L’AfD guadagna consensi in Germania: ad oggi è dato dai sondaggi vicino al 30% e in Sassonia-Anhalt è stato eletto sindaco per la prima volta un candidato dell’AfD. Il partito di ultradestra capitanato da Tino Chrupalla è popolare soprattutto nelle zone più povere dell’Est del paese dove, come evidenziato da una ricerca dell’Università di Lipsia, «Un cittadino su due vuole un partito forte che incarni la comunità nazionale intesa non come diversità di persone ma come società völkisch» e la popolazione «ha smesso di chiedere maggiore partecipazione democratica e salvaguardia dei diritti ma vuole la sicurezza dello Stato autoritario».
L’AfD guadagna consensi in Germania: quali sono i punti su cui vertono i consensi?
L’AfD, come tutti i partititi populisti, in base alla retorica del “ci rubano il lavoro”, sfrutta il malcontento generato dalle politiche in materia migratoria dell’”Ampelkoalition”, aggiungendo a questo l’idea che l’apertura delle frontiere serva soltanto a procurare manodopera a basso prezzo. Bisogna dirlo, è vero che la migrazione di massa per ragioni economiche è funzionale al riprodursi di condizioni di sfruttamento da parte dei capitalisti. Infatti, è evidente che, fin quando c’è la possibilità di sfruttare un “esercito di riserva” di migranti disperati e quindi disposti ad accettare qualunque condizione lavorativa, i lavoratori non potranno mai negoziare condizioni di lavoro migliori senza rischiare di essere sostituiti da qualcuno più disperato e dunque più facilmente ricattabile. Tuttavia, le soluzioni a questa tragedia non sono certo la chiusura delle frontiere, il nazionalismo, la xenofobia e l’islamofobia in stile AfD. I nemici non sono i migranti, ma i capitalisti; per questo motivo servirebbe un partito di sinistra che sia in grado di unire le rivendicazioni dei lavoratori tedeschi a quelle dei migranti, creando un fronte unico di classe in grado di opporsi al ricatto dei padroni.
Un’altra causa di malcontento grazie a cui l’AfD guadagna consensi è la politica climatica della coalizione di governo attuale. Recentemente, il ministro dell’Economia Robert Habeck, del partito dei Grüne, ha annunciato il suo piano riguardo agli impianti di riscaldamento che, anche se risulta all’avanguardia in materia ambientale, ha un grave limite: costerebbe ai cittadini, in particolare agli strati più bassi della popolazione, centinaia di miliardi di euro. L’ AfD, che ha da sempre posizioni negazioniste in stile Trump sul cambiamento climatico, ha prontamente sfruttato l’impopolarità del piano di Habeck, soprattutto tra gli strati più bassi della popolazione, per guadagnare consenso.
C’è poi la questione dell’opposizione alla guerra in Ucraina, su cui in realtà c’è divisione all’interno dello stesso partito. L’ala di AfD che si dichiara contraria all’invio di armi riesce anche in questo caso ad inserirsi subdolamente nel vuoto lasciato da partiti di sinistra che, invece di prendere posizione contro questa guerra, si allineano alla retorica della difesa dell’Ucraina, che nasconde più che altro i giochi di potere della NATO sulla scena internazionale, oltre che gli interessi economici delle aziende belliche. Ancora una volta tuttavia non è difficile smascherare l’ipocrisia del partito capitanato da Tino Chrupalla; infatti, invece di evidenziare come il perpetuarsi della guerra in Ucraina nuoccia innanzitutto alle classi più basse, tanto in Ucraina quanto in Russia o nei paesi occidentali, i membri di AfD che si distanziano dall’invio di armi esprimono poi la propria simpatia per Putin, portandone avanti la propaganda, come se la logiche imperialiste del dittatore russo non fossero del tutto simili a quelle della NATO.
In conclusione
Per capire il carattere reale di questo partito torniamo alle origini: L’AfD, fin da subito nel mirino dell’opinione pubblica per le sue posizioni filonaziste, è stata inizialmente fondata nel 2013 come partito nazionalista, conservatore e anticomunista con un programma economicamente liberale. Tuttavia, col tempo, in maniera opportunistica, un’ala del partito ha virato verso posizioni anticapitaliste per intercettare le fette di popolazione che, col susseguirsi di crisi (soprattutto quella pandemica), ha cominciato ad essere insofferente ad un sistema economico liberale e non ha trovato nel panorama politico tedesco un partito di sinistra forte che rispondesse all’esigenza di costruire un sistema economico diverso ( ci sarebbero i Linke, che tuttavia soffrono di una grande spaccatura interna al partito tra riformisti e la più tradizionale base operaia). Ad oggi, l’AfD sta approfittando del malcontento generato dalla crisi economica causata dalla guerra in Ucraina, cercando di intercettare sentimenti anticapitalistici, ma nel modo peggiore che esiste, ovvero in un’ottica di unione tra posizioni di contrasto al liberalismo economico e deliri nazionalisti, xenofobi e nazisti.
Uscendo dal panorama della Germania, potremmo dire che non è un caso che in tutta Europa si assista ad un’ascesa di forze parassitarie, in grado di sfruttare per i propri interessi sentimenti di scoraggiamento e di rabbia generati dal susseguirsi di crisi che evidenziano il carattere contraddittorio del sistema capitalistico (molto simile ad AfD nelle rivendicazioni è Rassemblement National di Marine Le Pen, con cui, insieme alla Lega di Matteo Salvini, AfD condivide il gruppo europarlamentare “Identità e democrazia”). Crediamo che la ragione dell’ascesa di AfD e altre forze di destra anticapitalista sia da ricercarsi, almeno in parte, nell’allineamento della sinistra al centro-destra su dettami economici neoliberali ed antipopolari dell’UE e dunque nell’assenza di partiti di sinistra forti che abbiano posizioni anticapitaliste e, in tempi più recenti, di opposizione alla guerra imperialista.
La capacità di assorbimento del malcontento generato dalle crisi del capitalismo dimostrata da AfD evidenzia una tendenza molto pericolosa, ovvero quella per cui le classi più bassi della società, mosse dall’incapacità di trovare una rappresentazione nella sinistra tradizionale, vengono conquistate da rivendicazioni nazionaliste e da pericolosi sentimenti xenofobi e fascisti dell’ultradestra. Non è una storia nuova: l’operazione del nazismo fu precisamente quella di sfruttare a suo favore il malcontento degli strati più bassi della società generato dalla durezza del trattato di Versailles che aveva gettato la Germania in una condizione di grave crisi economica. In questo senso, spaventa molto la virata verso l’ultradestra a cui si è assistito in tutta Europa negli ultimi anni (particolarmente in seguito alla crisi pandemica) e assumono tinte fosche le previsioni per le elezioni europee del 2024.
Virginia Miranda