In luogo sperduto del mondo, circondato dal mediterraneo, sorge una terra antica formata da vallate, catene montuose e un vulcano che ogni tanto si tinge di rosso. Conosciuta come l’isola delle madri, essa rappresenta il centro della speranza, della vita e della ricerca scientifica. Non è un posto come gli altri. Lì sorge la Casa di maternità: un famoso centro in cui chiunque può dar vita al proprio sogno di diventare genitore. Un posto speciale dove poter sconfiggere un morbo che conduce alla sterilità, quello che gli abitanti chiamano: la “malattia del vuoto”.
Maria Rosa Cutrufelli, famosa scrittrice e giornalista, ci accompagna in un viaggio nel futuro attraverso il suo romanzo edito da Mondadori: l’isola delle madri. Il lettore si ritrova catapultato da una parte all’altra del mondo, assaporando le storie delle protagoniste che, inevitabilmente, finiranno con il coinvolgerci nelle loro vite.
Sara, Livia,Kateryna e Mariama sono quattro donne completamente diverse, cresciute in paesi molto lontani fra loro, con culture, paesaggi e stili di vita differenti. Ognuna di esse ha dovuto affrontare degli ostacoli, dei dolori, delle mancanze. A causa della guerra, dell’emigrazione e del lavoro si ritroveranno a dover fare delle scelte ed il loro cammino le porterà a prendere una destinazione comune: l’isola delle madri. Qui si ritroveranno ad affrontare la possibilità o meno di diventare genitori e riscopriranno i vari aspetti di questa figura.
Due cose non mancano mai, neppure nel più miserabile dei campi profughi: la pazienza delle donne e la curiosità dei bambini.
L’autrice affronta moltissimi temi tra cui il cambiamento climatico che, così come sta accadendo attualmente, provoca inesorabilmente tutta una serie di problematiche: dal surriscaldamento alla propagazione di una pandemia globale. La visione che Maria Rosa Cutrufelli ci mostra è terribilmente realistica e permette il confronto con il ruolo che la donna ricopre all’interno della società moderna, una figura che ancora oggi viene sottoposta a differenti forme di violenza.
Quando mai i bambini sono nati senza interferenze, così come viene? I governi, le chiese c’è sempre qualcuno a dettare le regole….E l’aborto si e l’aborto no, e se fai figli, bravo! ti diamo lo sconto fiscale più la benedizione divina e poi no, contrordine! guai a te se li fai, legati le tube, prendi la pillola…
La sua scrittura si spinge verso confini che dividono gli animi e l’opinione pubblica, portandoci a riflettere su quanto siano importanti le decisioni che prendiamo ogni giorno e che esse influenzano inesorabilmente il nostro futuro. Che si tratti di violenza, di guerre, di inquinamento o di politica, ogni scelta presa dall’essere umano ha un impatto sull’ambiente circostante.
L’isola delle madri è un romanzo visionario, che divide la società in due schieramenti: da un lato gli “uomini della scienza” e dall’altro gli “uomini della vita”, ma è anche un inno alla solidarietà, al coraggio ed alla caparbietà delle donne che alla fine non si arrendono mai e trovano sempre la forza per poter proseguire il loro cammino.
Così si giunge alla fine di un meraviglioso viaggio tra le parole di Rachel Carson:
Nessuna comunità-per quanto ne sappia-è stata finora bersagliata dal complesso di sciagure che ho qui descritto, tuttavia ciascuna di queste calamità ha davvero fatto la sua apparizione da qualche parte, e molti popoli hanno già subìto le conseguenze d’un buon numero di esse. Anche se inavvertito, uno spettro cammina al nostro fianco….
Silvia Morreale