Kuwait, 8 donne nominate giudici della Corte Suprema

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Una nuova conquista per lo Stato del Golfo che arriva dopo una lunga battaglia legale


Il cammino del Kuwait verso la democrazia occidentale e l’emancipazione femminile prosegue. Qualche giorno fa otto donne sono state nominate giudici della Corte Suprema nello Stato del Golfo. Un traguardo storico, che viene dopo altri traguardi raggiunti negli anni scorsi.




Lo scorso 3 settembre hanno preso servizio 54 nuovi giudici dopo la nomina da parte della Corte Suprema. Tra questi erano presenti 8 donne. Fatima Al-Sagheer, Fatima Al-Kandari, Sanabel Al-Houti, Fatima Al-Farhan, Bashair Shah, Bashaer Al-Rakdan, Rawaat Al-Tabtabae, e Lulwa Al-Ghanim, questi i nomi delle magistrate che hanno giurato davanti alla Corte.
Si tratta di una vera e propria conquista poiché hanno giurato dopo una lunga battaglia legale che ha permesso loro di diventare prima magistrate e ora giudici, tutti ruoli in precedenza ad esclusivo appannaggio maschile.

Saranno oggetto di valutazione

“Saranno oggetto di una valutazione sul lungo periodo”, ha precisato tuttavia il Presidente del Consiglio giudiziario supremo del Kuwait e della Corte di Cassazione Yousef al-Matawa senza però specificare la durata stessa del periodo. Una sorta di accettazione con riserva, come se ci fosse bisogno di un periodo di “prova” sul luogo di lavoro. Certamente una dichiarazione non felice che dimostra una mancanza di fiducia a priori nei confronti delle colleghe, confermando una resistenza culturale ancora ben radicata. Tuttavia il traguardo è importante, considerando la situazione nel Paese in cui vivono ancora moltissime famiglie tradizionali àncorate a rigide imposizioni.

Le conquiste precedenti

Alle donne è stato riconosciuto il diritto di voto nel 2005, una data relativamente recente. Ma da allora il popolo femminile kuwaitiano non ha mai smesso di combattere per i diritti delle donne. Sempre nel 2005 è stata nominata ministro la prima donna, Massouma al-Mubarak.
Si tenga presente che in questo Stato, una delle rare democrazie dell’area del Golfo, la politica è considerata un’attività maschile, il trono è ereditario e il sovrano nomina il primo ministro; l’emiro decide quando sciogliere la Camera (il Parlamento è a unica Camera).
Dal diritto di voto acquisito e dalla possibilità di candidarsi a cariche politiche devono passare 4 anni prima di una elezione femminile in Parlamento. La prima elezione avviene infatti nel 2009, poiché sia nel 2006 che nel 2008 non viene eletta nessuna donna. Alle elezioni del 2009 le donne erano il 57% sul totale degli aventi diritto al voto, 16 candidate per conquistare almeno uno dei 50 seggi dell’assemblea. Ebbene, ce l’hanno fatta. Sono andate a votare un alto numero di donne e 4 candidate sono riuscite a sedersi sui banchi dell’Assemblea Nazionale.

Viaggiare senza il permesso del marito

Ruoli importanti che possono cambiare le cose. Dopo qualche mese, infatti, a fine 2009, la Corte Costituzionale ha deciso che le donne del Kuwait possono viaggiare col passaporto anche senza il permesso dei mariti. “Nel 21° secolo non si può controllare la propria moglie”. Secondo una delle parlamentari elette Aseel Al Awadi, l’emendamento “è un primo passo per eliminare tutte le leggi che sono incostituzionali e una minaccia al processo democratico in Kuwait”.

Marta Fresolone

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