Kubo e la spada magica: l’arte della stop-motion

La stop-motion è una tecnica difficile. Lo è sempre stata e sempre lo sarà. Ma scegliere di utilizzarla di questi tempi, con la Disney e la Pixar che alzano sempre più l’asticella della qualità visiva dei film d’animazione, sembra quasi un azzardo. Kubo e la spada magica, in effetti, è un progetto folle. Un film che ha il coraggio di osare laddove tutti preferiscono andare sul sicuro. Che preferisce inventare quando i suoi concorrenti non fanno altro che copiarsi a vicenda.

Soltanto uno come Travis Knight poteva forse permettersi un rischio artistico del genere. Travis, infatti, è figlio di Philip, fondatore e presidente della Nike, nonché fondatore della Laika, la casa di produzione del film. Dopo progetti candidati all’Oscar come Coraline e la porta magica, ParaNorman e Boxtrolls, la Laika si dedica al suo progetto più ambizioso. Travis Knight, dalla sua, dopo essersi fatto le ossa come capo animatore, si cimenta nella sua prima regia.

Un progetto folle e geniale

Per capire la maestosità del progetto produttivo di Kubo and the two strings (titolo originale) basta vedere un po’ di cifre. Sono state scattate ben 150mila fotografie, che messe in sequenza producono l’effetto dinamico che dà vita ai modellini. Le espressioni facciali di Kubo, il protagonista, inoltre, sono ben 23187 e sono state alternate di frame in frame. Un lavoro mastodontico che prevede tanta precisione e ingegnosità. Per farsi un’idea basta sapere che per girare la sequenza più complessa (quella della nave) ci sono voluti ben 19 mesi di lavorazione. Da qui, oltre dall’ingaggio di doppiatori d’eccezione come Charlize Theron, Matthew McConaughey e Rooney Mara, deriva un budget di 60 milioni dollari.

Tutta questa fatica e questo impegno creano però un effetto finale unico nel suo genere, in cui la materialità del processo artistico si percepisce in ogni istante. La resa visiva dei film della Laika, di quest’ultimo in particolare, toglie il fiato. Travis Knight inserisce, inoltre, degli elementi in CGI che arricchiscono ancora di più le animazioni in stop-motion.

kubo
fonte: WallpapersHome

Chi è Kubo

Protagonista del film è Kubo, un bambino dell’antico Giappone che vive in una caverna insieme alla madre malata. Il ragazzino si prende cura della donna e si guadagna da vivere facendo il cantastorie in un villaggio vicino. Il potere magico ereditato dalla madre gli permette di dare vita alle sue storie animando con la musica degli origami.

Ma il tragico passato che ha portato alla morte del padre, un abile samurai, è pronto a ritornare di prepotenza nella sua vita. Antagonisti della vicenda sono il nonno e le zie materne, entità quasi divine caratterizzate da una grande crudeltà e dall’odio verso l’umanità.

Kubo dovrà compiere un viaggio alla ricerca dei pezzi che compongono l’armatura paterna. Assieme a lui una scimmia e un samurai tramutato in scarabeo. Alleati del protagonista in una storia che ha la struttura di una fiaba canonica insaporita da elementi mitologici.

Il valore artistico e narrativo

Questa pellicola merita senz’altro una visione. L’animazione accattivante e l’impianto epico della storia piacerà di certo ai più piccoli. Mente gli adulti resteranno incantanti dal prodigioso comparto tecnico e da una narrazione fortemente simbolica ed emotiva.

A livello registico il film è caratterizzato da molte sequenze d’azione. Sebbene le ambientazioni, per ovvi motivi, siano spesso molto semplici e scarne, le animazioni sono rapide e chiare. Un vero piacere per gli occhi che viene avvalorato da un taglio fotografico magistrale.
La sceneggiatura spicca forse un po’ di meno. Il ritmo a volte si inceppa. Alcuni colpi di scena e scelte narrative stupiranno i bambini ma restano prevedibili per i genitori. Così come le battute, per fortuna ridotte all’osso, non creano mai eccessivo trasporto. Resta comunque una pellicola che parla di famiglia, amore, morte con un’intensità fuori dal comune. Tanto che credo sia davvero impossibile non emozionarsi nelle bellissime sequenze finali.

Fatevi il regalo di vedere al cinema quest’opera fino a quando ne avrete l’opportunità. Portateci, figli, fratellini e nipoti. Oppure andateci per i fatti vostri. Vi immergerete in un’atmosfera magica dal sapore orientale che sicuramente vi colpirà.

articolo di Carlo D’Acquisto

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