Garry Kasparov, scacchista per antonomasia e oppositore di Putin

Garry Kasparov

Garry Kasparov è una leggenda del mondo degli scacchi. Bambino prodigio dell’ex Unione Sovietica, ha conquistato il titolo di Campione del Mondo nel 1985 a soli 22 anni, diventando il più giovane ad ottenere tale risultato. Ha dominato il mondo degli scacchi per due decenni. Da quando si è ritirato è un’attivista politico e un forte oppositore del governo di Vladimir Putin, che in un suo libro definisce come “nemico del mondo libero”.

Kasparov, lo Scacchista

In alcune discipline stabilire chi sia o sia stato il migliore di sempre è molto difficile ed estremamente controverso. Nel calcio ogni generazione ha il suo favorito, i nostri nonni Pelè, i genitori Maradona, i più giovani Messi e Ronaldo; per quanto riguarda il basket il dibattito è incentrato principalmente su Michael Jordan e Lebron James, ma negli scacchi è molto, molto più semplice. Il più grande di sempre, il “goat”, è, Garry Kasparov.

Con buona pace di chi preferisce Bobby Fischer e Magnus Carlsen (attuale campione del mondo e allievo di Kasparov) il titolo di più forte della storia non può che aspettare a lui. Bambino prodigio degli scacchi, è diventato campione del mondo nel 1985 a 22 anni e 210 giorni, il più giovane di sempre a riuscirci, rimanendolo fino al 2000. È stata la prima persona  a superare la soglia dei 2800 puniti Elo (il sistema di misura dell’abilità negli scacchi) e ha dominato il panorama scacchistico mondiale per due decenni, rimanendo il giocatore con il rating più alto anche dopo aver perso il titolo mondiale. Nessuno ha mai dominato il mondo degli scacchi per così tanto tempo.

Nato nel 1963 a Baku, allora parte dell’Unione Sovietica, grazie al suo talento Kasparov diventa presto una celebrità in patria. L’URSS ha da sempre una grande passione per gli scacchi e una tradizione di grandi scacchisti, per cui il giovane campione del mondo diventa un vero e proprio tesoro nazionale, portato in trionfo ogniqualvolta difende il suo titolo tenendo alto l’onore della patria.


In 8 partecipazioni alle Olimpiadi degli scacchi, Kasparov vince per l’Unione Sovietica 8 medaglie a squadre e 7 individuali. Su 82 partite complessive ne vince 50 e ne perde soltanto 3.

L’opposizione a Putin

Dopo il ritiro dagli scacchi Kasparov decide di impegnarsi in politica, sfruttando la sua influenza e la considerazione che il popolo sovietico (e russo dopo la caduta dell’URSS) ha nei suoi confronti. Sin dai primi anni 2000 si oppone a Vladimir Putin, fondando nel 2005 il partito Fronte Civile Unito, movimento sociale e politico avverso al partito del presidente russo. Più volte arrestato nel corso degli anni per aver partecipato a proteste contro il governo e spesso additato come un “agente straniero“, decide nel 2013 di trasferirsi a New York dove continua, come attivista ed autore, la sua campagna contro Putin.

Proprio a causa di queste su attività l’ex scacchista è finito nella lista dei “terroristi ed estremisti” stilata dal governo russo ed è stato accusato, ad aprile, di aver creato una “comunità terroristica” e di aver finanziato “attività terroristiche”. Una prassi comune per il regime di Putin, che usa queste imputazioni contro personaggi scomodi come Kasparov. In seguito a queste accuse l’ex scacchista è stato arrestato, in absentia, dietro decisione del tribunale cittadini di Syktyvkar.

Tutti questi provvedimenti presi contro di lui da parte di Mosca però non sono serviti a farlo smettere di parlare. Kasparov continua a fare interventi e a condannare le politiche di Putin su tutti i fronti, sia per quanto riguarda la politica interna che esterna. Nel 2022 aveva pubblicamente invitato la Svizzera a non dichiararsi neutrale nel conflitto in Ucraina, affermando che “chiunque non aiuti l’Ucraina acconsente a un genocidio, che tutti possono vedere. Putin sta deliberatamente attaccando i civili”.

Contro Trump

Non solo oppositore di Putin , ma anche critico nei confronti del 47esimo presidente USA. In un suo articolo pubblicato sul The Dispatch in occasione delle elezioni presidenziali americane, Kasparov scrive che non avrebbe mai pensato di “dover avvertire gli americani dei pericoli della dittatura”. Afferma che “Donald Trump sta smantellando le barriere della democrazia americana da quasi un decennio”.

Pur non essendo un accanito sostenitore di Kamala Harris, Kasparov auspicava una sua vittoria nella corsa alla Casa Bianca in modo da salvaguardare le sorti della democrazia americana. Aveva definito la candidata democratica come “l’unica scelta possibile”. “Chiunque abbia vissuto nell’Unione Sovietica o nella Russia di Putin vi dirà cosa significa temere di condannare pubblicamente il governo”, queste le parole di Kasparov in merito alla pericolosità di Trump per la democrazia.

Le cose però sono andate diversamente e il successore di Joe Biden sarà proprio il tycoon. Ora non resta che attendere per vedere se le preoccupazioni del più grande scacchista di sempre si realizzeranno.

Marco Andreoli

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