L’abuso dei migranti che attraversano il Darién Gap nelle Americhe. La terra di nessuno controllata dai trafficanti

migranti che attraversano il Darién Gap

I migranti che attraversano il Darién Gap, una giungla paludosa al confine tra Colombia e Panama, vivono un vero e proprio inferno. Tra abusi, violenze, e difficoltà del percorso, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni si tratta di una delle rotte migratorie più pericolose al mondo.

La rotta migratoria del Darién Gap

Nell’ultimo anno i migranti che attraversano il Darién Gap sono oltre mezzo milione di persone. Questo luogo è un vero e proprio inferno per chi lo attraversa. Infatti, è una giungla paludosa di 25 chilometri quadrati che si trova tra lo stato colombiano di Chocò e la provincia panamense di Darién e rappresenta il confine naturale tra l’America del Sud e quella Centrale. Sono molte le persone che cercano di attraversarlo per scappare dai propri Paesi puntando gli Stati Uniti, essendo l’unica via d’uscita via terra dal Sud America.

E’ considerata dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni una delle rotte migratorie più pericolose al mondo, nonostante questo, il numero di migranti è in costante aumento. Ha raggiunto il record di 400.000 da gennaio a settembre di quest’anno, quasi il doppio rispetto all’intero anno 2022. Questo aumento incredibile è dovuto soprattutto alle restrizioni sulla circolazione dai Paesi sudamericani verso il Messico e l’America centrale, spesso promosse dai vari governi degli Stati Uniti.

Le difficoltà dei migranti che attraversano il Darién Gap

Il viaggio a piedi può durare da 5 a 15 giorni, in base alle condizioni atmosferiche. Il terreno è caratterizzato da montagne, paludi e una fitta giungla che rendono il paesaggio molto ostile per la costruzione di infrastrutture o strade. Da sempre si è cercato di rendere questo percorso vivibile ma i vari tentativi hanno sempre portato al fallimento. Per questo, e per la presenza di animali molto pericolosi, è impossibile controllare le regioni più profonde del Darién Gap che così si riempie di gruppi paramilitari, bande criminali e trafficanti di droga pronti a sfruttare le vulnerabilità delle persone in viaggio.

Oltre ad affrontare i rischi dovuti all’ambiente naturale del luogo, il passo più alto è chiamato “Collina della Morte” e il fiume “Fiume della morte” per il gran numero di cadaveri nelle sue acque, i migranti che attraversano il Darién Gap sono esposti ad abusi incontrollati e impuniti da parte dei trafficanti. La protezione e l’assistenza umanitaria è nulla.

Un business per i trafficanti

Il viaggio dei migranti che attraversano il Darién Gap rappresenta un business redditizio in particolare per il Clan del Golfo. Sono loro a stabilire le regole sulla popolazione locale, sui migranti e sui richiedenti asilo, spesso con minacce e uccisioni. Utilizzano anche questo fenomeno dei flussi migratori nel Darién Gap per distogliere l’attenzione dal traffico di cocaina via mare.

Dal lato colombiano è appunto il Clan del Golfo a regolare le rotte dei migranti. Il gruppo armato si stima che potrebbe aver guadagnato un totale di 57 milioni di dollari tra gennaio e ottobre 2023 dal suo controllo su questa rotta migratoria. Sul versante panamense invece avvengono maggiormente gli abusi, anche sessuali, le violenze, i furti.

I migranti che attraversano il Darién Gap, per chi può permetterselo, pagano delle guide, dette “coyote” per farsi aiutare nel viaggio, essendo la giungla molto disorientante. Spesso però queste guide sono trafficanti di esseri umani che si fingono aiutanti. Molti di questi “coyote” si fanno pagare per poi abbandonare i migranti, derubarli e abusare sessualmente delle donne.

L’Ong Human Rights Watch ha fatto diversi Rapporti per mostrare la pesante situazione dei migranti che attraversano il Darién Gap, per cercare di sensibilizzare la popolazione e i governi riguardo a questo passaggio dal Sud America all’America Centrale, ma come abbiamo visto i migranti che tentano questa rotta sono sempre di più.

Luisa Campazzo

Exit mobile version