MAnarchia e talento cristallino, sono queste le due parole che descrivono al meglio uno dei giocatori simbolo del nostro campionato. Ma Josip Iličić è molto di più di un semplice giocatore capace di decidere una partita con un gesto semplicemente geniale. Tutti quelli che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e lavorare con lui lo descrivono come un ragazzo estremamente sensibile, un gigante buono che la vita ha messo tante volte alla prova. La sua storia inizia a Prijedor, città bosniaca della Bosanska Krajina a maggioranza serba. E’ il 29 gennaio 1988 e le tensioni tra le differenti componenti etniche del paese iniziano ad acuirsi. Mentre in tutta la Jugoslavia si respira un’aria incredibilmente tesa, Josip viene alla luce ignaro di quello che la vita avrebbe riservato alla sua famiglia dopo appena un anno.
Nel 1989, infatti, suo padre viene ucciso dai serbi lasciando moglie e due figli piccoli. Il tragico evento spinge Ana a fuggire dal paese con i due fratelli per poter dar loro un futuro migliore. Ma dove si può andare mentre in tutto il paese il pericolo di una disastrosa guerra civile sembra concretizzarsi sempre di più? Ci sono tanti, troppi pensieri che pesano e poco tempo per decidere. Alla fine, la prescelta è Kranj, città slovena a quasi 30 km da Ljubljana. Il viaggio non è dei più semplici, ma la famiglia Iličić riesce ad arrivare in Slovenia ritrovando un pizzico di serenità in più. Il paese alle pendici del Triglav darà tanto a Josip Iličić, tanto dal punto di vista calcistico quanto da quello umano, rendendolo il giocatore e l’uomo che abbiamo imparato ad amare e ammirare.
L’esordio in Slovenia tra Kranj e Ljubljana
Il calcio ha avuto un ruolo fondamentale nella vita di Josip Iličić che inizia a giocare nel NK Triglav Kranj ad appena 6 anni seguendo le orme del fratello maggiore. Nella cittadina slovena, Josip ha l’opportunità di farsi nuove amicizie e di non pensare a quanto sta accadendo nel resto dell’ormai ex Jugoslavia. Dopo l’esperienza nelle giovanili del Triglav e del Britof, Iličić si trasferisce nella capitale per giocare con l’NK Interblock Ljubljana. Il primo goal da professionista arriva nella vittoria per 3 a 2 contro il Drava Ptuj, alla 23esima giornata della Prva Liga slovena 2008/09. Quell’anno, Josip alza il primo trofeo della sua carriera, aiutando la squadra a vincere la Coppa nazionale. Nonostante il 6° posto in classifica, i lubianesi conquistano la qualificazione ai preliminari di Europa League grazie all’importante titolo aggiunto in bacheca.
I numeri della prima esperienza professionistica di Iličić sono davvero notevoli, con un totale di 14 reti in 66 presenze tra campionato e Coppa di Slovenia. Durante la sua ultima stagione a Ljubljana, il mancino naturale di Prijedor esordisce in una competizione europea contro il Metalurh Donec’k nella fase preliminare dell’Europa League. Il battesimo del ragazzo, però, non è dei migliori, con un pesante 5 – 0 incassato tra andata e ritorno. La rivincita internazionale del giovane talento arriverà qualche anno più tardi con i colori della Dea, un’impresa storica di cui parleremo più tardi.
La breve avventura a Maribor
Nel 2010, la situazione economica dell’Interblock Ljubljana peggiora drasticamente e la dirigenza si vede costretta a ridimensionare gli stipendi e le strategie di mercato. Il gruppo squadra accusa il colpo e sembra non riuscire più ad esprimersi al meglio in campo. La stagione 2009/2010 è disastrosa e costa ai lubianesi la retrocessione nella Serie B slovena. Zlatko Zahovič, dirigente del Maribor che già da tempo seguiva il giovane Josip Iličić, coglie l’occasione al balzo e strappa il ragazzo all’Interblock per soli 80.000 euro. Durante la sua prima e unica stagione nella Spodnja Štajerska, il giocatore accumula appena 5 presenze in campionato con un solo gol rifilato al Celje alla 5° giornata d’andata.
Nella fase preliminare dell’Europa League, invece, Iličić trova la sua prima consacrazione. Davanti ai circa 10.000 tifosi accorsi al Ljudski Vrt di Maribor, i padroni di casa affrontano gli scozzesi dell’Hibernian FC. Gli sloveni credono nel passaggio del turno e sanno che vincere all’andata è fondamentale per poter affrontare il ritorno con maggiore tranquillità. A indirizzare il match dopo appena 32 minuti ci pensa proprio Josip Iličić. Il Maribor guadagna fiducia e spinge fino a trovare il gol del raddoppio dopo 20 minuti esatti. A segnare è sempre Josip, con un tiro dalla distanza che fulmina Graham Stack. Il goal di Tavares al 60esimo blinda la vittoria mentre dagli spalti tutti urlano il nome di Josip. La settimana successiva, il Maribor vince 3 – 2 nella gara di ritorno in Scozia e accede al turno successivo.
Josip Iličić alla conquista dell’Italia
L’avventura al Palermo, da avversario a titolarissimo
Il 19 agosto 2010 il Maribor arriva al Renzo Barbera di Palermo per giocarsi i play-off di Europa League. I rosanero di Delio Rossi passeggiano vincendo 3 – 0 contro gli sloveni con le reti di Maccarone, Hernández e Pastore. Durante la partita, però, Iličić si fa notare dalla dirigenza siciliana che decide di puntare sul giovane talento. La società slovena accetta l’offerta, a patto che il numero 27 giochi con loro il ritorno al Ljudski Vrt.
La società rosanero acconsente e il 26 agosto si presenta in Slovenia per centrare la qualificazione. La partita si dimostra ben più complicata di quello che ci si aspettava dopo il 3 – 0 al Barbera. Gli stiriani, infatti, s’impongono per 3 – 2 sfiorando una rimonta miracolosa e, ironia della sorte, a segnare uno dei 3 goal è proprio Josip Iličić con una semi sforbiciata. Lo sloveno non esulta in segno di rispetto per quella che ormai è la sua nuova squadra.
Il 31 agosto 2010, il Palermo ufficializza l’acquisto di Iličić per 2,2 milioni di euro e lo fa esordire appena alla seconda giornata di Serie A negli ultimi 10 minuti di gara. Nonostante la sconfitta per 3 – 2 contro il Brescia, i tifosi e lo staff tecnico palermitani rimangono colpiti dal talento che il giocatore dimostra in così poco tempo. La buona prestazione all’esordio spinge Delio Rossi a schierare il ragazzo nella formazione titolare della gara contro l’Inter. La scelta si dimostra estremamente lungimirante e il goal di Josip rende meno amara la sconfitta per 2 – 1 incassata dai siciliani. La prima stagione in Italia si conclude con un bottino di 8 reti in 39 presenze per il pupillo di mister Rossi.
I cambi di ruolo e l’arrivo alla Fiorentina
Durante le 3 stagioni con il Palermo, Josip Iličić lavora con più di 6 allenatori, tra cui Stefano Pioli e Giampiero Gasperini, cambiando più volte posizione. Trequartista titolare nel 4-3-2-1 di Delio Rossi e nella formazione di Bortolo Mutti, Josip viene poi impiegato come centrocampista interno nel 3-5-2 di Serse Cosmi e come esterno sinistro nel 4-4-2 di Devis Mangia. Quest’ultimo sistema di gioco, in particolare, risulta maggiormente simile a quello in cui lo sloveno giocava a Maribor. Durante la sua ultima stagione in rosanero, mister Sannino arriva perfino ad impiegarlo come seconda punta. Con la maglia del Palermo, Josip Iličić accumula un totale di 107 presenze e 25 reti, confermandosi uno dei maggiori talenti scoperti dalla società di Maurizio Zamparini nonché uno dei giocatori più utilizzati della rosa.
Il 1° agosto 2013, Josip Iličić passa alla Fiorentina per 9 milioni di euro, diventando sin da subito un tassello importante della squadra di Vincenzo Montella. L’esordio con la Viola avviene il 26 agosto contro il Catania e il nuovo numero 72 entra in campo al 66′ al posto di Pepito Rossi. L’inizio di stagione è condizionato da un brutto infortunio che non vuole lasciarlo in pace, ma Josip ha affrontato situazioni decisamente peggiori e non vuole mollare. La prima annata all’Artemio Franchi termina con 31 presenze e 6 goal tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League.
Le successive 3 stagioni a Firenze saranno caratterizzate da un rendimento discontinuo da parte dello sloveno che a più battute verrà messo sul mercato dalla società viola. Nonostante i 37 goal realizzati in 137 presenze totali, Josip Iličić non riceverà mai lo stesso calore che i tifosi palermitani gli avevano riservato durante la sua esperienza al Barbera.
Le notti magiche della Dea
L’avventura di Josip Iličić all’Atalanta inizia il 5 luglio 2017 con l’ufficializzazione della trattativa condotta dalla società di Antonio Percassi. Lo sloveno ritrova in panchina Gian Piero Gasperini, l’allenatore che aveva già avuto modo di valorizzarne le abilità al Palermo. In quattro stagioni con la maglia della Dea, compresa quella in corso, Josip ha accumulato già 129 presenze e messo a segno 53 reti. Se in Serie A il giocatore si è dimostrato tra i più importanti della rosa del Gasp, è in Europa che ha regalato ai propri tifosi alcune prestazioni incredibili.
Le partite più significative
La prima occasione che Iličić ha per far innamorare gli amanti della Dea è la partita contro il Borussia Dortmund ai sedicesimi di finale di Europa League 2017/18. Nella serata del Signal Iduna Park, la squadra bergamasca supera per 3 – 2 i padroni di casa grazie ad una doppietta pazzesca messa a segno proprio dal magico numero 72.
Il 19 febbraio 2020, a pochi mesi della prima storica qualificazione alla Champions League, l’Atalanta si trova dinnanzi al Valencia per la gara d’andata degli ottavi di finali. La “pazza Dea” vista durante la fase a gironi non sembra voler smettere di sognare. Nella partita giocata al San Siro di Milano, Josip Iličić segna una delle quattro reti che permette ai bergamaschi di affrontare la gara di ritorno con maggiore tranquillità.
Come per il Palermo nella sfida di Maribor di tanti anni prima, anche per l’Atalanta la partita di ritorno al Mestalla si dimostra estremamente insidiosa. Gli spagnoli sognano la rimonta, ma il mago sloveno non ha intenzione di tornarsene in Italia senza la qualificazione. Al termine della partita, i 3 goal segnati dal Valencia saranno infatti vanificati dai 4 segnati da Iličić in quella che rimarrà una delle sue più grandi prestazioni di sempre.
L’esempio positivo di Josip Iličić
Non basterebbe un solo articolo per parlare della carriera di un giocatore come Josip Iličić, un personaggio estremamente geniale sul campo da gioco, a volte anche discontinuo, che ha affrontato e superato innumerevoli difficoltà durante la sua vita. Nonostante ciò, si è cercato di ricostruirne in breve il percorso sportivo (e umano) attraverso quelli che probabilmente sono gli eventi più importanti e più conosciuti. In un mondo in cui si tende a parlare sempre degli stessi giocatori, ogni tanto è doveroso, ed incredibilmente istruttivo, soffermarsi su chi, con umiltà e determinazione, ha preferito rimanere distante dai riflettori dedicandosi alla propria passione.
Alessandro Gargiulo