L’agroalimentare perderà un miliardo per le chiusure alle 18

agroalimentare perderà un miliardo

La Coldiretti ha stimato che, a causa della chiusura dei luoghi della ristorazione alle ore 18:00 prevista dal Dpcm del 24 ottobre, l’agroalimentare perderà un miliardo di euro in un solo mese.

Parecchio si è discusso circa le proteste degli ultimi giorni contro le nuove misure in materia di prevenzione.  Ma quanto peseranno effettivamente le norme sul comparto agroalimentare, una delle filiere più colpite dalle disposizioni? Moltissimo, stando ad una ricerca di Coldiretti, secondo cui l’agroalimentare perderà complessivamente circa un miliardo di euro.

Le perdite nel settore della ristorazione

L’organizzazione degli imprenditori agricoli ha di recente diramato un comunicato, nel quale vengono illustrati dei dati allarmanti. Secondo quanto riportato, infatti, i danni economici per circa 330 mila esercizi di ristorazione sarebbero ingenti.

L’obbligo di chiusura serale determinerebbe una consistente perdita di clientela, composta da quegli italiani che hanno l’abitudine di cenare fuori casa almeno una volta al mese.  A ciò, si sommerebbero i mancati incassi dovuti al  rallentamento del turismo e alla diminuzione dei pranzi di lavoro (causa smart working).

In termini percentuali, la caduta del settore varierebbe dal 9-10% di pub e fast food, fino ad arrivare al 59% per le pizzerie con servizio al tavolo.  Ancora più gravi i danni per i ristoranti – la categoria più colpita – che perderebbero il 65%.

La filiera agroalimentare in pericolo

Il quadro peggiora se si guarda all’indotto della ristorazione. In particolare, sarebbero colpite le aziende agroalimentari, tra cui i produttori di beni di consumo essenziali, quali cibo e bevande. Gran parte del prodotto di tale industria, infatti, è destinato alla vendita alla ristorazione, la cui crisi metterà in difficoltà i produttori.

Una situazione da non sottovalutare, dato che – come prevede Filiera Italiana – il crollo potrebbe determinare la perdita del lavoro per 400 mila dipendenti.

Una vera  tragedia economica, che potrebbe sommarsi alla tragedia sanitaria che ha messo in ginocchio il Paese.

                                                                                                                                                         Daniele Gagliano

 

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