Un nuovo report pubblicato da Human Rights Watch conferma la situazione di estrema violenza e l’abuso dei diritti umani ad Haiti. Il governo assiste inerme al dilagare di bande armate al servizio delle élite del paese che uccidono e violentano la popolazione civile, “ci stuprano perché non c’è nessuno che ci difende” riporta una vittima.
L’abuso dei diritti umani ad Haiti è ormai all’ordine del giorno, mentre lo Stato assiste inerme alle brutalità quotidiane commesse da più di centocinquanta bande armate che si contendono il controllo della capitale, Port-au-Prince; la popolazione non ha cibo e affronta continue epidemie di colera.
Il report pubblicato da Human Rights Watch (HRW), intitolato “Living a Nightmare”, descrive una situazione al limite del tracollo, in cui l’aiuto delle forze di sicurezza internazionali è considerato quasi necessario per colmare la mancanza di intervento da parte di uno stato che viene descritto nel rapporto come “inesistente e incapace di proteggere la sua gente dalla brutalità delle bande armate”.
L’abuso dei diritti umani ad Haiti: situazione fuori controllo
Gli investigatori di HRW hanno documentato 67 omicidi avvenuti recentemente da parte di bande armate, tra cui 11 bambini e 12 donne. Hanno inoltre verificato che i casi di stupro sono più di 20, molti dei quali commessi da più carnefici per seminare il terrore tra la popolazione. Numeri che, purtroppo, non sorprendono più la popolazione civile, ormai abituata alla ferocia delle gang armate al servizio dei partiti e delle élite del paese, che continuano a finanziarle per perseguire i propri scopi. Spesso, la rabbia della popolazione civile, stanca di arrendersi alle sempre più frequenti barbarie, sfocia in brutali episodi in cui i residenti si fanno giustizia da soli. Questo è accaduto qualche mese fa, quando gli haitiani, stremati dalle continue violenze da parte delle bande armate, hanno linciato e successivamente dato fuoco a un minibus che trasportava tredici persone sospettate di appartenere a una delle gang locali.
“È necessaria un’azione urgente per affrontare i livelli estremi di violenza e della paura, la fame e il senso di abbandono che tanti haitiani sperimentano oggi”, ha affermato Nathalye Cotrino, ricercatrice di crisi e conflitti presso HRW.
La risposta del governo alla persistente situazione di conflitto nel paese è stata giudicata inadeguata da HRW perché la polizia e il governo risultano avere affiliazioni con i criminali, che ricevono un flusso costante di armi e munizioni dalla Florida. HRW afferma nel rapporto: “Sulla base delle informazioni disponibili, dall’inizio del 2023 non ci sono stati procedimenti giudiziari o condanne dei responsabili di omicidi, rapimenti e violenze sessuali, o dei loro sostenitori”.
I resoconti delle vittime sono raccapriccianti: omicidi, uso della violenza sessuale come arma e la sempre più frequente pratica di smembrare i corpi con un machete e darne fuoco per intimidire i rivali.
“Ci stuprano perché hanno il controllo, perché hanno le pistole, perché non c’è nessuno che ci difenda. Non c’è polizia o stato”, ha detto a un ente locale per i diritti umani una sopravvissuta alla violenza sessuale nello slum di Cité Soleil a Port-au-Prince.
Situazione interna del paese
Il paese è nel caos più totale: 4,9 milioni di persone non riescono a procurarsi regolarmente cibo a sufficienza, sono state registrate diverse epidemie di colera, l’accesso all’elettricità è quasi assente, il sistema di giustizia penale non funziona più e molte persone non possiedono nemmeno un documento di identità.
Lo stato è precipitato nella totale anarchia nel 2021, quando il presidente Jovenel Moïse è stato assassinato e le bande hanno preso il controllo del paese attraverso sanguinose guerre territoriali. Ariel Henry, presidente (non eletto) e primo ministro ad interim, ampiamente ripudiato dagli elettori haitiani, ha contribuito al progressivo deterioramento delle istituzioni democratiche nel paese. Tuttavia, Henry è riuscito a consolidare il suo potere ad Haiti elaborando un “Documento di consenso nazionale per una transizione inclusiva ed elezioni giuste” nel dicembre 2022, con il quale è riuscito ad ottenere il sostegno finanziario da parte di USA, Francia e Canada. Henry mantiene tuttora il potere, nonostante risulti aver avuto contatti con il principale sospettato – tuttora latitante – dell’omicidio dell’ex presidente, Jovenel Moïse.
Il report di HRW è solo l’ultimo di una serie di documenti che cercano di informare sull’allarmante situazione nel paese. Una settimana fa, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), in una dichiarazione, ha reso noto che sono stati rapiti più di trecento individui sull’isola caraibica nei primi sei mesi del 2023, molti dei quali erano bambini o donne, rapiti per “guadagni finanziari o tattici”. Unicef, infatti, segnala un’ulteriore tendenza in aumento nel paese, ovvero i rapimenti con riscatto, che minacciano non solo la popolazione locale, ma anche gli operatori umanitari che attualmente risiedono nel paese.
La situazione di disagio prosegue da parecchi mesi e sembra peggiorare, se possibile, di mese in mese. Già a luglio, la spirale di violenza era fuori controllo, e Mahaman Bachard Iro, responsabile dei programmi di Medici Senza Frontiere ad Haiti, aveva dichiarato: “C’è un senso di disprezzo per la vita umana e una tale violenza a Port-au-Prince che nemmeno le persone vulnerabili, i malati e i feriti vengono risparmiati. Come possiamo noi, operatori sanitari, continuare a fornire un supporto in questo clima?”.
Clara Gagliardone