Se avete presente Kingsman: Secret Service del 2015, prendete il protagonista Eggsy (Taron Egerton), il suo fidato e burbero collega Merlino (Mark Strong) e l’intera società segreta della Kingsman, sartoria londinese che di nascosto opera per la sicurezza mondiale.
Aggiungete stavolta un’esplosione alla sede centrale, la morte di molti personaggi del primo film, i “cugini americani” dell’organizzazione segreta Statesman in cui figurano Jeff Bridges, Halle Berry, Channing Tatum e Pedro Pascal e per coronare una cattiva, psicopatica Julianne Moore.
Infarcite il tutto con un’azione parodistica, confusione, caos narrativo e una comparsa importante (Elton John): il gioco è fatto. E non vale il prezzo del biglietto.
Vaughn aveva già portato avanti la narrazione del filone Kingsman, fatto per fumetti in primo luogo, sulle rotaie della parodia dei vecchi spy movie.
I suoi Bond sono eleganti e timidi come pure pratici e volgari con la parlata cockney ma non hanno l’energia giusta per portare avanti il programma “distruttivo” dei vecchi miti.
La narrazione oscilla tra il film d’azione ed il teen movie con matrimonio finale convenzionale, tanto che Eggsy sposa la principessa svedese che nel primo film gli aveva promesso sesso anale in caso avesse salvato il mondo.
Già lo sbaglio risiede nell’aver reso una fantasia come questa seriosa e appestante, borghesissima nell’esito finale.
La cattiva della Moore, che partiva molto bene non solo per il carattere sopra le righe ma anche per il suo piano (davvero niente male), si smonta nel finale per sovraccarico di eccentricità.
Elton John fa la sua comparsa più pubblicitaria che realmente utile per l’esito del film. Dapprima diverte, poi imbarazza nel suo essere kitsch.
Sembra fatto a forza questo film. Ma mai forzato quanto il “dramma” inutile del personaggio di Pascal.
Troppa carne al fuoco, senza stile né eleganza. Fa solo rumore, senza nemmeno divertire.
Antonio Canzoniere