La risposta a questa domanda è da ricercare nei tempi lontani in cui si credeva che, nelle dodici notti che separano il Natale dall’Epifania, misteriose figure femminili volassero sopra ai campi per far sì che i raccolti fossero abbondanti. La Chiesa condannava duramente le credenze pagane degli antichi Romani, secondo i quali a guidare quelle donne poteva essere Diana, dea della caccia e della vegetazione, Satia, dea della sazietà, o anche Abundia, dea dell’abbondanza. La figura della Befana, come la conosciamo noi, scaturì proprio da tali convinzioni a partire dal Medioevo. Il suo aspetto brutto, vecchio e trasandato sarebbe da ricollegare al terreno morto dell’inverno, che rinascerà con l’arrivo del nuovo anno.
La versione cristiana risale invece a una leggenda del XII secolo secondo cui, durante il viaggio verso Betlemme e Gesù Bambino, i Re Magi chiesero indicazioni a un’anziana signora, per poi invitarla a seguirli nel loro cammino. Questa inizialmente non accettò, ma successivamente se ne pentì e, preparati dei dolci, si mise a cercare gli uomini. Purtroppo non li trovò. Così decise di donare qualcosa ad ogni bambino che incontrava sulla sua strada, sperando che uno di loro fosse proprio Gesù.
Festeggiare l’Epifania è una tradizione tipicamente italiana.
Ciò risulta chiaro anche dalle numerose varianti regionali della famosa filastrocca:
“La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
viva viva la Befana!”
Infatti, il terzo verso cambia a seconda del luogo di provenienza di chi la intona: le toppe alla sottana vengono sostituite dal “vestito alla romana”, il “vestito a gran sottana” e il “vestito e la bandana”.
Negli altri Paesi la Befana non esiste, ma l’Epifania si festeggia comunque. In Francia è tradizione cucinare un dolce e nascondervi una fava all’interno; chi la trova viene eletto re o regina della festa. In Germania il 6 gennaio non è un giorno festivo. Le persone cattoliche vanno a messa e i preti, insieme ai chierichetti, si recano nelle abitazioni per raccogliere le offerte e recitare qualche verso o brano sacro. In Islanda si fa una fiaccolata a cui partecipano il re e la regina degli elfi insieme a Babbo Natale; alla fine viene acceso un falò e vengono fatti dei fuochi artificiali. In Romania il 6 gennaio è un giorno festivo e rappresenta la venuta dei Re Magi. I bambini vanno di casa in casa per raccontare delle storie e solitamente ricevono in cambio qualche soldo. I preti invece si recano all’interno delle case per benedirle.
In Russia, per la Chiesa ortodossa il 6 gennaio si festeggia il Natale. Дед Мороз (Ded Moroz, Nonno Gelo) e la sua nipotina Снегурочка (Sneguročka, Fanciulla di Neve) portano i regali ai bambini. In Spagna la sera del 5 gennaio i bambini mettono davanti alla porta di casa un bicchiere d’acqua e qualcosa da mangiare, per dissetare e sfamare i cammelli dei Re Magi, e una scarpa. La mattina successiva si svegliano presto per scoprire quali regali hanno ricevuto dai Re. In molte città viene fatto un corteo in cui i Magi sfilano per le vie a bordo di bei carri decorati. E infine, in Ungheria, i bambini usano vestirsi da Re Magi e andare nelle case portando un presepe; in cambio viene dato loro qualche spicciolo.
Francesca Fiacco