La casa degli amanti riapre dopo 40 anni. Un evento straordinario, che regala ai turisti di Pompei un tesoro dell’antichità.
La casa degli amanti è la denominazione data ad una struttura a due piani, situata nella Regio I. Nel 1933 gli archeologi scoprirono la casa degli amanti. Venne chiusa al pubblico nel 1980, a causa dei danni riportati dopo il terremoto dell’Irpina.
Nel 2014 partì il Grande Progetto Pompei, per la messa in sicurezza di innumerevoli edifici del parco archeologico. Vennero erogati 105 milioni di euro, con il contributo sia dell’Unione europea che dell’Italia.
Grazie a questi finanziamenti la casa degli amanti è tornata al suo antico splendore.
L’edificio riapre alla presenza del Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Questo nuovo accesso ai turisti è il simbolo della rinascita di Pompei, dopo i vergognosi crolli e lo stato di abbandono in cui si è trovata per anni.
Franceschini definisce Pompei come “un modello nel mondo e un luogo di ricerca“: una “storia di rinascita e di riscatto“, un ottimo esempio di collaborazione tra l’Europa e l’alta professionalità italiana.
La casa degli amanti ha una particolarità: la conservazione integrale del secondo piano, con il suo peristilio. Il peristilio è un giardino con un doppio ordine di colonne tuscaniche: un unicum di Pompei.
Le raffigurazioni sono innumerevoli. Esse rappresentano nature morte, molluschi, pesci e medaglioni con all’interno paesaggi idillici.
Il triclino ha delle decorazioni caratteristiche che hanno l’amore come tema centrale. Spunta la coppia di Dei amanti, Marte e Venere, in volo. Inoltre sono visibili raffigurazioni di amorini, coppie, paesaggi e animali.
La scena centrale ha come tema preponderante l’amore abbandonato. Protagonista è Didone, la grande regina di Cartagine sedotta e abbandonata da Enea. La regina è fuori di sè: stringe tra le mani la spada dell’amato, con la quale si ucciderà.
Didone è raffigurata insieme a sua sorella Anna e alla personificazione della vendetta, Iside-Nemesi. Sulla parete limitrofa troviamo un’altra donna sedotta e abbandonata: Arianna. La giovane piange per l’allontanamento di Teseo; disperata, si addormenta. Sopraggiunge Bacco, pronto a salvarla e a sposarla.
La casa degli amanti deve la sua denominazione all’iscrizione rinvenuta all’ingresso. Il verso è inciso in un quadretto raffigurante anatre e recita:
“Amantes, ut apes vita(m) melita(m) exigunt. Velle“
Gli amanti somigliano alle api: entrambi vivono una vita dolce come il miele, colma di piaceri. Ma subito dopo viene aggiunto “Magari fosse così”.
Eleonora Bufoli