Jury Chechi, un gigante di un metro e 65 centimetri, il “Signore degli Anelli” (dalla specialità che lo ha reso famoso), grazia, potenza, dedizione, forza. Più semplicemente il più grande ginnasta che l’Italia abbia mai avuto.
Nato l’11 Ottobre 1969, oggi compie 50 anni. Mezzo secolo nel segno delle imprese che hanno tenuto con il fiato sospeso una nazione.
L’ultimo volo
“Si è posato come una foglia che si arrende sì all’Autunno, rivendicando a sé la grazia del volo”. Con queste parole il telecronista Andrea Fusco salutò l’ultima esibizione di Jury Chechi, quella che pochi secondi dopo avrebbe aggiunto alla sua straordinaria bacheca il bronzo nella specialità degli anelli alle Olimpiadi di Atene 2004. Perchè partire dalla fine, da quella che è stata l’ultima straordinaria gemma della carriera di Jury, vi starete chiedendo?
Perché vincere, beh…vincere non è da tutti. Ma una medaglia olimpica a 34 anni, dopo una carriera costellata di successi, dopo essersi di fatto ritirato a causa di un grave infortunio che ne aveva impedito la sua partecipazione alle olimpiadi di Sidney 4 anni prima, una medaglia vinta dopo essere tornati a gareggiare per una promessa fatta al padre guarito da una grave malattia, una medaglia che, poi si scoprirà, con una diversa giuria, forse sarebbe potuta essere d’oro (la gara fu vinta dal greco Dimosthenis Tampakos tra le polemiche). Venne chiesto il riesame da parte di una giuria neutrale, che assegnò la vittoria a Chechi – una medaglia inattesa, quanto meritata. Beh, quello non è da tutti… è solo da Jury Chechi. L’emblema della carriera di un atleta unico nel suo genere.
Da Ginnasta per caso a numero uno
La carriera di Chechi inizia a Prato, nella società Etruria, grazie alla sorella che lì frequentava un corso di ginnastica artistica. Il piccolo Jury s’innamora di questo sport, tanto da convincere i genitori ad iscrivere anche lui all’età di 7 anni. Da lì in poi sarà un crescendo. Il suo palmares non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: 2 medaglie olimpiche (un oro e un bronzo), 5 ori e due bronzi ai mondiali, 4 ori e due bronzi agli europei, 3 ori e un argento alle Universiadi, 13 ori e tre argenti ai giochi del Mediterraneo.
Atlanta 1996 e la leggenda
Il fiore all’occhiello della carriera del ginnasta italiano è ovviamente l’oro olimpico ottenuto nella disciplina degli anelli alle Olimpiadi del 1994. Un’altra rivincita per Chechi. Eh già, perchè il ginnasta italiano era il grande atteso delle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, ma un infortunio al tendine d’achille gli impedisce la partecipazione. L’appuntamento è solo rimandato. In America Jury regala un esercizio agli anelli che sfiora la perfezione e gli vale la medaglia d’oro e l’ingresso nella leggenda dello sport italiano.
Lì, insieme a quei pochi in grado di far tenere il fiato sospeso a milioni di persone, uno dei pochi a far ricordare che no, l’Italia non è solo calcio e sì, ci si può innamorare anche di un piccolo ginnasta toscano. Buon compleanno, piccolo, immenso Jury.
Beatrice Canzedda