Un appello per l’espulsione di Israele dall’ONU, sottoscritto da 599 esperti, denuncia le gravi violazioni commesse dallo Stato israeliano nei confronti del popolo palestinese. Le azioni di Israele, che includono la costruzione illegale di insediamenti e il blocco dei diritti fondamentali dei palestinesi, mettono in discussione la credibilità e l’efficacia dell’organizzazione internazionale nel garantire la pace e la giustizia.
Un appello coraggioso promosso da Pino Arlacchi , già vicesegretario generale dell’ONU, come primo firmatorio, ha attirato l’attenzione di 599 studiosi ed esperti che chiedono all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite l’espulsione di Israele. Questo documento, indirizzato al presidente camerunense dell’Assemblea ONU, Philemon Yang, denuncia con forza la continua violazione del diritto internazionale da parte dello Stato di Israele e sollecita un’azione urgente per proteggere la legittimità del sistema giuridico globale e i diritti fondamentali del popolo palestinese .
Le violazioni storiche e attuali di Israele
Nel suo appello, il gruppo di firmatari sottolinea una serie di gravi violazioni perpetrate da Israele, partendo dalla mancata osservanza delle risoluzioni fondamentali delle Nazioni Unite che dovevano garantire i diritti del popolo palestinese. Alcuni degli atti più significativi e significativi citati sono:
- Risoluzione 181 (1947) : che sanciva la creazione di uno Stato palestinese .
- Risoluzione 194 (1948) : che garantisce il diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi.
- Risoluzione 273 (1949) : che ammetteva Israele come membro delle Nazioni Unite, a condizione che rispettasse le precedenti risoluzioni.
Oltre a queste, l’appello denuncia il fatto che Israele ha ignorato l’opinione consultiva della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) del 2004, la quale aveva condannato la costruzione del muro di separazione in Cisgiordania e ribadito il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi . Israele ha inoltre violato numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ignorando ripetutamente richieste di cooperazione con gli inviati e le commissioni dell’ONU e attaccando strutture umanitarie come l’ UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Rifugiato Palestinese) e l’ UNIFIL ( forze di pace in Libano).
Genocidio e apartheid: una politica oppressiva
Una parte centrale dell’appello riguarda l’accusa che le politiche israeliane nei confronti del popolo palestinese rappresentano una forma di genocidio ed epurazione etnica . L’acquisizione forzata delle terre, la repressione dei diritti fondamentali e l’oppressione sistematica dei palestinesi sono descritti come una minaccia esistenziale per la loro popolazione. Questi atti violano i principi cardine della Carta delle Nazioni Unite e costituiscono una chiara violazione dei diritti umani .
L’appello fa un parallelo tra la situazione attuale in Palestina e quella del Sudafrica durante il regime dell’apartheid. Infatti, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite espulse nel 1974 il governo sudafricano per la sua politica di segregazione razziale e la negazione del diritto all’autodeterminazione del popolo. I firmatari sostengono che la condotta di Israele sia altrettanto grave, se non peggiore, e che i recenti pronunciamenti della Corte Internazionale di Giustizia (luglio 2024) forniscono una base legale per giustificare azioni contro lo Stato di Israele.
L’urgenza dell’azione: una risposta alla comunità internazionale
L’appello sostiene che l’espulsione di Israele dall’Assemblea Generale dell’ONU rappresenta un passo fondamentale per affermare il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. Tale mossa avrebbe anche l’obiettivo di preservare la credibilità del sistema legale internazionale , oggi minacciata dall’impunità con cui Israele ha continuato a ignorare le risoluzioni internazionali e a perpetuare violazioni dei diritti umani senza subire conseguenze significative.
L’azione proposta non sarebbe una semplice reazione alle violazioni di Israele, ma una difesa dei principi fondanti delle Nazioni Unite , in particolare quelli che tutelano i diritti dei popoli oppressi e la promozione della pace e della giustizia globale . I firmatari invitano la comunità internazionale a prendere una posizione forte contro l’occupazione e la violazione dei diritti del popolo palestinese.
Un messaggio per il futuro dell’ONU
Questa proposta di espulsione di Israele dall’ONU va oltre la semplice denuncia delle violazioni israeliane. Essa potrebbe rappresentare un segnale inequivocabile della volontà dell’ONU di rimanere fedele ai propri valori fondanti, impegnandosi attivamente nella difesa dei diritti umani e nella promozione della giustizia globale . In un momento in cui l’organizzazione internazionale sembra aver perso slancio nelle sue risposte ai conflitti globali, un’azione come quella proposta rappresenterebbe un rinvigorimento del suo ruolo fondamentale.
A quasi ottant’anni dalla sua fondazione, l’ONU ha il dovere di dimostrare che la promozione della pace, della giustizia e della dignità per tutti i popoli è ancora la sua missione centrale. I 599 esperti firmatari di questo appello chiedono un gesto forte e significativo che invia un chiaro messaggio: nessuno Stato, indipendentemente dalla sua potenza politica o militare, può operare al di sopra delle leggi internazionali senza affrontare conseguenze.
L’espulsione di Israele dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite rappresenterebbe un passo cruciale per garantire i diritti umani e la giustizia per il popolo palestinese. Oggi, più che mai, è fondamentale che la comunità internazionale agisca concretamente contro le violazioni delle leggi internazionali e che l’ONU si faccia portavoce di una giustizia che non conosca discriminazioni né tolleri impunità.