Keith Haring: un muro è fatto per essere disegnato

Keith Haring

Non penso che l’arte sia propaganda; dovrebbe invece essere qualcosa che libera l’anima, favorisce l’immaginazione ed incoraggia la gente ad andare avanti.

Come ha iniziato





Keith Haring, un nome importante, uno degli artisti più rappresentativi della corrente neo-pop. Nasce nel 1958, in Pennsylvania, il più grande di quattro fratelli. Da subito rivela un certo talento artistico e , dopo avere frequentato le scuole superiori, entra alla School of Professional Art di Pittsburgh. Sull’onda della nuova cultura Hippie, gira gli Stati Uniti in autostop, allo scopo di osservare i lavori di tutti gli artisti del paese. Siamo nel 1976.

Come è arrivato al successo

1978. Per la prima volta espone le sue creazioni al Pittsburgh Centre for the Arts, poi a New York dove entra alla School of Visual Art.
Esplode adesso la sua popolarità. Realizza graffiti nelle stazioni della metropolitana, la sua arte viene amata dai giovani tanto che i suoi lavori vengono spesso rubati e rivenduti a musei. Viene più volte arrestato, proprio per la sua arte e la sua attività illegale nelle stazioni metro. Partecipa nel 1980 ad una mostra con Andy Warhol e poi allestisce innumerevoli mostre, finchè la Tony Shafrazi Gallery diventa la sua galleria.

Al negozio Fiorucci

Invitai Haring a Milano, stregato dalla sua capacità di elevare l’estemporaneità ai gradini più alti dell’arte. Egli diede corpo ad un happening no stop, lavorando per un giorno e una notte. I suoi segni ‘invasero’ ogni cosa, le pareti ma anche i mobili del negozio, che avevamo svuotato quasi completamente. Fu un evento indimenticabile. Io feci portare un tavolone, fiaschi di vino, bicchieri. La gente entrava a vedere Keith dipingere, si fermava a bere e a chiacchierare. Ventiquattr’ore di flusso continuo; e poi i giornali, le televisioni… In seguito, i murales sono stati strappati e venduti all’asta dalla galleria parigina Binoche.

Elio Fiorucci, in un’intervista al mensile Stilearte.

Gli ultimi anni

Nella mia vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l’AIDS io, non lo prenderà nessuno.

Nei mesi successivi dichiara di essere stato infettato dall’HIV. Esegue la sua ultima opera nel 1989, un grande murale da nome Tuttomondo, per la pace universale. A 31 anni muore , prematuramente.

Il mio contributo al mondo è la mia abilità nel disegnare. Dipingere è ancora sostanzialmente la stessa identica cosa che fu nella preistoria. Riunisce l’uomo e il mondo. Vive nella magia.

E così, Keith Haring vive nella magia per sempre.

 

Mariafrancesca Perna

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