Nella società in cui viviamo, l’idea di un uomo femminista può sembrare un concetto sorprendente, se non addirittura fuori luogo. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, c’è ancora una percezione diffusa che l’attivismo per i diritti delle donne sia principalmente una causa guidata dalle donne stesse, mentre gli uomini rimangono in gran parte estranei a questa lotta. Tuttavia, è importante sottolineare che un uomo può e dovrebbe essere un femminista, senza alcuna esitazione.
Nella società contemporanea, la questione del femminismo è spesso vista come un movimento principalmente guidato dalle donne, mentre il coinvolgimento degli uomini viene spesso relegato a una posizione marginale. Tuttavia, è fondamentale comprendere che anche gli uomini possono essere femministi, e non dovrebbero esitare a definirsi tali. Essere un uomo femminista non significa accettare un senso di colpa per il proprio genere, ma piuttosto riconoscere la responsabilità di vivere in un mondo che per secoli ha favorito un sistema patriarcale.
L’accezione distorta del termine “femminista” è spesso diffusa, specialmente nei paesi che vengono definiti conservatori. Alcuni considerano il femminismo come un movimento estremista o fastidioso, erroneamente temendo che le conquiste delle donne possano minacciare i diritti degli uomini. Tuttavia, questo timore è infondato, poiché l’acquisizione di diritti da parte di una minoranza non implica la rimozione dei diritti di altri. Questo equivoco è analogo a credere che la comunità LGBTQ+ voglia sottrarre diritti alle persone eterosessuali. È importante sgombrare il campo da tali malintesi e promuovere un dialogo costruttivo.
Inoltre, sorge spesso una confusione che cerca di porre il maschilismo e il femminismo sullo stesso piano. Tuttavia, è fondamentale comprendere che il femminismo non costituisce un antagonista del maschilismo. La somiglianza delle radici “femmina” e “maschio” in questi due termini può generare incertezza, ma è cruciale riconoscere che il “femminismo” è un movimento di difesa dei diritti delle donne, mentre il “maschilismo” non corrisponde a un movimento strutturato, ma piuttosto rappresenta un atteggiamento culturale, mentale e sociale che promuove la pretesa di superiorità biologica e morale dell’uomo rispetto alla donna.
Un esempio lampante di come il patriarcato possa influenzare il linguaggio e le discussioni è evidente nelle dichiarazioni di alcuni politici. Ad esempio, il leader politico italiano Salvini ha utilizzato il termine “femminismo” per criticare attivisti e attiviste, cercando di creare un divario tra il femminismo e il genere maschile. Questa retorica denigrante trasforma erroneamente la parola “femminista” in un insulto, quando in realtà dovrebbe essere un termine di orgoglio per tutti. Questo genere di retorica crea una frattura nella società, dividendo le persone invece di promuovere la solidarietà e il sostegno reciproco.
Non essere un femminista significa, in realtà, schierarsi contro i principi di uguaglianza di genere e sostenere il sistema patriarcale. Gli uomini non dovrebbero temere di abbracciare il femminismo, ma piuttosto riconoscere il ruolo essenziale che possono svolgere nel promuovere una società più equa. Questo coinvolgimento non implica che le donne debbano essere viste come sinonimo di femminismo, come dimostra il caso del governo italiano guidato da una donna, che ha adottato politiche che sembrano andare contro gli interessi delle donne stesse.
In un contesto più ampio, è fondamentale che gli uomini riconoscano le loro responsabilità in relazione alla subordinazione delle donne. Autori come Lorenzo Gasparrini o Mark Kenny, hanno sottolineato come il dispositivo patriarcale opprima anche gli uomini, costringendoli in ruoli e modelli obsoleti. Questa presa di coscienza è un passo essenziale per il progresso del femminismo intersezionale.
Il femminismo intersezionale, che cerca di includere tutte le voci, richiederà il sostegno attivo degli uomini. Questa inclusività è fondamentale per avanzare nella lotta per i diritti delle donne. Ciascuno di noi rappresenta un complesso intreccio di identità interconnesse, e il femminismo intersezionale è cruciale per evitare di privilegiare un aspetto della propria identità a discapito di un altro. Invece di considerarsi educatori degli uomini, le donne e gli uomini devono lavorare insieme come alleati per raggiungere l’uguaglianza di genere.
Riconoscere il proprio privilegio, come il privilegio di non essere discriminati per il colore della pelle o l’orientamento sessuale, è un passo importante per gli uomini. Questo senso di colpa non dovrebbe essere un peso, ma piuttosto un incentivo a combattere per un mondo più equo. Gli uomini non dovrebbero temere di sostenere il femminismo, ma piuttosto abbracciare questa causa come una via per un futuro più giusto per tutti. La lotta per i diritti delle donne è anche la lotta per i diritti di tutti.