L’estrazione dell’alga Spirulina, che cresce nelle acque torbide e calde del lago Ciad rappresenta una fonte di sostentamento essenziale per il popolo Kanembu, che la usa come base alimentare e ne ricava guadagno dalla vendita.
L’estrazione dell’alga spirulina nel lago Ciad
La Spirulina è un’alga che cresce nei laghi delle regioni più calde del pianeta. Per questo motivo le acque del lago Ciad, che si trova nella regione centro-africana a sud del deserto Sahariano, sono ideali per la crescita di questo organismo. L’alga nasce, nello specifico, negli ecosistemi che si formano lungo la riva orientale del lago. In queste oasi, chiamate “ouaddi” si creano dei piccoli bacini d’acqua, sulla cui superficie si deposita l’alga.
La Spirulina è raccolta dal popolo Kanembu, un’etnia che da secoli vive ai bordi del deserto. L’attività è completamente affidata alle donne in quanto agli uomini è severamente proibito entrare in acqua perché rischierebbero di renderla infertile. Ogni giorno l’estrazione dell’alga spirulina avviene sotto il controllo della donna più anziana, responsabile della cura del lago. L’alga viene prelevata dalla superficie dell’acqua e riposta in contenitori. Il contenuto di questi cesti viene riversato poi in buche, precedentemente scavate attorno alle oasi.
Il dihé, quest’alga verde-azzurra, si ottiene lasciando essiccare il composto melmoso nella sabbia. Successivamente il prodotto semi-essicato viene tagliato e trasportato al villaggio, luogo in cui, posizionato al sole, completerà il processo di essicazione. Una volta pronta la Spirulina viene sbriciolata e, diluita con acqua, è adoperata dalle donne per diverse preparazioni. Ricca di proteine e altre sostanze benefiche l’alga è alla base dell’alimentazione del popolo Kanembu che ad essa attribuisce benefici quali la prevenzione di malattie e la cura di infezioni.
Un’attività che potrebbe scomparire
L’estrazione dell’alga Spirulina nel lago Ciad è anche una fonte di guadagno per il popolo Kanembu, le donne infatti dopo aver prelevato la quantità di alga destinata all’uso domestico, vendono quella in eccesso ai grossisti delle zone vicine. L’alga è dunque alla base della loro sopravvivenza e i recenti cambiamenti climatici responsabili della mutazione morfologica della regione sono un pericolo tangibile per questa ed altre etnie.
Il lago Ciad si trova nella regione del Sahel che confina con Ciad, Camerun, Niger e Nigeria. Dal 1960 la sua estensione ha cominciato a diminuire e, ad oggi, si è ridotta del circa 90%. È un lago che sta velocemente scomparendo e che non riesce più ad essere risorsa per tutti e quattro gli stati. Negli ultimi decenni la scarsità d’acqua ha provocato continue migrazioni delle popolazioni che vivono attorno al lago. È il caso dei pastori nomadi Peul che da nord hanno seguito il ritiro delle acque fino a sud, perdendo grandi quantità di bestiame in assenza della risorsa più preziosa. In mancanza di acqua i disagi aumentano e così anche i conflitti tra le diverse comunità.
Ambienti ostili sono alla base delle attività delle organizzazioni terroristiche che si inseriscono in questi processi per creare terrore e arruolare persone che non hanno risorse per sopravvivere. Dalla nascita di Boko Haram sono aumentati notevolmente gli sfollati nella regione del lago Ciad. Questo fenomeno migratorio attorno al lago è tipicamente africano ma è, allo stesso tempo, una questione internazionale. Oltre alla migrazione interna, infatti, si verifica quella trans-frontaliera che porta inevitabilmente all’apertura di nuove rotte verso l’Europa. Una fuga di speranza che troppo spesso si trasforma in morte.
Questi fenomeni vanno arginati portando avanti azioni concrete come i piani di adattamento climatico. La migrazione ambientale deve poter essere evitata per impedire che si trasformi in tragedia. Il prezioso sostentamento della popolazione Kanembu che da secoli è rappresentato dall’alga Spirulina ha bisogno dell’attenzione e delle energie internazionale per essere preservato.