Una ricerca pubblicata su Reports mostra chiaramente che la biodiversità combatte l’acidificazione degli oceani.
Si tratta di un esperimento condotto dall’università politecnica delle Marche in collaborazione con la stazione zoologica Anton Dohrn.
Il nostro pianeta, purtroppo, è colpito da due grossi problemi di cui troppo poco ci si occupa (e preoccupa!): il cambiamento climatico e l’aumento di Anidride Carbonica nell’aria (CO2). Proprio l’aumento di CO2 potrebbe portare entro il 2100 alla scomparsa della barriera corallina.
A confermarlo è uno studio condotto dall’Università Politecnica delle Marche in collaborazione con la stazione zoologica Anton Dohrn. Secondo quanto afferma Eugenio Rastelli, ricercatore del dipartimento di Biotecnologie Marine della stazione zoologica, l’unione fa la forza.
Secondo quanto affermato dal ricercatore Ove Hoeg-Guldberg, l’acidificazione comporta un rischio maggiore rispetto al cambiamento climatico.
Durante lo studio condotto dalla stazione zoologica e dall’Università delle Marche, in più acquari contenenti una ricca varietà di specie marine, sono state riprodotte le condizioni di acidificazione che si prevedono per il 2100. Si è notato che negli acquari con una maggiore biodiversità, gli impatti negativi dell’acidificazione possono essere ridotti quasi completamente. E’ come se tutte le specie si alleassero insieme per combattere i due gravi problemi che affliggono il nostro pianeta.
Quali effetti ha l’acidificazione sul corallo rosso?
Tuttavia, lo stesso discorso non è applicabile purtroppo per il corallo rosso. Secondo uno studio condotto dall’Istituto Oceanografico di Woods Hole, l’acidificazione rende difficoltoso ai coralli creare il loro scheletro. Il corallo infatti, non è altro che una “comunità di piccoli polipi” che formano il loro scheletro attraverso la calcificazione del carbonato di calcio. Il carbonato di calcio ha la funzione di sostenere e proteggere questi piccoli polipi che crescono tutti insieme, l’uno accanto all’altro, permettendo la stratificazione e dunque la formazione di grandi barriere coralline (la più famosa è quella australiana).
Federica Perticone