Juncker, May e la Brexit: prevale la linea dura nelle negoziazioni

Fonte: http://www.businessinsider.com/real-brexit-terms-under-new-conservative-prime-minister-theresa-may-2016-7?IR=T

Juncker, May e la linea dura

Pessimismo, ecco la parola d’ordine. La durezza di Theresa May contro l’applicazione dei trattati per la fuoriuscita della Gran Bretagna dall’UE fa capire come sarà molto difficile venire a capo della questione Brexit con facilità e in tempi brevi. La premier britannica sarà una bloody difficult woman, come si autodefinisce rispondendo alla BBC a proposito dell’esito dell’incontro con Juncker della scorsa settimana.

D’altronde la preoccupazione è cresciuta parecchio all’interno delle istituzioni europee, ne è una riprova l’insieme di dichiarazioni rilasciate poco tempo fa dal Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker al Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, in cui il lussemburghese sosteneva di essere «dieci volte più scettico» rispetto alla positiva soluzione dei negoziati dopo aver incontrato la May a Londra. Al giornale tedesco Juncker avrebbe inoltre ammesso un rischio di fallimento dei negoziati per la Brexit pari al 50%. Nonostante la May abbia cercato di smentire la linea dura che emerge dalla ricostruzione del Frankfurter, liquidando le voci come «pettegolezzi di Bruxelles», i dubbi e le incertezze rimangono.

Approvate le guidelines per la Brexit, domani il documento in Commissione

Dal punto di vista formale, nei giorni scorsi il Consiglio europeo ha approvato in un vertice straordinario tenutosi a Bruxelles le guidelines per lo sviluppo del processo di uscita sulla base dell’articolo 50 del Trattato sull’Unione europea. A confermare il tutto è stato direttamente il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk su Twitter.

 

Le linee guida sono piuttosto chiare nel definire la premazia degli interessi dell’UE e dei suoi cittadini, per  cui complessivamente si tenterà di agire con la massima unità possibile. Fra i punti fissati, «la prima priorità» riguarda la salvaguardia del futuro dei cittadini dell’Unione residenti nel Regno Unito, il cui numero supera i quattro milioni. A tal proposito Tusk ha richiesto al governo britannico una «risposta seria».

Inoltre dovranno essere definiti gli obblighi finanziari della Gran Bretagna verso l’UE, in quanto Londra dovrà «onorare la sua quota di finanziamento per tutti gli impegni presi come Stato membro». Discussa anche la data esatta di uscita, prevista per il 30 marzo 2019 a mezzanotte, nonché la giurisdizione sulle controversie, per la quale si prevede che ogni giudizio pendente presso la Corte di Giustizia europea continuerà anche in seguito ed in quella sede.

Un’altro, importantissimo punto, riguarda l’apertura della partnership post-Brexit fra UE e Regno Unito, la quale verrà posticipata ad una fase successiva: «Si comincerà a parlare di partnership solo quando saranno stati raggiunti “sufficienti progressi” sulle questioni del divorzio» si legge nell’accordo.

Nel definire le guidelines, il Consiglio ha anche incaricato un capo negoziatore ufficiale, ovvero Michel Barnier. Sarà lui incaricato a presentare domani le linee guida davanti alla Commissione europea riunita nella sua completezza.

 

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