Juventus: 6 passi nella storia

Si è chiusa con il 3 a 0 al Crotone l’ennesima stagione trionfale della Juventus di Max Allegri. Mandzukic, Dybala e Alex Sandro hanno regalato alla Vecchia Signora il sesto scudetto consecutivo, impresa mai riuscita a nessuno nella storia del calcio italiano. Dopo la vittoria contro la Lazio in Coppa Italia e il matematico trionfo in campionato manca solo la conquista della Champions League nella finale di Cardiff del 3 giugno per trasformare la storia in leggenda.

Il 21 maggio 2017 resterà negli annali bianconeri. In un campionato dominato dall’inizio alla fine, la Juventus non ha mai mostrato segni di cedimento. Anche se gli altri scudetti erano arrivati con maggiore anticipo rispetto al sesto, la sensazione di dominio bianconero è stata chiara fin dalla prima giornata.

Nonostante le cinque sconfitte subite in trasferta non si è avuta mai l’impressione che la squadra di Capitan Buffon potesse perdere il titolo. Nemmeno ieri nella partita delicata contro il Crotone, in cui la Juve entrava in campo con la Roma a solo un punto, forte della vittoria sul Chievo. Una Roma che ha cercato in tutti i modi di guastare la festa ai bianconeri, ma che si ritrova a dover difendere il secondo posto fino all’ultima giornata di campionato. Le scommesse sulla Serie A di William Hill danno la Roma favorita su un Genoa che ha ormai conquistato matematicamente la salvezza. La corsa al secondo posto non è tuttavia ancora chiusa e il Napoli potrebbe approfittarne all’ultimo momento.

La Juventus ha gestito in maniera ottimale la sua superiorità tecnica e la profondità della rosa per arrivare in fondo a tutte le competizioni con le batterie cariche per provare a vincere tutto. Due obiettivi su tre sono stati raggiunti. La prima parte del terzo – quella di arrivare in buona forma e senza infortuni gravi alla finale di Champions League – anche. Manca solo la ciliegina sulla torta che sarebbe rappresentata dalla conquista di quella Coppa che manca da troppo tempo dalle parti di Vinovo.

Max Allegri è stato il regista perfetto di questa cavalcata trionfale. Accolto a luglio 2014 con insulti e offese da una tifoseria nello sconforto per l’abbandono di Conte, Allegri si è dimostrato in poco tempo un tecnico geniale e un abile gestore del gruppo, capace di capire che l’introduzione delle sue idee di calcio nella squadra doveva essere graduale. Senza stravolgere l’impianto creato dall’ex allenatore, il livornese ha cambiato qualcosa ogni anno, è stato capace di adattare i suoi schemi alla rosa a disposizione e si è conquistato la fiducia dello spogliatoio. Una fiducia e un modo di agire che hanno portato in tre anni tre scudetti, tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana e due finali di Champions.

Mai come quest’anno si è sentita la mano dell’allenatore. La sua calma ha migliorato l’autostima di una squadra che nelle gestioni precedenti non reggeva la pressione delle coppe europee, trasformandola in una potenza continentale (vedi la doppia sfida col Barcellona e l’autorevolezza nella semifinale col Monaco). Con il suo modo di fare Allegri ha avuto la fiducia dei senatori del gruppo, ha predicato equilibrio nei giudizi, ma non si è tirato indietro nel punire un totem come Bonucci reo di averlo criticato apertamente durante la partita col Palermo.

Il vero colpo di genio è stato quello del cambio modulo. Partito con il classico 3-5-2 conosciuto a memoria dai suoi giocatori, Allegri ha ovviato agli addii di Pogba e Morata ricollocando il nuovo arrivato Pjanic a fianco di Khedira nel nuovo 4-2-3-1. Uno schema che ha permesso di mettere in campo contemporaneamente tutto l’arsenale offensivo bianconero composto da Cuadrado, Dybala, Higuain e Mandzukic.

Proprio l’attaccante croato è stato il simbolo della stagione bianconera. Abituato a stare al centro dell’attacco e capace di segnare 20 o più gol in 5 campionati in carriera, ha avuto l’umiltà giusta per reinventarsi esterno di centrocampo tutta corsa e sacrificio. A livello realizzativo è stata la sua peggior stagione dal 2011 (10 gol segnati). A livello di impatto sull’equilibrio della squadra, sulla tenacia e sulla voglia di lottare, Mario Mandzukic è l’unico davvero insostituibile nell’11 Campione d’Italia 2016/17.

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