L’allarme è scattato tempo fa. Segnalazioni di persone che venivano aggredite senza motivo, da adolescenti. Un allarme diventato emergenza, dopo aver iniziato a contare i primi feriti gravi e alcuni morti.
Di cosa si tratta? Niente di speciale; si sceglie a caso un passante e lo si manda “Knockout” assestandogli un colpo alle spalle, colpendolo in pieno viso. Il gioco prende il nome di “Knockout game”.
Nato nelle metropoli americane è arrivato presto in Italia. Come già sappiamo, le mode, come anche quelle più anomale fanno presto il giro del mondo. Ma cosa si nasconde davvero, dietro questa perversa tendenza?
Il tema della “sfida”, esiste, come tutti sappiamo, fin dall’arrivo dell’umanità sulla terra. Attraverso i secoli, gli uomini hanno sempre usato la violenza in strada. I motivi sono stati molteplici: difesa del proprio “onore” insultato, difesa della proprietà, della propria donna, denaro, religione e tanto altro. Viceversa, il motivo poteva essere futile: uno sguardo di troppo, una presa in giro o semplicemente un disagio interiore che porta a sfogarsi con il primo malcapitato.
Con il passare dei secoli, la società ha creato molteplici strutture a difesa dei cittadini inermi. Leggi studiate appositamente per questo tipo di problemi e pene da scontare, in base alla gravità dei fatti.
Anche se la civiltà si è evoluta notevolmente in molti ambiti e le leggi sono state inasprite sempre di più per evitare che le persone usino la violenza per risolvere i loro problemi personali, queste realtà sono sopravvissute ad ogni epoca e ad ogni legge e guardandoci intorno, notiamo che il problema della violenza nelle strade è sempre presente e le cause scatenanti sono sempre più prive di significato.
Il “Knockout game” è uno di quei fenomeni apparentemente senza alcun significato. Non ci troviamo di fronte a due persone che risolvono un problema usando la violenza. In questo caso, il problema non esiste; si sceglie qualcuno da pestare. Per il modo in cui è vestito? Per ciò che rappresenta in quel preciso momento? Nessuno riesce a capirlo e quello che ha sconvolto la maggior parte delle persone è la presenza di alcuni amici dell’aggressore, pronti a riprendere l’avvenimento con il proprio smartphone e a pubblicare il tutto sui vari social network.
Se osserviamo gli elementi elencati notiamo: Strada, aggressioni, pubblico e…..smartphone. Cosa otteniamo se osserviamo questi quattro elementi? La risposta è semplice: la società moderna.
Questo tipo di tendenze, viene fuori da ciò che la società, oggi, inculca nelle menti dei giovanissimi. La televisione e i vari media, uniti ai talk show e ai programmi quali “Grande Fratello”, “Isola dei famosi” e simili, hanno in comune dei fattori che possono influenzare negativamente lo sviluppo del pensiero di un ragazzo che si affaccia alla “vita”.
La propaganda alla base di questi programmi è la riuscita “sociale” grazie all’apparire. Un apparire bello, ricco e circondato da tutti in beni materiali possibili, ma sopratutto, “Ottenere tutto questo, senza alcuno sforzo”.
E così, ci troviamo di fronte a personaggi che violano qualsiasi legge, impegnati in ridicoli programmi televisivi, il cui unico scopo è l’audience, dare lezioni di vita e di costume, oltre a riempire le proprie tasche. E questo tipo di televisione, può avere un solo effetto: quello di desensibilizzare i ragazzi verso la violenza e di creare quella condizione mentale, dove “non importa in che modo, ma l’importante è essere visti”.
Se un video è visualizzato da molte migliaia di persone, si ha la possibilità di essere chiamati in televisione, quindi perchè preoccuparsi?
Questo fenomeno, negli anni passati ha creato la disinformazione sulla rete e ora sta creando delle situazioni “straordinarie”, dove alcune errate convinzioni personali, portano a creare danni reali alle persone.
Le istituzioni statali e scolastiche, sembrano non prendere molto sul serio situazioni denunciate da più persone come il “Cyberbullismo” o il “Knockout game“, giudicandole delle semplici “bravate” di ragazzini, ma credo che persone ferite gravi o morte in ospedale per alcuni traumi, unite a svariati suicidi di adolescenti, siano elementi da tenere in seria considerazione.
L’inasprimento delle leggi è già in atto, ma la questione va risolta in casa. La mia riflessione personale va ai genitori di questo tipo di adolescenti. Osserviamo sempre di più la “nascita” di alcuni genitori, totalmente disinteressati alla vita dei propri figli, impegnati in attività futili e imbarazzanti sotto tutti i punti di vista e sopratutto per un figlio in età adolescenziale. Genitori pronti ad accontentare il proprio figlio su tutto, per non avere ostacoli di nessun tipo al proprio interesse. Adulti capaci di aggredire insegnanti che richiamano i loro “pargoli” all’educazione. Adolescenti lobotomizzati da smartphone, tablet e consolle di qualsiasi tipo, totalmente disinteressati a qualsiasi cosa richieda sacrificio e dedizione.
Il “Knockout game” è lo specchio di questa realtà. E’ figlio di tutto questo. Osservandone le modalità, possiamo notare come anche in questo caso ci sia una totale mancanza di voglia di agire. Non esiste più nemmeno l’azione (criminale ovviamente), di provocare qualcuno senza motivo e iniziare una lite. Semplicemente colpire per essere ripresi, senza neanche lo sforzo di affrontare una reazione.
Tutto questo è semplicemente spaventoso. La mancanza di umanità e di indole personale è forse l’ultimo gradino di un umanità già priva di sentimenti. Agire solo per il gusto di appagare il proprio egocentrismo è la rappresentazione di un mondo “narcotizzato” e indifferente. Girare un video, aspettando che una persona colpisca vigliaccamente un’altra è un atto di pura indifferenza alla vita.
Non parliamo di atti criminali, nè di ragazzi cresciuto nel disagio. Tutto questo avviene da parte di ragazzi comuni, venuti da famiglie comuni. Ed è lì che va cercata la soluzione. Nella famiglia.
L’appello va a voi genitori. Cercate di inculcare dei princìpi ai vostri figli, diversi da quelli della televisione e cercate di far capire loro che quello che vedono nello schermo non è la realtà. L’indifferenza e un pensiero personale rivolto soltanto a soddisfare il proprio ego senza spirito di sacrificio, renderà questi ragazzi delle nullità che non sceglieranno il “Male” come vita, ma semplicemente non sceglieranno “Niente”.