In Italia esistono varie posizioni sulla guerra che sta sconvolgendo l’Ucraina. Dopo le parole dei vari esponenti politici è arrivata la dichiarazione della senatrice Liliana Segre.
Le varie opinioni politiche
La politica italiana si è unita, ma solo a parole, in un fronte comune per condannare l’avanzata della Russia in Ucraina. Infatti anche se ufficialmente più o meno tutti sono contro Putin, alcune dichiarazioni lasciano intuire una posizione differente.
Il PD è contrario alla guerra e a tutte le decisioni di Putin. Non si può dire lo stesso di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. Se da una parte i pentastellati hanno condannato l’avanzata russa, dall’altra ritengono la scelta di inviare attrezzatura militare e di finanziare l’Ucraina una decisione sbagliata. Dalle fila dei fuoriusciti del Movimento arrivano poi molte delle posizioni più estreme. Un nome su tutti è quello della senatrice Granato, che si dichiara pienamente dalla parte di Putin.
Nel centrodestra Giorgia Meloni ha scelto di schierarsi contro Putin ma questa decisione le sta facendo scivolare addosso una valanga di dissenso. Il filo-atlantismo di questi giorni, infatti, si scontra con le posizioni pro-Russia espresse più e più volte dalla leader di Fratelli d’Italia.
Anche Forza Italia, con Berlusconi defilato sulla vicenda, non sembra essere così convinta dell’ipotesi di finanziare l’Ucraina. La paura dei forzisti è che questo possa passare per una provocazione controproducente.
Le posizioni di Salvini
Poi c’è Matteo Salvini, che merita una pagina a parte. Abbiamo visto tutti la scena polacca e stiamo continuando a sentire alcune dichiarazioni contraddittorie del capo della Lega.
Salvini ha dichiarato di sentirsi a disagio a parlare di armi, dimenticandosi evidentemente di quando parlava di difesa sempre legittima e delle decine di foto scattate con fucili e pistole. Nonostante abbia dichiarato che il governo avrà il pieno sostegno della Lega, predica prudenza. Il suo timore è che l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea possa finire per provocare un peggioramento del conflitto e serie conseguenze per l’intero Occidente.
Tra le file della Lega non mancano altri esponenti con posizioni poco chiare: uno su tutti il senatore Pillon, guarda caso assente (insieme ad altri 350 tra deputati e senatori) durante il discorso di Zelensky al Parlamento italiano.
La posizione dell’Anpi e della Sinistra
Il presidente dell’Anpi Pagliarulo si dichiara contrario all’invio delle armi all’Ucraina, ma evidenzia una pluralità di opinioni all’interno dell’associazione.
Durante l’inaugurazione del congresso a Riccione, Pagliarulo ha ribadito che mandare aiuti militari a Kiev significherebbe alzare la tensione internazionale. La posizione coincide con quella di Sinistra Italiana ma si spinge inoltre ad affermare che il ruolo della Nato andrebbe ripensato. Questa affermazione ha creato non poche polemiche e un sintomo della tensione all’interno del mondo delle associazioni e dei sindacati arriva dai fischi dell’assemblea diretti alla Cisl (che ha espresso una chiara posizione pro Alleanza atlantica).
Abbiamo visto in alcune manifestazioni che una parte del mondo sindacale e pacifista (su tutti la Cgil e il suo segretario Landini) dichiara di non schierarsi né con Putin né con la Nato, ma questa equidistanza è stata giudicata inaccettabile dalla senatrice a vita Liliana Segre.
La posizione di Liliana Segre
Seguo l’Anpi con la simpatia di sempre, con sentimenti di eterna riconoscenza verso gli antifascisti e i partigiani che negli anni della dittatura e della guerra fecero la scelta anche a costo di sacrificare tutto. Seguo con particolare apprezzamento l’attività volta a trasmettere ai giovani i valori della Resistenza e a renderli partecipi della bellezza della nostra Costituzione.
Con queste parole si apre l’intervento di Liliana Segre al 17esimo Congresso nazionale dell’Associazione nazionale partigiani, intitolato “Va’ dove ti porta la Costituzione: unità, antifascismo, rinascita”.
Per la Segre non è facile descrivere l’orrore che prova nell’assistere al ritorno della guerra nel cuore dell’Europa. Per chi come lei ha vissuto le peggiori atrocità della guerra, vedere certe immagini (le case bombardate, le famiglie in fuga con i padri che baciano i figli forse per l’ultima volta) riporta alla mente terribili ricordi di un passato che non avrebbe mai immaginato di rivedere.
La senatrice, nel prendere una posizione sulla questione, utilizza la Costituzione come guida. L’aggressione ingiustificabile contro l’Ucraina rappresenta infatti proprio l’esempio del tipo di guerra che l’articolo 11 ci insegna a “ripudiare”: la guerra come «strumento di offesa alla libertà degli altri popoli».
La resistenza ucraina rappresenta invece l’esercizio del diritto fondamentale di difendere la propria patria, lo stesso diritto che l’articolo 52 prescrive come «sacro dovere».
Dunque, non è concepibile nessuna equidistanza; se vogliamo essere fedeli ai nostri valori, dobbiamo sostenere il popolo ucraino che lotta per non soccombere all’invasione, per non perdere la propria libertà.
La vicinanza al popolo russo e la fratellanza con l’Anpi
La posizione di Liliana Segre a favore della resistenza ucraina non coincide però in alcun modo con una qualche avversità verso il popolo russo. Infatti anche i russi sono vittime delle scelte e della condotta disumana dei loro governanti. Sarebbe un errore imperdonabile dimenticare i venti milioni di caduti dell’Unione Sovietica (russi e ucraini insieme) nella guerra contro il nazifascismo.
La senatrice si unisce a chi chiede una immediata cessazione del conflitto con la fine dell’invasione russa. Ritiene indispensabile l’invio di aiuti alla popolazione e l’avvio di trattative a oltranza con l’affidamento all’Onu di un ruolo di mediazione. Tutto questo dovrà ristabilire una pace basata sulla giustizia e il rispetto dei diritti dei popoli.
A conclusione del suo intervento ricorda l’autentica fratellanza che la lega all’Anpi per la condivisione del lungo percorso di testimonianza. Il suo auspicio è che l’Associazione possa sviluppare sempre di più il ruolo di presidio della democrazia, testimoniando i valori della Resistenza, della Costituzione e della pace.