La Gran Bretagna festeggia i 70 anni di regno di Elisabetta II mentre in Italia i Savoia chiedono di riavere i gioielli “della Corona”, ma chi era l’ultimo re d’Italia Umberto II?
La monarchia è in via di estinzione e la Gran Bretagna è uno dei pochi paesi che la conserva. L’Italia, dopo i gravissimi errori compiuti dai Savoia, ha scelto la Repubblica. Analizzare la figura di Umberto II, l’ultimo re d’Italia, è però molto interessante.
Elisabetta II e la casa reale inglese
La sovrana britannica ha festeggiato il 6 febbraio il Giubileo di Platino, ovvero 70 anni di regno. Il suo mandato è iniziato nel 1952 alla morte del padre, re Giorgio VI, a cui è succeduta all’età di 25 anni.
Elisabetta II ha vissuto molti momenti difficili durante questi ultimi anni oltre alla morte del marito Filippo. Ci sono stati l’allontanamento del nipote Harry, le indagini su abusi sessuali che coinvolgono il figlio Andrea, e infine le indagini su una fondazione dell’erede Carlo.
Insomma essere reali non significa certo essere superiori degli altri, anzi…
I Savoia oggi
I figli di Umberto II (Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice) hanno chiesto alle istituzioni italiane la restituzione dei gioielli custoditi dalla Banca d’Italia dal giugno 1946. Il loro legale ha spiegato che questi gioielli, a differenza degli altri beni, non sono mai stati confiscati e quindi devono essere restituiti.
Con la caduta della monarchia i gioielli della famiglia reale sono passati alla Repubblica. La Costituzione nella XIII disposizione transitoria e finale sancisce che: “I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato”. Questa confisca però non è stata esercitata per i gioielli di uso quotidiano dei membri della famiglia reale.
Questa richiesta non piace agli italiani che ricordano ancora molto bene le ultime fasi della monarchia, ma ancora di più stonano con il momento che l’Italia sta attraversando.
Chi era l’ultimo re d’Italia Umberto II?
La parte più interessante della vita istituzionale di Umberto II riguarda proprio le ultime fasi della guerra e la fine della monarchia.
Contrario alla fuga da Roma, avvenuta la notte dell’8 settembre 1943, il principe ereditario non ebbe la forza di imporsi perché educato sin da piccolo all’obbedienza assoluta al padre. Si dichiarò più volte disposto a tornare a Roma ma Vittorio Emanuele III si rifiutò di dargli il suo consenso. Umberto non riuscì a compiere un “colpo di mano” e prendere il potere dopo la fine del conflitto.
Umberto si rifiutò di tornare a Roma per prendere il potere come re per non andare contro suo padre. Nell’unica intervista televisiva, girata nel 1979, nega qualsiasi disaccordo con Vittorio Emanuele III proteggendone la memoria.
Il 5 giugno 1944, dopo la liberazione di Roma, il re nominò suo figlio luogotenente generale del Regno. Gli accordi presi col Cln prevedevano poi di rimandare la questione istituzionale al termine del conflitto.
Il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdicò in favore di Umberto per poi partire in esilio volontario in Egitto. Iniziò così il più breve regno della storia della monarchia italiana.
Il 2 giugno Umberto II propose in un proclama un referendum da svolgersi dopo un anno ma le forze politiche furono fermamente contrarie. A seguito dei risultati del voto i monarchici lo spinsero a resistere per i sospetti di brogli, ma il re preferì prendere atto del risultato elettorale. Questa scelta evitò un ulteriore scontro che si sarebbe tradotto in una guerra civile tra repubblicani e monarchici.
Una persona nata per diventare re e che, per colpe non sue, vide tutto il suo futuro scomparire.
Il 13 giugno partì per il Portogallo in quanto le nazioni confinanti non l’avrebbero accolto e voleva evitare la Spagna franchista. In Portogallo inoltre era stato in esilio anche il suo trisnonno Carlo Alberto. Partì pensando che l’esilio sarebbe durato solo per un periodo che servisse a ricucire gli strappi, per poi tornare dando il proprio contributo alla ricostruzione dell’Italia.
In esilio risiedette dapprima a Colares e in seguito a Cascais (dal 1961 visse a “Villa Italia”). Condusse una vita semplice e in relativa solitudine in quando solo per un periodo ebbe vicino la regina Maria Josè e i figli. Morì a Ginevra nel 1983 e venne sepolto nell’abbazia di Altacomba in Savoia.
In Italia i Savoia sono stati incapaci di fare ciò che hanno fatto gli Windsor in Gran Bretagna e si sono macchiati, durante la loro storia, di errori imperdonabili. Forse la figura meno colpevole fu proprio quella dell’ultimo re che perlomeno evitò all’Italia un’ennesimo periodo conflittuale.
Alessandro Milia