L’idea prevede la costruzione di un cilindro di vetro collocato in mezzo alla foresta del Kazakistan: contenente un albero e di cui le pareti di vetro saranno rivestiti da pannelli solari, con la possibilità di purificare l’acqua piovana rendendola idonea all’utilizzo umano. Il progetto appare nella sua originalità e nella sua meraviglia perché rappresenta l’idea di una “casa” che è un tutt’uno con la Natura che la circonda e che, attraverso l’albero situato al suo interno, la rende parte di uno spettacolo mai visto prima.
Perché “voglio andare via da qui”, “andrò il più lontano possibile”, “ho bisogno di star da solo, da sola”, non sono capricci: sono l’espressione di un diritto fondamentale che spetta a ciascuno, a ciascuna e sono la motivazione più valida per allentare i nodi, stringere i lacci delle scarpe e andare lì dove è “casa” e lì dove sarà possibile conoscere e riconoscere una parte di sé in ogni punto, in ogni angolo, in ogni respiro di una Natura che è compagna e desiderio, origine e meta. Come la “casa”, quella vera.
Deborah Biasco