Rottura tra Karsdorp e Mourinho: una questione di atteggiamento

Karsdorp

Karsdorp, calciatore olandese ed esterno della Roma dal 2017, ha lasciato l’Italia per tornare a casa dopo l’umiliazione pubblica innescata da Mourinho che lo ha accusato di tradimento.

L’atteggiamento non professionale

A segnare un punto di rottura tra Karsdorp e la Roma è stata la partita giocata contro il Sassuolo che è finita  1-1. Dopo il fischio finale Mourinho ha rilasciato un’intervista a Dazn dove si è scagliato contro un giocatore, di cui non ha fatto il nome, e il suo atteggiamento:

L’errore fa parte del gioco, i miei calciatori sanno che possono sbagliare, senza nessun tipo di problema, ma l’atteggiamento non professionale e non corretto con i compagni mi dispiace. Non vi dico il nome, lo sanno i miei giocatori perché ho parlato davanti a tutti in spogliatoio. Ho invitato quel giocatore a trovarsi un altro club per gennaio

Nonostante non abbia fatto nomi, la stampa ha subito pensato a Karsdorp che era fuori posizione per un passaggio proprio nello scambio che ha portato il Sassuolo a fare il gol del pareggio. L’allenatore ha dichiarato che ad averlo infastidito non sono solo le azioni in campo, ma l’atteggiamento verso la squadra e i compagni. In passato, come riportato sul Corriere della Sera, il giocatore olandese aveva avuto reazioni impulsive sul campo cui sicuramente aveva fatto caso lo Special One: il 6 novembre nel derby contro la Lazio, una volta sostituito, Karsdorp non si era fermato in panchina, andando negli spogliatoi. Era tornato poi sui suoi passi, ma l’azione non è passata inosservata soprattutto da Mourinho.

Karsdorp ha deciso di tornare in Olanda

Dopo la partita a Reggio Emilia, a confermare che fosse lui il giocatore accusato da Mourinho c’è stata la decisione di non convocazione per la partita Roma-Torino. A riguardo ha fatto delle dichiarazioni anche il direttore sportivo Tiago Pinto:

Per quanto riguarda Karsdorp, anche se non parlo molto, non nascondo i problemi. Tutti voi avete visto quello che è successo. Noi, insieme al giocatore e all’allenatore, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio per tutti, per lui e per la squadra, non esserci.

Dopo la partita contro i granata Mourinho ha disposto dei giorni di riposo per la squadra, è ancora in dubbio se l’esterno olandese rispetterà i tempi concessi, tornando per la tournée in Giappone e il ritiro in Portogallo o se si allontanerà per più tempo. Karsdorp non ha rilasciato dichiarazioni e ha pubblicato solo una story su Instagram: nessuna parola o discorso, solo i colori della Roma e un emoji in lacrime. Forse il dispiacere per la mancata convocazione, forse la consapevolezza che una riconciliazione con Mourinho potrebbe non avvenire mai e che a gennaio sarà necessario cambiare club.




 

Le umiliazioni pubbliche hanno delle conseguenze

Oltre alla mancata convocazione, come riportato dal Corriere della Sera, un altro episodio ha spinto Korsdorp ad allontanarsi da Roma: l’esterno ha trovato, sotto casa, un gruppo di tifosi che lo aspettavano con atteggiamenti di astio. Questa vicenda, finita per fortuna senza episodi di violenza fisica o verbale, mette in luce un problema di fondo. Mourinho annunciando pubblicamente la sua delusione verso il giocatore ha diretto su di lui il malcontento dei tifosi per il pareggio con il Sassuolo e per questi atteggiamenti “irrispettosi”.

Mourinho ha mostrato più volte la parte più aggressiva e polemica di sé, prendendosela con giocatori, giornalisti o avversari. La vicenda dell’esterno olandese porta a chiedersi se sia giusto indirizzare il dispiacere per un risultato e magari per lo stato di una squadra verso un giocatore solo, soprattutto pubblicamente. L’allenatore stesso che, dopo la partita a Reggio-Emilia, ha affermato che i giocatori della Roma devono scontrarsi contro i propri limiti, ha diretto sull’esterno olandese anche il dispiacere della squadra.

Ludovica Amico

 

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