La Commissione europea ha appena deciso di autorizzare per altri dieci anni la vendita di prodotti a base di glifosato. Negli Stati Uniti è stata emessa una sentenza che condanna la Bayer-Monsanto a indennizzare con più di 1,5 miliardi di dollari tre contadini che si sono ammalati a causa dell’uso del glifosato prodotto dall’azienda. Questo pone delle domande sulla sicurezza di questo prodotto controverso e sulle sfide legali futuri dell’azienda.
Cos’è e cosa provoca l’uso del glifosato?
La Commissione Europea ha esteso per dieci anni la vendita e l’uso del glifosato. Si tratta dell’erbicida più diffuso al mondo a causa della sua efficacia e della minore tossicità rispetto agli altri prodotti disponibili quando è stato messo in commercio. È stato introdotto in agricoltura negli anni Settanta del secolo scorso dalla multinazionale Monsanto, dal 2018 acquisita dalla Bayer, con il nome commerciale di Roundup. L’uso del glifosato ha avuto da subito un grande successo utilizzandolo anche in ambienti urbani per mantenere strade e ferrovie libere da erbacce.
La sostanza però, configura nell’elenco di quelle considerate “probabilmente cancerogene” dallo Iarc, cioè l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, organismo che fa parte dell’Organizzazione mondiale della sanità. Non è certo che il glifosato sia cancerogeno ma è molto probabile. Infatti, in laboratorio si sono osservati danni genetici e stress ossidativo, anche se negli studi degli esseri umani non è ancora stata provata con certezza la pericolosità dell’uso del glifosato.
La causa alla Bayer-Monsanto
Negli Stati Uniti è stata condannata la Bayer-Monsanto a un maxi-risarcimento a favore di tre agricoltori che per anni hanno utilizzato il Roundup, prodotto a base di glifosato. Questi tre agricoltori si sono ammalati di un linfoma non Hodgkin proprio a causa dell’esposizione e dell’uso del glifosato, utilizzato perché ignari dei rischi sulla salute. Il tribunale ha condannato la multinazionale a pagare oltre 1,5 miliardi di dollari a questi agricoltori. Si tratta di una delle più dure sconfitte subite dalla Bayer-Monsanto nelle migliaia di azioni legali intentate da agricoltori americani. È stata la quarta condanna in un solo mese.
La multinazionale però non fa passi indietro e la sua posizione resta la stessa, ritenendo validi unicamente gli studi a proprio favore, senza ipotizzare in alcun modo la possibilità di far prevalere un principio di precauzione. Infatti l’azienda sostiene che chi intenta azioni legali contro l’azienda falsifichi le prove:
Contrariamente ai casi precedenti, i tribunali americani hanno di recente autorizzato, a torto, i querelanti a deformare i fatti dai punti di vista regolamentare e scientifico
La Bayer-Monsanto ritiene che ci siano solidi argomenti per far rivedere la decisione in sede di appello, insistendo sul fatto che l’Environmental protection agency (Epa) non ritiene pericoloso il glifosato. Mentre, però, come ricordato prima, l’Iarc l’ha individuato nelle sostanze “probabilmente cancerogene”.
Mentre negli Stati Uniti l’uso del glifosato solleva un dibattito molto acceso con opinioni contrastanti, la Commissione Europea ne ha esteso l’utilizzo per ulteriori dieci anni, senza porre alcun problema o questione nei confronti della sicurezza di questo prodotto. La pericolosità non è stata accertata, ma è importante porsi, quanto meno, dei dubbi.
Luisa Campazzo