Kim Jong Un e le esecuzioni assurde.

Kim Jong Un, il noto leader nord coreano, non perde occasione per far parlare di sé.

Questa volta si sarebbe fatto riconoscere, affermando il proprio ruolo di dittatore sanguinario.

Il caro Kim avrebbe fatto giustiziare due suoi funzionari.

Uno di essi, Hwang Min, ex ministro dell’agricoltura avrebbe avuto la “malsana” idea di avanzare e sostenere delle proposte di riforma che avrebbero urtato l’opinione del giovane leader che le avrebbe prese come un affronto alla propria persona.

Ri Yong-jin, funzionario al ministero dell’educazione, avrebbe commesso un delitto di lesa maestà appisolandosi durante un discorso tenuto dal dittatore nord coreano, che non ha preso bene quel sonnellino non pianificato.

Il funzionario accusato di aver mancato di rispetto nei confronti del suo leader il quale lo avrebbe fatto accusare anche di corruzione.

Le esecuzioni di questi due funzionari sarebbero state fatte presso l’accademia militare di Pyongyang, sotto la supervisione del generale Kim Jong Un.

Kim Jong Un
sapo.pt

Purtroppo non si tratta della prima volta in cui il dittatore della Corea del Nord decide di far giustiziare ufficiali o civili per i motivi più disparati.

Poche ore fa il governo di Seul avrebbe ha annunciato di aver ricevuto al notizia dell’uccisione del vice ministro nord coreano Kim Yong Jin, il quale rappresenterebbe una figura importante e strategica per il controllo dei giovani della Corea del Nord.

L’esecuzione pare essere stata effettuata il mese scorso.

Il vicepremier avrebbe tenuto un atteggiamento negativo durante una sessione di parlamento tenutasi a giugno.

Se questa notizia venisse confermata, si tratterebbe di una perdita molto importante.

Alcuni degli uomini giustiziati potrebbero avere avuto a che fare con Jang Song-thaek, lo zio di Kim, giustiziato nel 2013 con l’accusa di alto tradimento.

Resta da dire che la brutalità delle esecuzioni ordinate dal giovane generale nord coreano, denunciate dalla Corea del Sud rimangono da confermare, nonostante sia ormai difficile non crederci.

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